28 maggio 2013

Failù, pienzece tu.



26 maggio 2013

Inventati, spero.

Se i tempi non chiedono la tua parte migliore inventa altri tempi.
(Baolian, libro II, vv. 16-17)
Domani mattina comincerò altri tempi.

Quei tromboni dei Daft Punk

via Giavasan

25 maggio 2013

Perché tenerselo?

Il Partito Democratico non ha più senso. È un carrozzone che consuma denari pubblici, non produce consenso e affossa i talenti. Perché tenerselo?
Partiamo da qui. Da questa affermazione del Sindaco di Bari Michele Emiliano (detta in tempi non sospetti).
Così, con questa  convinzione, ieri pomeriggio con molta curiosità sono andato a sentire Fabrizio Barca, Marco Rossi Doria e Francesco Nicodemo all'incontro dal titolo "Che fare del PD".

Se volete ascoltare tutti gli interventi trovate la registrazione dell'incontro qui: http://www.radioradicale.it/scheda/381127

Nicodemo introduce ponendo l'accento sul problema della scelta della classe dirigente nel PD legata essenzialmente al "cesarismo" verticistico.
Fabrizio Barca parte e ti spara subito una sberla con questo concetto. Sperimentalismo democratico Segnatevelo. Approfonditelo. La strada da seguire secondo me è quella.
Ci spiega l'idea dei "saperi diffusi", della mobilitazione cognitiva e di un partito radicalmente scisso dallo Stato e dal governo.
Poi arriva Marco Rossi Doria. E nello spazio di due minuti sintetizza un grosso problema. L'incompetenza della classe dirigente, l'impreparazione, l'assenza di idee sulla soluzione dei problemi. Lo schiacciamento sulla ricerca di consenso e di rappresentazione delle istanze.
Si respira aria nuova. Si vola alti. Per un momento ho l'impressione guardando il banco dei relatori di vedere un buon futuro.
A seguire altri interventi. Randomicamente ricordo Paola De Vivo che giustamente si/ci domanda "Chi è che parla di diseguaglianze in questo paese?". La studentessa universitaria che mi ha fatto tenerezza quando ci ha raccontato di aver vinto le elezioni universitarie per il PD grazie al fatto che non facevano riferimento esplicito al PD (e ti credo, gioia mia...), il segretario di sezione col dente avvelenato, Peppe Pagano con la sua grinta, Lello Cercola (grande Prof!) con la sua preparazione.
Qualche vecchia ruggine esce fuori, qualcuno parla di tessere, si intravedono torti subiti.

Alla fine son uscito da quella sala (perdendomi la conclusione, Nicodè mi devi scusare, ma la Circumvesuviana non ammette ritardi) con una buona impressione.
Si può ricostruire.
Per quanto mi riguarda il PD è morto. Leviamocelo da torno. L'esperimento con il centro non ha funzionato. Torniamo a sinistra. Dove sappiamo, dove non dobbiamo inventarci nulla di nuovo.
Dove possiamo tornare a fare politica con passione e competenza.

(p.s. Tommà, con la cravatta eri proprio bello)

21 maggio 2013

Enlarge your Photospace


Marisa Mayer comincia a scaldare le polveri, dopo l'acquisizione di Tumblr, ecco il rilancio di Flickr.
(minghia, un terabyte è tanto...)

20 maggio 2013

Marco Ferradini, sarò il tuo Padawan

Perché ci possiamo raccontare tutte le storie. Fare i ragionamenti più profondi.
Poi oggi leggi le notizie e ci trovi questa:


E allora capisci. La mia generazione ha avuto la fortuna di assistere alla seppur breve ascesa di un grande filosofo contemporaneo, che nel solco della grande tradizione del pensiero classico, ha regalato a tutti noi un distillato di pura saggezza, del quale riporto un piccolo estratto:
Prendi una donna, trattala male, lascia che ti aspetti per ore.
[...]
E allora si vedrai che t' amerà, chi é meno amato più amore ti dà.

p.s. per chi volesse approfondire il concetto, rimando ad un esaustivo sunto di un altro grande maestro.

