29 ottobre 2014

Mettere gettoni dentro gli iPhone.

Oggi molti lavoratori delle Acciaieria di Terni sono andati a Roma per chiedere alla ThyssenKrupp se potevano mettere i gettoni dentro gli iPhone.
La cosa è stata ritenuta poco "stay hungry stay foolish", e soprattutto poco Leopolda 5 Style, così la polizia ha deciso improvvisamente di mandare qualche operaio nel Cloud, utilizzando un'architettura MAAS (Manganello as a Service).
Ecco di seguito un'eloquente immagine del deploy in produzione.

Il Governo Renzi ha messo a punto un innovativo sistema di dialogo con gli operai. Si chiama "Stai manifestando per il tuo posto di lavoro? Fatti un selfie col celerino!". Ecco un esempio del nuovo e simpatico approccio al problema appositamente studiato da Angels Of Love Alfano.

Il Governo Renzi si era impegnato domenica 26 alla Leopolda a dare quanto prima una risposta sulla questione licenziamenti all'acciaieria ternana.
Oh! Velocissimi...


28 ottobre 2014

disindividuante

100 anni fa nasceva Jonas Salk. Grazie a lui e a Sabin (forse più a Sabin), oggi la poliomielite è un lontano ricordo.
Tanto lontano che qualche genitore newage oggi può addirittura decidere di non vaccinare i propri pargoletti. Grazie Jonas Salk.
Vorrei ringraziare anche il mio professore di statistica delle scuole superiori. Professor Simoni, sincero, all'epoca mi aveva smaterializzato i testicoli con la curva di Gauss e la deviazione standard. Oggi sarebbe stato fiero del suo allievo mentre spiegava ad una edotta platea questi concetti applicati ad un forecast.
Grazie a Susanna Camusso la cui immagine di lei che salta, canta e balla su una versione "Vandersfrosa" di Bella Ciao (che merda) su un palco a Piazza San Giovanni, mi perseguita da giorni. Susanna, tanto lo sappiamo io e te che poi finirai anche tu come un Gennaro Migliore qualsiasi. Non ci credi manco più tu. E' finita. Ma ce lo diremo noi, non certo un WallStreetJournal qualsiasi.
Una mattina mi son svegliato... e mi è venuto il panico guardando l'orologio. Che era ancora un'ora avanti. Fanculo.
Troppo avanti come MicroMega che ormai quando vai in edicola chiedi sottovoce "senta, scusi, è uscito l'ultimo numero?" e, in caso affermativo, prendi la copia e la occulti con circospezione in mezzo a LeOre.
La nuova frontiera dell'onanismo. Correre a casa, chiudersi in bagno e leggere su MicroMega la pornostar Valentina Nappi da Pompei citare Marx e Canetti (e non scrive manco male la ragazza!)
Ho cercato su Amazon una scramble suit, ma pare che siano state tutte acquistate per farle indossare ai partecipanti della Leopolda 5. Così io mi consolo con Arduino.

p.s.
Ehi, tu, lo so che mi leggi. Sarebbe carino ogni tanto, non dico sempre, lasciare un tuo commento qui sotto. E' molto semplice. Lascia perdere FB. Qui si sta molto meglio.

27 ottobre 2014

Fin dove riesci ad arrivare?

