19 ottobre 2012

L'uomo 4 Stagioni

Chi mi conosce sa bene il mio pensiero su Gianfranco Fini. Sono anni che lo definisco "il politico più sopravvalutato della nostra storia repubblicana".
Ho sentito sempre dire del caro Gianfranco "è un vero politico di razza", "sono di sinistra ma devo dire che a me Fini piace tanto", "parla benissimo, con chiarezza e serietà", "è un uomo coerente e onesto".
Insomma. Nell'ideale di tutti Gianfranco Fini, dopo lo sdoganamento post fascista operato da Tangentopoli e da un emergente Silvio Berlusconi (che gli tirò la volata alle elezioni di sindaco a Roma, poi perse), è raffigurato come un gran politico, dalla dialettica efficace, onestissimo ed integerrimo.
Io questa cosa, vi giuro, non me la spiego.
Gianfranco Fini, a ben vedere, ha una carriera politica costellata di fallimenti.
E poi con gli ultimi scoop sulla casa di Montecarlo, diciamoci la verità, qualcosa in quella faccenda non torna.
Ma andiamo con ordine. Ecco i Top Epic Fail della carriera politica del nostro Gianfranco.
Partiamo dal primo. Rinnega l'ideologia fondante del partito di cui è segretario. "Il fascismo è stato un errore, noi non siamo fascisti!" Ok, non è il solo ad averlo fatto e su questa cosa è in ottima compagnia (vedi il PD). Però secondo me va contato. E siamo ad uno.
Secondo fallimento. "Chiari e coerenti per il Presidenzialismo" tuonò sul nascere del nuovo millennio da giganteschi manifesti 6x3. Non lasciava dubbi sul suo pensiero. Gianfranco Fini era per il Presidenzialismo. Punto! (si specificava anche come riferimento quello francese!). E poi? E poi vota, insieme alla sua coalizione, una legge elettorale scandalosa, proporzionale (sic!) passata alla storia come il "Porcellum". E son due.
Ah, poi vi ricordate l'Elefantino con Mariotto Segni? Tre, siamo a tre.
(no, la trombata alle elezioni comunali di Roma non la voglio contare, sono pur sempre un ex chierichetto)
La famiglia! (o Famigghia) In Alleanza Nazionale (R.I.P.) (così come in tutto il centrodestra) è un totem. La famiglia come valore inviolabile, riferimento unico, indissolubile legame che affonda le radici nella nostra cultura cattolica. La famiglia classica, non quelle cose strane donna/donna, uomo/uomo. Oh, tanto che ne era convinto il nostro Gianfranco, che partecipò con mirabile slancio il 12 Maggio 2007 al Family Day. Salvo, poi, annunciare il mese dopo dello stesso anno il divorzio dalla sua prima moglie e dopo qualche anno la sua apertura alle coppie di fatto. E già siamo a quattro.
E arriviamo al capitolo compagni di viaggio. Negli anni d'oro dell'idillo, le parole di stima verso Berlusconi si sprecavano. Ricordo comizi dove addirittura Fini preparava la folla (prima del finale col capo) con discorsi dai toni epici sulla figura liberatrice di Silvio Berlusconi. Poi son volati stracci e adesso Fini è forse il più grande antiberlusconiano dell'arco parlamentare. E questo è il quinto fallimento.
E arriviamo poi alla sua azione legislativa più incisiva tanto che ancora oggi quella legge porta il suo nome accompagnato da quello di Umberto Bossi. Quella legge voluta fortissimamente per sfamare la domanda di sicurezza contro l'invasione dei barbari. Una legge punitiva che arriva a punire con il carcere gli immigrati irregolari. Oggi Fini ritratta quasi tutto a favore di politiche di integrazione e diritto di voto per gli immigrati (meglio così, direi). Però siamo a sei.
Ecco, dimenticavo, la Lega Nord. Per Fini l'Italia è sempre stata UNA ed indivisibile. Peccato poi aver dimostrato di essersi calato le braghe sulle varie porcate federaliste fortemente volute dalla Lega Nord. Sette.
Insomma, Gianfrà. Ma ne avessi imbroccata una. (una!!)
Ciò nonostante nell'immaginario di molti miei concittadini continui ad essere percepito come un grande statista, uomo politico di valore, esempio mirabile di coerenza.
Per me tu rappresenti solo il vecchio paraculismo dialettico da scuola di partito, il tecnicismo della sintesi finale col "ma anche" sempre pronto.
Sei l'incarnazione di un grande problema politico di questo paese: L'uomo 4 Stagioni.

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