17 maggio 2013

C'era una volta l'HTML


Google si autocelebra con un bel video sull'evoluzione del web dal'HTML alle RIA.

16 maggio 2013

Circumvesuviana Metrostar: "Ma tu su 'sto treno, ci viaggeresti?"

Lo avverti dalle facce atterrite dei tuoi sodali di pendolamento.
Tutti in linea sulla banchina ad attendere il treno della Circumvesuviana.
Guardi i loro volti, senti gli sbuffi di disapprovazione. Sì, non c'è dubbio. Sta arrivando il Metrostar.
Come dite? Non lo conoscete? E' il nuovo elettrotreno in forze alla ferrovia Circumvesuviana.

E voi vi chiederete. Ma come? E' un treno nuovo e vi lamentate?
Sì. E se un giorno avrete la fortuna di prenderne uno, capirete perché.
Il Metrostar è riuscito in un miracolo. Ha fatto rimpiangere i vecchi elettrotreni. Con tutto che i vecchi convogli sono decrepiti e ci piove dentro.
Ma almeno nei vecchi convogli ci sono molti posti a sedere, sul Metrostar al 90% ti fai anche un'ora di viaggio in piedi.

I vecchi convogli avevano delle sedute plasticose ma comode e pulite. Sul Metrostar i sedili sono in tessuto (sic!) e scomodissimi. Roba che il culo dopo mezz'ora comincia a chiedere pietà.
E poi, guardate in che stato abbiamo trovato i seggiolini ieri sera. Un treno metropolitano con le sedute in tessuto, capirete, è una marpionata di raffinatezza che solo pochi possono capire...



Dici, ma il Metrostar ha l'aria condizionata. Certo. Peccato che la sua regolazione e la messa in funzione seguano la legge del Penis Canem. E' ancora vivo il ricordo di un viaggio su uno di questi benedetti Metrostar, una torrida serata di Luglio e all'improvviso l'accensione dell'aria condizionata "calda" con i finestrini chiusi bloccati (dovemmo chiamare il macchinista con apposito interfono per evitare l'autocombustione collettiva).

Dici, ma il Metrostar essendo nuovo sarà più veloce e confortevole. No. E' statistico. Con un Metrostar arrivi a destinazione sistematicamente con almeno dieci minuti di ritardo. Inoltre questo gioiellino dell'Ansaldo/Firema ha una caratteristica oscillazione durante la marcia che ricorda molto da vicino la traversata Pozzuoli-Procida sulla motonave Savarese con mare forza otto.

E vorrei poter riportare le espressioni di terrore dei poveri viaggiatori alle improvvise e tremende frenate di questo stramaledetto treno (vere e proprie inchiodate da crash-test). Roba che più di una volta anziane signore si son trovate a terra con collaterale di mega bestemmie (bestemmie che se colpissero, il personale Circumvesuviana sarebbe decimato all'istante).

Questi treni prima di essere acquistati hanno avuto un periodo di collaudo, "qualcuno" avrà visto gli interni, lo avrà provato in marcia.
Alla fine, sempre "qualcuno", avrà detto "Ok, li compriamo" e avrà firmato un ordine di acquisto.
Ecco, io questo "qualcuno" lo vorrei conoscere.
Per porgli una semplice domanda: "Ma tu su 'sto treno, ci viaggeresti?"

12 maggio 2013

MetaBenjaminMalaussène©

Io viaggio molto. Per lavoro quotidianamente passo almeno quattro ore in attesa e su i mezzi pubblici. E quando non sono completamente immerso nelle mie letture, mi piace ascoltare i discorsi delle persone attorno a me e magari a volta intervenire in qualche discussione.