Lunedì mattina. Arriva il caro vecchio treno rosso della Circumvesuviana.
(ti amo, treno rosso vecchio, non ti tradirò mai per quella chiavica e supponente Metrostar. Solo tu.)
Il treno che prendo il lunedì mattina è come un aruspice per il prosieguo della settimana.
Metrostar: settimana merdosa. Treno rosso vecchio: settimana meno merdosa.
Salgo nella carrozza di coda. Quasi vuota. Posso scegliere anche il mio posto preferito. Direzione marcia, lato finestrino. Proprio un buon lunedì.
Faccio per appoggiare le natiche sul sedile e nella discesa guardo la ragazza che mi sta difronte. Fotografia istantanea, tempo di otturazione 1/8000 s.
Preview. Giovane ciardona con cappello di lana, sopracciglia a volo di gabbiano, occhiali da sole neri, unghie finte lunghissime, fianchi enormi da cui partono due mega würstel, inguainati in un orrenda calzamaglia (cfr. leggings) a scacchi con i quali subito ingaggio un mini torneo di scherma con le mie ginocchia.
Ha in mano un libro. 
Non riesco a leggerne bene il titolo. Posso intuire, però.
Da due anni a questa parte la casistica "Giovane donna in treno con libro e look vistoso all'ultima moda" mi restituisce sempre e solamente un unico titolo: "Cinquanta sfumature di grigio".
Sì. C'ho preso. E' proprio quello.
E. L. James in poco tempo ha clamorosamente scalzato i vari Volo, Tamaro, Saviano e Brown negli affollati vagoni che scivolano sui binari a scartamento ridotto della rinomata ferrovia vesuviana.
Mio dio. Mentre i miei occhi scorrono sulle righe del libro ad alto contenuto Nerd che stringo tra le mani, mi sale un dubbio. Atroce. Penso alla giovane ciardona qui davanti che nello stesso momento magari sta leggendo roba di questo tipo (il seguente testo è estratto dal libro della E. L. James) :
«Oh… piccola… è fantastico» mormora. Succhio più forte, facendo guizzare la lingua sulla punta della sua erezione colossale. Coprendomi i denti con le labbra, lo stringo nella morsa della mia bocca. Lui sibila e geme.  «Oddio… Fin dove riesci ad arrivare?» 
Capite? Una che legge un libro in cui è scritto "erezione colossale", può mai avere il diritto al voto?
A questo punto ritraggo sempre più le mie gambe. Scorgo movimenti dei fianchi della dirimpettaia che leggo inesorabilmente come contrazioni dei muscoli del suo basso ventre. Dove siamo?
Devo scendere? Manca poco. Meglio alzarsi, tanto ormai non riuscirei più a leggere.
Traumatizzato da questa mistica visione, chiedo permesso per districarmi in mezzo a questo groviglio di gambe e borse. La ciardona chiude il suo libro, apre la borsa, sfodera un mega smartphone.
Io in piedi sbircio sul mega display mentre la ciardona digita agilmente su whatsapp (nonostante gli artigli):
"Amo! ke bello qst libbro che mi ai regalato,,,"

Trans-Formers




Smettere di guardare

[...]
Un altro aggiunse: «Questo significa morire, non essere più capace di smettere di guardare ciò che ti sta di fronte. Una qualche maledetta cosa piazzata proprio davanti, senza poter far nulla né per scegliere altro né per cambiare oggetto. Potendo soltanto accettare quello che t'è stato messo di fronte.»
«Ti piacerebbe guardare fisso una lattina di birra per tutta l'eternità? Potrebbe anche non essere così brutto. Non ci sarebbe più nulla da temere.»
[...]

da "Un Oscuro Scrutare" di Philip K. Dick



25 ottobre 2014

De stercore scientes

Per gli storici del futuro. Che magari un giorno troveranno questo misero ammasso di bit e byte riuscendovi a leggerne il contenuto. La situazione è la seguente:

Anno 2014, Italia.
Un tifoso del Napoli viene ucciso, mentre va a vedersi una partita nella capitale, per mano di un tifoso della Roma (la partita non è contro la Roma ma contro la Fiorentina n.d.r.).
Qualche romano sui social network gioisce per la morte (e agonia) del tifoso napoletano e rende onore all'operato di chi lo ha ucciso.
Successivamente, un tifoso della Roma e suo figlio di otto anni, muoiono in un incidente stradale tornando a casa dopo aver visto una partita. Lo scooter su cui viaggiavano padre e figlio, viene falciato da un'auto guidata da un rumeno.
Qualche napoletano sui social network gioisce per la morte di padre e figlio e si congratula col rumeno.

