4 dicembre 2014

Le Belle cose

Belle cose. Ieri sera al Modernissimo ho partecipato alla presentazione della graphic novel "L'Arte della felicità". Qui potete leggere dell'evento.
Io ero uno dei quattro "blogger", questa categoria residuale che a breve sostituirà il panda nel logo del WWF, chiamati a raccontare la propria visione di Napoli. Grazie ad Alessandro Chetta che ogni tanto ci fa incontrare "de visu" per sfatare il "On the Internet, nobody knows you're a dog".

Belle cose. Poter abbracciare Gigi Scialdone che è apparso come una visione mistica mentre mi rammaricavo con Marino Guarnieri della sua assenza. "Ma non eri in Messico?". Gigi è ovunque.
Dopo la presentazione "ufficiale", nella quale ho apprezzato l'intervento di Maurizio De Giovanni, è toccata a noi quattro "blogger" raccontare la nostra visione parziale di Napoli.
Tra obelischi imbrattati, biciclette pieghevoli e pasta alla genovese, io ho scelto di leggere un mio vecchio post per raccontare "L'Arte dell'infelicità del pendolare".

Belle cose. Nell'attesa poter prendere un caffè con Luca e visitare la sede di Buzzoole mentre su via Roma scorreva un esiguo corteo di studenti che manifestavano contro il JobsAct (appena approvato)
Ma la giornata resterà memorabile per essere stato testimone casuale di un momento stupendo.

Piove. Tanto. Mi riparo sotto il cornicione del Modernissimo. Aspetto che arrivi gente. Sono in anticipo. Arrivano anche due ragazzini di corsa. Lei con cappuccio, piercing sotto il labbro inferiore, rossetto deciso. Lui pantaloni sopra la caviglia, scarpe lucide e capello rasato tranne nella parte centrale dove invece parte un mega ciuffo biondo.
Sono vicinissimi. Posso sentirli chiaramente.
Lui - Nient' te lo volevo dire. Mi piaci.
Lei - Ma ssì scem'??
Lui - Da quando ho visto la tua foto su Feisbùc aggio ditt' "Uà troppa bella", poi ne hai messa un'altra è ho detto "Uà chest' 'over' fa'" e allora ti ho voluta incontrare.
Lei - [ride]
Lui - E chest'è. Mi piaci. Te lo volevo dire. Mo lo so che staje penzan' "Chist' pare 'o pesce".
Lei - No, quann' maje... 
Lui - Allo'?
Lei - ..e che t'aggia dicere?
Lui - Niente, mo te l'ho detto. Pooo, penz' caaaaaa, [squillo del suo cellulare] Aspè...Pro', pro', Lucià?

A questo punto Lei scappa sotto il cornicione del palazzo difronte. Lui la segue.
E io avrei voluto dirle "Ma bacialo! Cosa aspetti?! Che le belle cose non tornano!"


0 commenti:

Posta un commento