29 settembre 2013

Sì, sono un Rafaelita

[...] Noi, napoletani e napolisti, ci riconosciamo nella sua tendenza verso un calcio esatto, rigoroso, scientifico, fatto di studio dell’avversario e di rispetto, senza scaramanzie. Un calcio analitico che scruta l’immantinente e che a quello si attiene. Un calcio che studia i fenomeni naturali, nella riconduzione di ragionamenti complicati a movimenti semplici, essenziali. Il calcio di Rafaél Benítez Maudes predica il raggiungimento della conoscenza e del risultato attraverso la ragione del gioco collettivo. Una ricerca che richiede fatica e applicazione, che esige impegno e serietà, che scarta le scorciatoie e nega il ricorso al miracolismo oleografico. Ci riconosciamo nella sua opera di introduzione della cultura del presente nella nostra storia, dei principi di modernità nel corpo delle nostre prassi. In lui distinguiamo il più grosso innovatore presente sulla panchina del Napoli dai tempi di Luis Vinicio. Noi, napoletani e napolisti, apprezziamo la curiosità con la quale il signor Rafaél Benítez Maudes si è calato nella vita della nostra città. Curiosità verso la sua storia, la sua arte, la sua filosofia di vita. Ammiriamo l’empatia con la quale ha scelto di calarsi per intero in un ambiente, nella città-mondo, nelle sue tradizioni, così recuperando e riattivando in noi il forte legame linguistico e culturale con le antiche radici spagnole.
Per tutti questi motivi, da oggi sentiamo di poterci dire rafaeliti.
Bellissimo manifesto pro Rafa "Rafiluccio" Benitez sul sito de Il Napolista

26 settembre 2013

Le affinità ideologiche

Eh no! Caro Guido! Troppo facile adesso.
Oggi ho capito. Bisogna stare attenti.
Selezionare i propri fornitori in base alle affinità ideologiche.

E allora oggi al Bar ho chiesto a Ciro il barista cosa ne pensa dell'immigrazione e integrazione.
Mi ha risposto che per lui non esiste proprio, ognuno a casa propria. Che ormai i cinesi sono ovunque. E i marocchini puzzano.
Devo cambiare Bar. Anche perché Ciro non ha mai le gomme che piacciono a me.

Poi da Franco il fruttivendolo. "Che mi dici dell'aborto?? Eh?".
Franco mi guarda con mortificazione e mi dice "L'ho finito proprio cinque minuti fa, ma domani ve lo faccio trovare bello fresco".
Urge cambiare fruttivendolo, nonostante qui il cavolfiore è sempre fresco.

All'edicola di Enrico parte la discussione sulle droghe.
Io per la legalizzazione, Enrico sulla linea "proibizionismo-di-questo-passo-dove-andremo-a-finire".
Devo cambiare edicola. E magari rivelare a Enrico che suo figlio tutto le sere si sfonda di canne in piazza.

In macelleria. "Don Carmine, voi che siete del mestiere, che mi dite dell'eutanasia e fine vita?"
Mi dice che lui le bestie non le fa mai soffrire. Un colpo secco. ZZAC! e via.
Basta. Si cambia anche macelleria.

Da Antonio il meccanico la domanda più spinosa: "Antò, come li vedi i matrimoni gay?"
"Secondo me se due persone si vogliono bene, non conta di quale sesso siano".
Grande Antonio!
Fammi pure il cambio d'olio. Anche se me l'hai già fatto la settimana scorsa.
"Antò, e dimmi,  ma come lo vedi questo Napoli?"
"E che me ne frega a me. Io tifo Juve".
Richiudi immediatamente il cofano.
Basta. Devo cambiare anche meccanico.

Ricapitolando. Bar, fruttivendolo, edicola, macelleria, meccanico.
Qui appena vai oltre il buongiorno e buonasera scopri il vaso di pandora.

Però domani il cavolfiore da Franco lo vado a prendere. Comunque.
Magari mi fermo cinque minuti in più e gli spiego cos'è l'aborto...



24 settembre 2013

iCazzimma 7.0

Con l'aggiornamento a iOS 7.0 i Lightning connector non originali "non certificati"(*) , non saranno più utilizzabili per ricaricare la batteria.
(*) grazie a Danilo per la segnalazione.

(però un metodo per fare fesso l'iCoso, pare che ci sia)

Campania Molto Poco Felix

25 anni di cronaca, 25 anni di inchieste giudiziarie, 25 anni di proteste, 25 anni in cui è stato fatto di tutto al corpo e all’anima di questi territori e di queste comunità e nessuno è responsabile. 25 anni di mala politica, di corruzione, di collusione e connivenza tra politici e criminali. Un buco nero che ha inghiottito giustizia, diritti, salute, bene comune. 25 anni di inchieste giornalistiche relegate nelle pagine di cronaca locale, 25 anni di commissioni parlamentari, promesse, spot a uso e consumo mediatico. 25 anni di crimini e di indifferenza. E ora provate a chiamarla democrazia. 
http://www.valigiablu.it/rifiuti-in-campania-e-terra-dei-fuochi-il-piu-grande-avvelenamento-di-massa-in-un-paese-occidentale/




Italy is a democratic Republic founded on labour.