Se riuscite a rileggere il paragrafo precedente senza avvertire il pesante tanfo di merda che emana, i casi sono due: o pippate cocaina e vi siete già fottuti il setto nasale o siete già assuefatti alla merda.
Potete anche prendere le distanze da queste cose. Dire io non centro con questi zotici subumani. Fare finta di nulla e tirare dritto.
Ma al netto di chi prende la decisione di fare vita eremitica, in questa merda ci stiamo tutti. Tutti.

E non è certo una questione di "voi romani" o "voi napoletani".
Chi comincia con questi giochetti fa parte del nobile casato dei Rimestatori di Merda. Arte nobile e antica, ci mancherebbe. Ma è noto a tutti che a rimestar' la merda prima o poi se ne diventa parte senza accorgersene.

Anche l'ignavia, signori miei, la nobile arte del vivere felici e del non avere cacamenti di cazzo, non vi salverà. Prima o poi la merda verrà a bussare alla vostra porta.
Ergo, mi pare abbastanza chiaro che qui c'è da spalare. Tutti insieme.
“Ognuno secondo le sue capacità, ognuno secondo le sue forze” volendo parafrasare ZioKarl.
Come? Non lo so.
Ma secondo me già prendere atto che c'è della merda da spalare, e farlo tutti, è un buon punto di partenza.
Ancora più importante, poi, è il non aggiungere altra merda a quella già in essere.

C'è questa metafora molto bella del grattacielo Jolly Hotel a Napoli. L'ha utilizzata Valeria Parrella nel suo romanzo "Lettera di dimissioni".
Questo palazzone alto 100 metri costruito durante la fine degli anni 50 a Napoli. Un orrendo e arrogante cumulo di cemento nel bel mezzo del cuore antico di Napoli.
Visibile in ogni belvedere a rovinare la magnifica e armoniosa veduta del più bel golfo del mondo.
Jolly Hotel come simbolo dei mostri che generano merda.
Ecco. L'unico posto in cui è possibile ammirare il golfo di Napoli senza vedere quel grattacielo, è proprio dal Jolly Hotel stesso.
Il pericolo di stare nella merda, insomma, è proprio quello di non vederla. Di non riconoscerla come tale. Di convincersi che tutto va bene.

p.s.
Gianni Morandi da Monghidoro (no, non lo sto citando per quella legenda metropolitana), ad esempio, a mio modesto parere, sta facendo un gran lavoro di spalatura sul suo profilo facebook. Paraculatelo quanto volete, ma il suo diario quotidiano esprime alcune cose di cui avrebbe bisogno oggi questo paese.


19 ottobre 2014

Crostata di Mele di Pinellus

Eh sì. Mi diletto anche in cucina. E considerando che molti mi hanno chiesto la ricetta di questo semplice, ma molto buono, dolce autunnale, eccovi serviti.

Ingredienti

Per la pasta frolla:
  • 500gr di Farina 00
  • 200gr di Zucchero (meglio se a velo)
  • 250gr di Burro (freddo!!)
  • 4 tuorli di uova
  • 1 bustina di vanillina
  • La scorza grattugiata di un limone
Per la crostata:
  • 4 Mele medie (meglio se riuscite a trovare le renette)
  • 150gr di Zucchero
  • 1 cucchiaio di Maraschino (o Strega o quello che vi pare, basta che vi piaccia)
  • Biscotti tipo OroSaiwa (ne servono tipo 6 o 7)
  • Cannella
  • Uvetta (se vi piace)
Preparazione pasta frolla:
Mettete in un mixer (se non lo avete che cazzo vi cimentate a fare??) la farina, il burro freddo, la bustina di vanillina e un pizzico di sale. Tagliate il burro a pezzettoni grossi. Accendete il mixer e lasciate che le lame facciano il loro dovere.
Il risultato sarà una cosa molto simile alla sabbia.
Adesso. Versate questa sabbia in un ciotolone (o su un piano di lavoro), unite lo zucchero e mischiate il tutto con un cucchiaio. Scavate un buco nel mezzo e metteteci i 4 tuorli d'uovo e la scorza di limone grattugiata.
Poi, aiutandovi con una forchetta o direttamente con le mani, amalgamate il tutto.
Attenzione. Non lavorate troppo l'impasto altrimenti il burro comincia a trasudare a va tutto a puttane.
Cercate di mettere tutto insieme. Lavoratelo leggermente.
Una volta ottenuto un panetto omogeneo e liscio, fermatevi. Avvolgete l'impasto così ottenuto nella pellicola trasparente e riponete nel frigo a riposo per almeno un paio d'ore.

