29 giugno 2013

Il Governo di Giano

Io adesso non voglio fare il guastafeste.
E' vero. Siamo sotto anestesia.
Ci hanno sbattuto in faccia un bel panno imbevuto di etere. Adesso state buoni, ci hanno sussurrato mentre perdevamo i sensi. State buoni che adesso ci pensiamo noi. Dormite, al risveglio tutto sarà passato.

Dice, il Governo Letta creerà 200mila posti di lavoro.
E tutti felici e contenti.
Faccio il pierino. Il Governo non crea nessun posto di lavoro a meno di indire nuovi concorsi pubblici (che Dio ce ne scampi!)
Il Governo Letta, semmai, ha messo in piedi un ecosistema di agevolazioni per incentivare le aziende ad assumere (Boeri sul tema, è illuminante).

E quindi il governo impegna soldi pubblici per incentivare le aziende ad assumere.
Ma questi soldi pubblici da dove provengono? Dalle tasse che in parte pagano gli stessi imprenditori che dovrebbero beneficiare dell'ecosistema di cui sopra.
Quindi abbiamo davanti un Giano che da una parte ti dice che aiuta le imprese ad assumere, dall'altra tassa profitti, aumenta l'IVA e mantieni inalterato il costo del carrozzone pubblico. Però poi pretende che le aziende facciano la loro parte.
Un enorme grassone sempre più pesante che, seduto sullo stomaco di un giovane mingherlino, gli intima di rialzarsi.

Insomma, voglio dire che il vero, unico, coraggioso intervento che veramente sarebbe stato utile per ossigenare l'ormai asfittico tessuto imprenditoriale italiano e creare occupazione, sarebbe stato un bel taglio ai vari IRES, IRAP e IRPEF. Il Governo chiede alle aziende di assumere quando poi arriva a tassare quasi all'80% l'utile ante imposte.

Ma non ci preoccupiamo, tanto siamo sotto etere. Sperando che l'effetto duri, perché il dolore al risveglio potrebbe essere tanto.

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