11 maggio 2014

La vida es chula!?

Warning: questo post potrebbe risultare un poco (ma anche volutamente) bacchettone.

Uno dei peggiori mali degli ultimi trent'anni, ne sono quasi sicuro, è il marketing.
In particolare nella sua branchia promozionale, la pubblicità. Che alle volte utilizza tecniche che ricordano il marxiano "oppio dei popoli".
L'invasività del marketing e della pubblicità nella nostra vita quotidiana è quasi (quasi eh!) peggio di Radio Maria.
Gli spot pubblicitari e le campagne di marketing non si limitano più a dirti che il prodotto è buono, che te lo devi comprare e che è meglio della concorrenza. No. Siamo alla pervasività negli stili di vita, alla costruzione di identità, all'hype o mood da laboratorio.

Il LifeStyle deciso a tavolino da poche persone, per convenienza di mercato e propagato dai pulpiti mediatici.
Ed ecco la famiglia perfetta, il figo con le donne ai suoi piedi, la donna vincente, il vero amore, i luoghi ideali, le atmosfere, il cibo, l'auto. La musica giusta che è tale solo se entra in uno spot. I modi di dire.
Bombardati quotidianamente dai 6x3, TV, radio, internet. Vince chi ha più capacità penetrativa nelle nostre menti.

E allora il gioco diventa semplice. Basta alzare sempre più quella sottile asticella del pudore.
Per non confondersi con gli altri, bisogna emergere. Per emergere, bisogna farsi notare. Per farsi notare, bisogna stupire. Per stupire, c'è da esagerare. Dissacrare. Demitizzare.
Salvo poi rendersi conto di aver solo banalizzato tutto e aver creato un deserto di relativismo etico per le nuove generazioni. Ecco qual'è il gioco.

Oggi ho trovato in rete questo video della casa di moda Desigual per celebrare la Festa della Mamma.



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