Preparazione ripieno:
Sbucciate le mele (è la parte più rompi cojoni). Tagliatele a fettine non troppo fini in una ciotola capiente.
Aggiunte i 150gr di zucchero, la cannella (io ne metto abbastanza poca, anche qui, regolatevi in base ai vostri gusti), il cucchiaio di Maraschino (o quello che avete scelto), l'uvetta e lasciate macerare il tutto almeno un paio d'ore andando di tanto in tanto a rimestare (vedrete che le mele rilasceranno molto liquido).

La Crostata.
Prendete un ruoto dal diametro di circa 24 cm. Imburratelo e infarinatelo (se non lo fate bene, dopo bestemmierete in aramaico per cacciare la crostata dal ruoto).
Prendete la vostra pasta frolla dal frigo. Avrà la consistenza del porfido (potrete in questo frangente utilizzarlo come corpo contundente per percuotere il vostro coniuge). Ma non disperate. Lavoratela con il mattarello infarinato e vedrete che piano piano verrà a dama.
Stendete un sfoglia circolare con lo spessore di circa mezzo centimetro (il disco dovrà essere abbastanza più grande del vostro ruoto).
Prendete la sfoglia e adagiatela nel ruoto foderando i bordi. Aiutandovi con il mattarello, passandolo sul bordo del ruoto, eliminate la frolla in eccesso.
Adesso con una forchetta bucherellate il fondo della frolla. Poi ricoprite il fondo con gli OroSaiwa smaciullati (io li trito con le mie delicate manine).
Ok. Adesso sgocciolate le vostre mele (eliminate tutto il succo del fondo) e adagiate i pezzetti di mela e uva passa sul fondo.
Adesso con la pasta frolla che vi è rimasta, ritagliate delle strisce non tanto sottili, di quasi un centimetro e realizzate la classica trama a "grata" delle crostate.
Forno a 180°. Circa 40 minuti. In bocca al lupo.
Una volta raffreddata potete cospargerla di zucchero a velo.
Amatevi e siate sereni.


18 ottobre 2014

novecentonovantanove canali e tempi maturi

Siamo passati attraverso le inquisizioni, i roghi delle streghe, le rivoluzioni con ghigliottine, guerre, nazismo, fascismo.
Rendetevi conto che le donne in Italia hanno cominciato a votare nel 1946. E adesso a noi tutti ci pare impossibile impedire alle donne di partecipare alla vita politica della nostra res publica. Eppure, era così.
E che dire del Codice di Famiglia del 1865 nel quale veniva sancito che le donne non avevano il diritto di esercitare la tutela sui figli legittimi (sic!).
Passi da gigante, pensateci. Possiamo scegliere la nostra religione o rifiutarne una. Leggere un giornale tra tanti, un libro qualsiasi, guardare novecentonovantanove canali sul digitale terreste (un giorno vi racconterò di quando li ho visionati tutti). Ascoltiamo musica di ogni genere, opinioni di ogni sorta.
Tutte queste cose conquistate in secoli e secoli di lotte, di ricerca della felicità, vanno derubricate alla voce Libertà.