Ho notato da qualche tempo un leitmotiv, un tormentone, quasi un intercalare di tutte le discussioni. Lo senti ripetere in varie forme e sfaccettature. Lo si potrebbe riassumere così:
"E' tutta colpa dei politici".
Dal lavoro alla scuola, alla viabilità e sanità. Si comincia magari con un treno in ritardo, la gente comincia a borbottare, qualcuno impreca, si comincia a discutere e il finale è sempre lo stesso.
"E' tutta colpa dei politici".
E qualche volta scopri che i più incazzati poi sono quelli che viaggiano senza manco avere un regolare titolo di viaggio.

"E' tutta colpa dei politici".
Questa entità metafisica e sconosciuta, vaso di pandora, parafulmine per tutte le stagioni.
Abbiamo trovato il nostro MetaBenjaminMalaussène©.
La colpa è sempre dei politici.
Che in casi specifici, chi lo nega, è sicuramente vero.
Ma proprio mentre riflettevo su questo fatto di trovare il capro espiatorio di tutti i nostri mali nell'azione politica senza mai (e dico mai) per un momento farsi sfiorare da un dubbio sulla responsabilità personale, mi imbatto in questa lettura (il grassetto è mio):
“La visita di Michelle Obama al Mary’s Center comincia alle 2,45 del pomeriggio…Quando esce dalla classe…un ragazzo le chiede cosa si possa fare per migliorare la sicurezza nella comunità e racconta che qualche giorno prima un senzatetto è morto per la strada e la gente per ora è passata accanto senza far niente. Michelle prende l’occasione al volo per fare una lezione sulla responsabilità personale: “Il problema ha due facce: una è quella delle risorse, riguarda il sistema della giustizia e le forze dell’ordine, ma l’altra riguarda noi. Non ci possono essere leggi che obbligano le persone a fare cose giuste: non si può imporre a un papà di leggere le favole al figlio o di trattare il vicino con rispetto e decenza. A fare la differenza non sono i soldi che guadagni o il diploma che hai preso, ma la scelta che fai di essere cittadino attivo, coinvolto e responsabile. Nessun presidente e nessun sindaco possono ordinarlo, sono cose che vengono dai valori e dalla fede che abbiamo dentro. Spero che sia qualcosa di cui parlate quando venite qui, non solo di cosa avete bisogno o chi ve lo potrà dare. Dovete chiedervi: ma cosa posso fare, che tipo di cittadino sarò, che genitore ? E che cosa farò la prossima volta che verrà commesso un crimine ? Ci passerò accanto o chiamerò la polizia e mi farò coinvolgere ?”
Mario Calabresi - La fortuna non esiste


11 maggio 2013

Voglio votare. Ma bene.

La democrazia per me è una fede. Così come il principio maggioritario.
Io quando vado a votare sono di buon umore. Veramente. La domenica mattina (perché io adoro votare di prima mattina, quando i seggi elettorali sono poco affollati e posso fare tutto con estrema calma e scambiare anche qualche chiacchiera con gli addetti ai lavori) io sono contento, mi faccio bello come se dovessi andare ad un appuntamento importante.
E' un momento solenne. L'unico in cui noi cittadini siamo chiamati ad esprimere il nostro giudizio e il nostro indirizzo politico per il governo della Res Publica.

La legge elettorale attualmente in vigore per eleggere i rappresentati di Camera e Senato fa schifo. Anzi, come la definì il suo promotore, è una porcata. E se pensiamo che il promotore in questione è tal Roberto Calderoli, il cerchio si chiude.


Grazie a questa legge elettorale, noi non abbiamo più un potere di "preferenza". Votiamo liste bloccate. Della serie pacchetto all-inclusive con l'opzione "o ti mangi 'sta minestra o ciccia".
Il risultato?
Che siamo andati a votare per cambiare musica e musicanti e invece non è cambiato nulla (anzi, si è peggiorato) e in Parlamento sempre i soliti noti.
Io non voglio avere alibi. Io voglio scegliere "Nome" e "Cognome" della persona che mi dovrà rappresentare.
Ci voglio mettere la mia X sopra. Voglio avere un rappresentate in parlamento veramente legato ed espressione del mio territorio. Non uno di un altra regione piazzato in lista per calcoli di opportunità dei partiti.