Constitute offers access to the world’s constitutions that users can systematically compare them across a broad set of topics — using a modern, clean interface.
https://www.constituteproject.org
(brava Google)

23 settembre 2013

Sparare a zero (zero, zero)

Pare che adesso lo sport nazionale più in voga sia prendere per il culo Roberto Saviano.
E' diventato un riflesso pavloviano.
Saviano parla/scrive/appare. A seguire tutti a dire che ormai ne hanno le palle piene, che basta con questi sproloqui, che non se ne può più di vederlo e sentirlo, che ha rovinato l'immagine di Napoli e dell'Italia, che è un parassita sotto scorta a spese dei contribuenti.
Saviano partecipa al ricordo Giancarlo Siani. E tutti a criticarlo e a dire che Siani, lui sì, era un grande giornalista anti camorra. Mica come questo scarabocchino sotto protezione!
Poi, ecco la ciliegina.
Riproduzione abusiva e mancata citazione della fonte per tre articoli di "Cronache di Napoli" e "Corriere di Caserta" apparsi nel libro Gomorra.
Saviano condannato per plagio.
La cosa più carina scritta dai detrattori è stata "Lo avevo sempre detto che questo ragazzo era solo un fenomeno da baraccone".

Ve lo dico.
A me questa cosa un poco mi fa schifo. E non mi diverte.
Con tutto che il sottoscritto non stravede per il nostro Roberto. Anzi, il più delle volte lo trovo ridondante, eccessivamente preso dal suo personaggio e ho (mi confesso) pure abbandonato per insofferenza la lettura del suo secondo libro "La bellezza e l'inferno".

Detto questo, dimenticare improvvisamente il merito di un ragazzo che a 27 anni riesce a raccontare al mondo intero il lato oscuro della nostra terra e tacciarlo di "copione" o definirlo "bluff", forse è il segno di questi tempi. Dove ogni giorno costruiamo vitelli d'oro da adorare e il giorno dopo già li abbiamo ributtati nel fuoco. Pronti a fonderli per costruirne di nuovi.

E il modo più perfido che si possa usare per annientare colui che è stato "idolo", è lo sberleffo, il dileggio, la presa per il culo. Rendere il personaggio antipatico, "bacchettone". Poi, inoculare il dubbio che il personaggio in questione sia anche un furbo copione, un mediocre, dilettante.
(chi ha letto Gomorra sa bene che le pagine oggetto della denuncia di plagio, sono 3 o 4 e non sono per nulla il cuore dell'opera).

Ma tant'è. La memoria e l'indignazione in questo paese durano il tempo di una scureggia.
Basterà aprire le finestre e attendere.
L'aria presto tornerà nuovamente respirabile.

N.B.
Sul caso del presunto plagio di Gomorra, leggetevi questo documento. Poi fatevi la vostra idea.
(da pagina 17 in poi c'è la descrizione dei presunti 5 casi di plagio/riproduzione senza citazione della fonte)
http://static.fanpage.it.s3.amazonaws.com/socialmediafanpage/wp-content/uploads/2013/09/SENTENZA-CONDANNA-SAVIANO-PDF.pdf



15 settembre 2013

1013 anni di Europa in 3:23 minuti

via http://www.liveleak.com/view?i=f54_1337075813 (grazie anche a Nicodemo)

Social Zero G


La Nasa sbarca su Instagram con un proprio account. http://instagram.com/nasa



Il Giaguaro di una volta


Certe cose con Steve Jobs e Scott Forstall non sarebbero mai accadute.
(quel "hon" che compare nel terzo cerchio della quinta fila di questa scocca plasticosa, è imbarazzante)

p.s. Ovviamente la conclusione della messa laica è sempre la stessa: è il miglior iPhone di sempre. C'erano dubbi?