«io sono quando scelgo e, se non sono, non scelgo»
L'ha detto Karl Jasper, uno bravo, mica un Fabiovolo qualsiasi?
(sì, potete utilizzare questa citazione al primo appuntamento per fare colpo)
Poi possiamo discutere sulle sfumature ed effetti collaterali della libertà ai giorni nostri. Tipo Fabiovolo, appunto.
O sui rapporti di forza economici che limitano la nostra libertà. Roba marxista. Lasciamo perdere. Che poi perdiamo il filo del discorso.

Insomma. Siamo in grado, oggi, di ascoltare il nostro prossimo dichiarare di amare uno del suo stesso sesso senza farci il segno della croce. Siamo noi stessi liberi di scegliere di amare qualcuno del nostro stesso sesso.
Ci abbiamo impiegato tanto tempo, ma alla fine quasi (quasi) in tutti noi, è abbastanza radicata la convinzione che ognuno sia libero di esprimere la propria sessualità e di scegliere chi amare. Alla luce del sole, senza nascondersi. Senza temere di essere lapidato o bruciato sul rogo.
E' difficile crederci. Ma questa cosa è strettamente correlata ai novecentonovantanove canali del digitale terrestre.
Perché la libertà è una conseguenza del nostro pensiero. Del modo in cui questo pensiero si è formato.

"Pinellus! Che cosa banale e scontata hai scritto! Certo che è così"
Eh, no. Da noi, qui in Italia è sempre tutto più difficile. Sempre a causa degli indubbi benefici che abbiamo ad ospitare sul nostro territorio lo Stato Vaticano.
Mentre il resto dei paesi europei hanno ormai da tempo inserito nel loro ordinamento norme per il riconoscimento civile delle coppie gay, qui abbiamo ancora il dibattito aperto e persone che scendono in piazza per la tutela della famiglia "naturale" (manco fosse l'ultimo baluardo da salvare prima dell'inesorabile barbarie).
Ma per fortuna il "sentire" del popolo italiano è sempre un passo più avanti. Oggi il 70% dei cittadini è favorevole ai matrimoni gay.

I tempi sono maturi. Anche qui in Italia. Riconoscere pieni diritti civili alle coppie LGBT.
Oggi il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha trascritto i primi matrimoni gay contratti all'estero.
Un atto simbolico (verranno annullati). Ma un atto forte. Una rottura.
C'è una legge in Parlamento pronta per essere approvato su questa materia. Avanti. Cosa stiamo aspettando?
(ma voi siete a favore o contrari?)


13 ottobre 2014

illetterati

Vi chiedete mai il motivo e lo scopo della nostra esistenza?
Domanda complessa, eh? Tranquilli. Non dovete rispondere adesso. Ci torneremo dopo.
Siamo migliorati tanto. Se ci giriamo a guardare cosa eravamo settanta anni fa, facciamo fatica a credere che quelle persone potessero essere i nostri nonni o i nostri genitori.
Oggi siamo tutti più belli, sani, alti, mediamente ben vestiti e nettamente più ricchi. Dovremmo essere anche più istruiti e di conseguenza più liberi e felici.

No, non lo siamo. E per spiegarci il perché di questo strano fenomeno è stato coniato il termine "analfabetismo funzionale". Che in pratica significa che è vero che oggi rispetto a settanta anni fa sappiamo (quasi) tutti leggere, scrivere e far di conto, ma che quasi la metà di noi non sa come applicare queste capacità nella vita quotidiana.
In parole povere, la nostra scuola dell'obbligo è una chiavica, gli insegnanti sono incapaci e le differenze tra i ceti sociali restano inevitabilmente inchiavardate (per nascita) alle tre dimensioni weberiane della ricchezza, prestigio e potere.

