8 novembre 2014

L'ha detto Report.

"In questa puntata di Report ci occuperemo di..."
Via. Si parte.
"Stammerda!"
"Ma chi?"
"Boh, ma se Report se ne sta occupando, è 'na merda sicuro!"
"Vabbè, ma prenditi la pillola epatoprotettiva e il maalox che poi stanotte non dormi..."

La messa laica officiata da Milena Gabanelli, sacerdotessa del rito di moralizzazione collettiva, in onda la domenica sera su RaiTre, ha inizio.
Verrebbe da chiedersi: ma il tema della puntata chi lo decide?
Se lo scopo di Report, manco tanto velato, è di farci indignare per aver un sussulto morale, sarebbe interessante capire come viene deciso, e da chi, da quale parte puntare la telecamera.
Metti che da domani tu cominci a stare sulla palle a Milena&Co. Cosa accade?
Accade una cosa tipo questa:

"Per quanto riguarda i ricarichi, si evince dai fatturati e dai costi della materia prima e di confezione che Moncler potrebbe produrre comunque in Italia, tanto più quando è entrato il fondo Carlyle, invece ha preferito chiudere i laboratori nel sud Italia." (fonte: ansa)

Ok. Tutto vero. Nessuno lo nega. Ma è una verità più ampia di una nazione in estrema difficoltà nel settore produttivo. Ma perché proprio Moncler? 
Perché fare le pulci, tanto da andarsi a vedere i fatturati, ad un soggetto privato (Moncler non è azienda pubblica).
Soggetto privato e, in quanto tale, in concorrenza (e il marchio Patagonia in questa cosa ci ha guadagnato tantissimo). Sappiano che non è l'unica azienda ad aver delocalizzato. E allora perché tanto zelo sulle piume d'oca?
E domani? Su quale azienda si scaglierà il Sacro Fuoco Giornalistico di Report? 

Come se domani la Gabanelli arrivasse a casa mia. Videocamera accesa di nascosto (cosa che fanno sempre e che a mio modesto parere è molto meschina) e cominciasse ad indagare su come io faccio la spesa, quali prodotti compro e mostrasse al mondo intero che io nel ragù domenicale ci metto la cotica di un povero maiale scuoiato.
"In questa puntata di Report ci occuperemo di un meridionale terrone barbuto, consumatore di suini che risparmia miseramente sul prezzo del burro comprando quello prodotto in Germania..."
"Stammerda!"

In Tomorrow's Land (di Andrea Paco Mariani e Nicola Zambelli. SMK Videofactory. Palestina, 2011. 84'), documentario sui territori occupati da Israele in Palestina, proiettato al Cineforum del Gridas, ad un certo punto i palestinesi capiscono come fronteggiare l'arroganza dei coloni ebrei che invadono, illegalmente, le loro terre con la protezione dell'esercito israeliano.
Una videocamera. Basta impugnare una videocamera e filmare.
E' un'arma. A tutti gli effetti. La videocamera oggi è forse la più potente arma nelle mani dei popoli. Un'arma capace di accendere e indirizzare la maggiore potenza dell'occidente: l'opinione pubblica.

Se la telecamera è un'arma, la video inchiesta di Report è la bomba a grappolo, nuovo Moloch idolatrato da telespettatori assetati di giustizia, al quale Dio va dato in sacrificio il proprio fegato la domenica sera. La cui narrazione, la costruzione dell'inchiesta sono decisi a tavolino dalla redazione di Report (4 gatti) diventando un'arma di distruzione di massa, capace di distruggere chiunque (chiedere ad Antonio Di Pietro per referenze).
E quindi torna la domanda. Chi decide gli obiettivi strategici di questa battaglia della domenica sera?
Chi gestisce questo enorme potere?
Report (merito suo, sicuramente) negli anni è stata capace di costruirsi una reputazione e di conseguenza un piccolo ma agguerrito esercito personale di indignati che il lunedì mattina sono pronti ad evangelizzare il prossimo sull'ultimo tema trattato da Gabanelli&Co.
"Ma chi te l'ha detto?"
"L'ha detto Report!"
"Ah."

p.s.
personalmente preferisco le videoinchieste fatte da Diego Bianchi e il suo Gazebo.


0 commenti:

Posta un commento