14 settembre 2013

I bidet acrobatici

C'è un poco di solitudine nelle stanze di un albergo. Specialmente in quella di un informatico in trasferta per lavoro.
La stanza di un albergo esemplifica l'essenzialità della vita.
E' un "ridotto" della tua quotidianità. Venti metri quadrati con tutto quello di cui hai bisogno.
Un letto, un comodino, una scrivania, un armadio, tre stampelle, il bagno.
Che poi a me le tre stampelle, di numero, mi mettono sempre angoscia.
Esisterà uno studio, una convenzione internazionale, che avrà stabilito in tre il numero minimo di stampelle sufficiente alla vita di un uomo.
Nelle stanze di un albergo c'è tutto.
Anche nel bagno. C'è tutto.
C'è una tazza del cesso che di solito trovi con il coperchio della tavoletta chiuso, avvolto da una fascia di carta. Tipo, c'avete presente la fascetta di carta che avvolge le pile di libri della Mazzantini, Coelho e Fabio Volo in libreria? Ecco, quella fascetta lì. Proprio quella.
Che poi quella fascetta è psicologicamente rasserenante. Ti dice: stai sereno, sarai tu il primo a sverginarmi.
I culi che mi hanno lordato prima del tuo, sono solo un lontano ricordo. Spacchettami e sarò solo tua.
In alcuni bagni ci trovi pure il phon a muro, che il più delle volte è l'equivalente degli asciugamano a getto d'aria che trovi nei bagni degli autogrill. Praticamente inutile.

Ma c'è una cosa che accomuna tutti i bagni di tutti gli alberghi.
La posizione del bidet.
Saprete tutti che in Italia il bidet è conditio sine qua non. Può mancare il lavandino o la doccia. Ma il bidet, no. Il bidet è il nostro vanto nazionale. L'abbiamo inventato noi.
Arma preferita di offesa contro i cugini francesi, rei di non avere un apposito manufatto in ceramica per sciacquarsi il culo nel post-defecatio.
Ebbene, il bidet in questi bagni ha una caratteristica comune. La posizione e la forma. Assurda.
Incastrato tra lavandino e tazza, oppure con quattro centimetri di spazio utile laterale per le gambe, oppure talmente piccolo che a stento ci entra una natica del tuo culo.

Io ormai ci sto facendo l'abitudine. Ci vuole un poco di allenamento e spirito di sacrificio.
Ma alle prossime Olimpiadi conto di partecipare alle gare di ginnastica maschile, corpo libero.
Specialità "Bidet acrobatico".

...e in più una Mountain Bike per tutti.

«Entro 100 giorni aboliremo il finanziamento pubblico ai partiti e cambieremo la legge elettorale».

(Enrico Letta, presidente del Consiglio, 13 maggio 2013, 123 giorni fa)

via Non leggere questo Blog

7 settembre 2013

"Secure" è solo la morte

By that year, a Bullrun briefing document claims that the agency had developed “groundbreaking capabilities” against encrypted Web chats and phone calls. Its successes against Secure Sockets Layer and virtual private networks were gaining momentum.
L'articolo è del NYT (lo trovate qui) ed emerge con chiarezza che l'NSA riesce da tempo a sniffare/decriptare tutte le informazioni transitanti sulla rete internet. Con o senza SSL.

Lo schema ricorda molto la metodologia del MITM (man-in-the-middle), dove "l'uomo in mezzo" ci sta con la compiacenza degli ISP.
Per approfondimenti rimando a quest'altro articolo del Guardian.

Insomma, man mano che saltano fuori nuove rivelazioni grazie ai documenti messi a disposizione da Edward J. Snowden, emerge con chiarezza che non esiste sicurezza e privacy sulla rete e che tutti i colossi del panorama ICT statunitense hanno pagato dazio alla ragion di Stato.

Ancora. L'attività della NSA non è estemporanea. I dati raccolti sono archiviati.
Pensate per un attimo a tutta la vostra attività quotidiana attraverso la tecnologia (Cellulare, Posta, PC, Internet) che viene intercettata e archiviata per anni.
Dalle nostre parti già da qualche anno con il caso Telecom-Sismi era emerso che il buon Tavaroli era in grado di accumulare informazioni su qualsiasi cittadino italiano.
E vi ricordate il caso delle Nuove Brigate Rosse con il PC della Lioce contenente file criptati con PGP? Bene, PC inviato in USA e file decriptati.

Sarà anche per "la sicurezza della nazione", ma finché non ci sarà chiarezza sulle modalità di "intercettazione" e "archiviazione" di queste informazioni, io ci vedo solo un enorme potere senza controllo da parte delle organizzazioni statali a discapito dei cittadini. Con queste modalità internet è tutt'altro che il luogo della democrazia.

Nel mentre io vi consiglio caldamente di non perdere troppo tempo a criptare documenti o a securizzare le vostre comunicazioni.
"Secure" è solo la morte. (o gli algoritmi usati dal Mossad...)

1 settembre 2013

Salmoni (ovvero vacanze)


E quindi anche quest'anno abbiamo fatto i salmoni. Risalita la corrente, da Napoli verso nord.
"Ma come mai voi da Napoli venite fin qui?".
E vaglielo a spiegare compiutamente che a me di condividere con i miei conterranei (e con le loro peculiarità) il tempo e lo spazio anche in vacanza, mi scassa un poco il cazzo.
No, vi voglio bene, cari conterranei, ma la "vacanza" significa essere vacuo, sgombro, libero. Da tutto. Da tutti. Dal quotidiano.