Per chiarire il concetto, stiamo parlando di comprensione di un testo scritto, difficoltà nello scrivere frasi di senso compiuto e grammaticalmente corrette, in alcuni casi difetti di pronuncia.
E non possiamo non pensare che il grande disordine sotto il nostro cielo, disordine che in questi ultimi tempi s'è fatto più evidente, non sia in parte dovuto anche a questo (e se hai colto al volo l'ultimo periodo infarcito orridamente di negazioni logiche, sei messo meglio di tanti)

Insomma, siamo più belli, sani, alti, mediamente ben vestiti, nettamente più ricchi ma restiamo illetterati come (e forse peggio) di settanta anni fa. Con l'aggiunta di un analfabetismo emotivo, ignoranza dei (buoni) sentimenti e del senso di comunità.
Siamo capaci con estrema naturalezza di cojonare ed emarginare un nostro simile perché grasso o non conforme agli attuali standard di bellezza e mostrare poi estrema commozione davanti ad un cucciolo di animale.
Relativisti e clementi con noi stessi e i nostri cari. Assoluti e severi nel giudicare l'operato altrui.

Ho sempre odiato quelli che prima era meglio. No, non lo era.
Ma credo che l'orrore della guerra è stato maestro eccezionale. Chi è passato per quella scuola, porta con se un intimo senso dell'essenziale associato alla consapevolezza che la partecipazione e la solidarietà sono le fondamenta del nostro vivere insieme.

Diversamente, pensateci, ci resta veramente ben poco.
E diventa, soprattutto, estremamente difficile dare un risposta alla domanda riportata nella prima riga di questo post che, anch'esso, è abbastanza confuso.
(ma voi una risposta alla prima domanda, ce l'avete?)

3 ottobre 2014

#BlockBce

C'è Vittorio, con la camicia rosa, il panama e il bastone.
Ha il dito puntato. Inquisitorio. Starà sicuramente apostrofando le forze dell'ordine che in quel momento hanno senza motivo aperto gli idranti sui manifestanti.
Vittorio in questa foto è l'apostrofo rosa tra le parole "Ce simm' rutt 'o cazz".




1 ottobre 2014

Windows Ben Ten

Senza clamori e hype tipici di Cupertino, ieri è stato presentato Windows 10.
La notizia più clamorosa è il salto di un'unità nella numerazione delle release.
(il ritorno del menù start era roba vecchia e già ampiamente risaputa)
I sistemi operativi desktop, ormai da tempo, non fanno più notizia.
Sono come la penicillina. Acquisiti.

Cose a latere:

  • Bella l'idea di un unico OS per tutti i dispositivi. Tra l'idea bella e la messa in pratica c'è di mezzo Microsoft. E questo significa casini iniziali. 
  • Dal punto di sopra discende l'ormai conclamato ritmo di release Microsoft: Buono/Merda/Buono/Merda... 
  • Se è vero questo, e considerando che Windows 8 lo possiamo derubricare sotto "Merda" (per la conclamata immaturità di alcune nuove features) e Seven sotto "Buono", questa nuova release sarà quella "Buono". Amen.
  • A me Windows 10 appare come un mega BugFix di Windows 8 
  • Purtroppo le esigenze di mercato e degli investitori assatanati in Borsa, richiedono un rilascio di un nuovo prodotto a scadenza ravvicinata anche se tu quel prodotto non ce l'hai o non è ancora testato al 100%
  • Dal punto di sopra non è esentato nessun colosso dell'informatica. Apple compresa. 
  • Addirittura con i prodotti IBM ormai è noto che le release "punto.zero" sono dei coacervi di bug e features nascoste che poi saranno sanati almeno nella "punto.cinque" 
  • Il sosia di Amedeo Minghi che ha presentato Windows 10 passerà più tempo dal suo coiffeur che a Redmond.
  • Poi possiamo stare qui giorni a farci matte risate su Microsoft e Windows, di quanto sia più smart MacOS e bla bla bla. La sostanza è che Windows è un signor sistema operativo per PC desktop di livello enterprise. Che gira su Nmila hardware e le cui funzionalità di dominio sono attualmente insuperabili. Inoltre da anni eccelle nel mondo Server.
  • Ricordo che il tentativo di Apple di entrare nel mondo enterprise con OS X Server è stato l'equivalente di una scureggia silenziosa.
  • Tenete d'occhio questo link: http://preview.windows.com/