La priorità, oggi più che mai, è quella di varare una nuova legge elettorale.
Subito. Anche perché il "porcellum" ha un vizio di incostituzionalità.
Dobbiamo andare a votare quanto prima e con una Nuova Legge Elettorale. Che sia Proporzionale a Doppio Turno o Maggioritaria, con o senza Sbarramento, con le Soglie o senza.
Bisogna ridare la possibilità di scegliere le persone. Nonostante i rischi di clientele e di compravendita.
Ma non possiamo negare un diritto in virtù di ipotetici effetti collaterali patologici.

Un dubbio però sorge. Chi dovrebbe cambiare questa legge? Gli stessi che ne hanno beneficiato e che in un ipotetico ritorno alle preferenze non verrebbero votati manco dai parenti?

6 maggio 2013

Ma tipo GnuPG?

[...] la violazione delle caselle email del M5S sono un atto grave che riguarda tutti noi. Un atto grave che merita tutta la nostra incondizionata solidarietà. Nelle stesse righe le ragioni per cui la solita frase “tanto io non ho nulla da nascondere” è da sempre la risposta standard dello sciocco sul bordo del precipizio.
Bell'articolo di Massimo Mantellini sul grave episodio della sottrazione e pubblicazione di email di alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Solidarietà, sicuramente.
Ma l'episodio in se denota in primis una sciatteria di fondo nell'uso del mezzo informatico da parte di un movimento che propone proprio l'innovazione ICT come il nuovo sole dell'avvenire.
Da loro mi sarei aspettato minimo l'utilizzo di GnuPG per l'archiviazione dei dati sensibili e per le comunicazioni mail tra i parlamentari.
Ma il loro malcelato culto per il Panopticon, fa confondere la difesa della riservatezza con la mancanza di trasparenza.

p.s.
Un gruppo hacker che si firma “hacker del PD” con nel logo un misto tra Anonymous e PD, mi fa una tristezza tipo Pippo Baudo che fa il Rapper con Fiorello.

4 maggio 2013

Costa Rica, arrivo!


Visto il grafico qui sopra? Ok. Avete individuato il nostro paese? Bene. E' azzurro.
Alias, son cazzi anche per il 2013. Secondo le stime di crescita del PIL, l'Italia per il 2013 avrà una crescita economica pari allo zero.
Poi guardi attentamente la cartina e vedi che i paesi colorati con quel rosso pompeiano, che significa una crescita economica da record, sono paesi dove tu non ci vivresti manco morto.
Oh! Avremo crescita zero e la disoccupazione ma almeno qui c'è il campionato di calcio.

E allora capisci che questo indicatore tanto decantato, il PIL, alla fine ti dice ben poco.
Un indicatore glaciale, un numero uscito da una somma algebrica di fattori economici senza tener conto degli aspetti sociali di un paese.
Qualcuno se n'è accorto e da qualche anno propone un indicatore nuovo.
Si chiama Happy Planet Index, ed è calcolato così:


Quindi in pratica si misurano il Benessere Percepito dalle persone per l'Aspettativa di vita sull'indice di Sostenibilità Ecologica.
Con questo indice, diciamo che l'Italia è messa un tantino meglio. Addirittura sopra la Svezia (sic!).
Ma la vera notizia è che secondo questo indice, il paese più felice della terra è il Costa Rica.



2 maggio 2013

Direi che sta bene.

At 11:59PM on April 30th, 2012, I unplugged my Ethernet cable, shut off my Wi-Fi, and swapped my smartphone for a dumb one. It felt really good. I felt free.

Il tizio nella foto si chiama Paul Miller e per un anno è rimasto completamente off-line. Niente internet, niente social network, niente smartphone.
La sua storia, qui.