Poi è bello sentire altri dialetti e modi di pensare. Con tutto che a me pure il dialetto romano dopo un giorno ha già stufato. Quello toscano lo reggo meglio. Suvvìa.
E poi quest'anno, per fare un esempio, abbiamo avuto come vicini di tenda una famiglia di scassa cazzi. Però erano toscani. E vuoi mettere una famiglia scassa cazzi toscana con una famiglia scassa cazzi napoletana?
Noi meridionali urliamo. E' così. Parliamo ad alta voce.
I primi giorni di campeggio le nostre voci sono le uniche che si odono in pineta. Poi, accade che registriamo il nostro tono su quello degli altri.

L'ozio. E' una degli stati mentali che più amo. L'ozio e la relativa noia. Da questi momenti nascono di solito cose buone. Quest'anno ad esempio ho sfruttato il momento propizio per insegnare alle due figlie i segreti dello Scopone Scientifico (nella variante a 9 e 10 carte). Essendo in quattro, è il gioco perfetto.
Grande soddisfazione sentire la seienne, dopo aver calato un dieci con slancio di spalla, proferire "Gioco di palo!"

Avambraccio destro, nome del primo figlio tatuato. Avambraccio sinistro, l'altro figlio. Quest'anno sembrava una moda. Ed erano tutti del nord italia. Tanto che ad un certo punto mi è sorto il dubbio che ci fosse un pacchetto All-Inclusive (tipo quelli che trovi sui vari Groupon et similia). Una roba del tipo: Acquista adesso il pacchetto "Il sogno, la realtà" che comprende 23 ecografie 3d, 2 filmati ecografici, 12 visite ginecologiche ed avrai in regalo il nome di tuo figlio tatuato sull'avambraccio.

Il campeggio è ormai roba residuale. Siamo in pochissimi a praticarlo ancora. Con tenda. Ed è anche raro trovare campeggi che non abbiamo ceduto alla cementificazione e alla moda del bungalow.
Però il campeggio (in tenda) è come quando vai al cineforum a vedere un documentario sull'esodo dei curdi attraverso la Turchia. E' un filtro. Sai che ci troverai solo determinate persone. Che la pensano come te, e come te rispettano la natura e gli altri.
Sottolineo in tenda, perché molti giocano facile con roulotte e camper. La tenda è proprio uno stato mentale.
Per me è la vera vacanza. Stacco, totale, dalla quotidianità. Per non parlare della felicità per le bimbe di poter vivere giornate in piena libertà, sotto una splendida pineta, al contatto con la natura.
I condomini sul lungo mare e i quartieri villeggianti li lascio agli altri.

A Grosseto, complice un gelato colante e relativa ricerca di una fontanina, abbiamo scoperto il Parco di via Ximenes, lungo le mura della vecchia città. Per chi volesse prendere spunto su come dovrebbe essere un'area dedicata alle attività ludiche dei bambini da zero fino a dodici anni, si faccia una camminata in questo piccolo gioiello. Camminando lungo questo parco e osservando come le mie figlie si divertivano a correre a piedi nudi sull'erba dei prati, a cadere sui pavimenti soffici, a salire su altalene, castelletti e altre diavolerie, ho provato invidia. Invidia per una comunità che riesce a dotarsi di un piccolo spazio pensato per i bambini e a manutenerlo alla perfezione. E questa sensazione di terzomondismo per chi come il sottoscritto vive nella provincia di Napoli, francamente un poco mi ha stufato (considerando che da queste parti le tasse si pagano dal primo all'ultimo centesimo).

E alla fine anche questa estate ce la siam tolti dai cojoni.
Ecco, mentre scrivo questo post sul nostro (finalmente) terrazzo di casa, in lontananza si vedono nubi nere e lampi. Di questi tempi, il pensiero del futuro, per varie ragioni, un poco inquieta.
L'estate è il periodo in cui i figli crescono un sacco. Tu ti senti un poco più vecchio e fai qualche consuntivo della tua vita non "vacante".
Nella mia mente resterà l'immagine del sentiero tra le dune che dalla pineta del campeggio porta a mare. Noi quattro che di mattina percorriamo questo budello immerso in una rigogliosa vegetazione. Le bimbe che ad un certo punto si staccano da noi e corrono verso l'ultima curva del sentiero. Quella che ci separa dalla spiaggia. Scompaiono dietro questa curva per poi riapparire poco dopo gridando "Papà, Mamma, il mare è bellissimo, è una tavola!".
Che questo autunno a venire sia proprio come il mare visto con gli occhi di un bambino.