15 febbraio 2015

Storia di un Carnevale

Un mese di laboratori. Franco, Rosario, Patrizia, Gaetano, Aldo, Enzino, Mario. Cartapesta, colla, pittura, spugna. Franco che per costruire la barca porta delle canne fluviali da Tufo. Sul tetto della sua auto. I nuovi acquisti, Sergio e Bruno. Ogni tanto un'affacciata di Titina, di Vittorio "Vittò, cosa vuole Scampia?" "Tutto!". Enzo e i suoi brindisi. Martina e Giovanna presenti anche se lontane. Le sagome di cartone raffiguranti i bambini del mondo. "Ma l'hai fatto il bimbo curdo?" "E com'è fatto un bimbo curdo?". Le casacche del Gridas per i bambini. Mirella supervisiona e dà consigli.
Pian piano le idee prendono forma. Si colorano, Convincono. "Ma questo colore dello scafo?" "Mo lo rifacciamo". Si consolidano tutte le pedane con le ruote. E si mangia insieme, ci si racconta, si discute.
Si avvicina il gran giorno. Arriva Francesco detto "Ciccio" da Noto. Sicilia. Per raccontarci con la sua telecamera. Arrivano i murgheri da Roma. Daniele e Giacomo. Monica e Gianluca che hanno ospitato a casa loro mezzo mondo.
E Alessandra che dorme nel suo carrozzino in mezzo al salone del laboratorio, tra il vociare e il trambusto dell'ultima sera. "C'è altro da fare?" "Oh, domani piove, lo dice il telefonino".
La mattina fuori al Gridas. Domenica. Si preparano i carri. La barca viene montata sul carrello. Esce anche San Ghetto. Il Monte Rosa sonnecchia ancora. Al primo piano del Gridas ci sono tutti i murgheri al trucco e parrucco. Gaetano si fa vedere nonostante l'influenza. Gennaro l'operaio mi racconta di "Musica libera tutti" e dei ragazzi che sotto i portici, difronte al Gridas, stanno improvvisando un bellissimo concerto di musica classica. Caterina, Nicoletta e Michele con le casacche rosse del Gridas. Mi emoziono. Siete belli.
Arrivano Silvana e Rosario, i gemellati di Materdei. Il tempo è bigio, arrivano folate di aria fredda che non promettono nulla di buono. "Si parte precisi alle 10:30!". I tamburi delle murghe cominciano a scaldarsi. Tutte le maschere sono allineate, pronte per essere indossate. Daniele mi abbraccia "Fratemo!". Vedo Daniela con un pancione enorme e nonostante ciò non vuole mancare al corteo. Marco sempre sorridente. Biagio e Barbara, anche loro nuovamente in dolce attesa "Oh, ragazzi, fermatevi! Quanti diventiamo?". Mi giro e mi trovo davanti Claudia e Tiziano con i miei nipotoni. Michele intanto ha preso il suo sax e comincia a intonare qualcosa. L'auto di Franco è stata trasformata in macchina da festa con due grossi altoparlanti sul tetto. C'è Chiara del Mammut che colora i visi di grandi e piccini. "Ma un poco di caffé?".
Intanto accanto a San Ghetto intravediamo uno mascherato uguale uguale uguale a Luigi De Magistris. Ah, ma è proprio il Sindaco! San Ghetto, pensaci tu.
Spuntano anche Luca e Paola. Ci sono le casacche del Gridas anche per Vito e Pietro.
Mi aggiro tra la folla. Adesso siamo tantissimi. Di sfuggita saluto Mister Piccolo. Ecco Genny Sociale, mi parla del carnevale che hanno organizzato a Gianturco per martedì. Mario mi fa vedere lo sportellino dove ha messo le scorte d'acqua.
Franco inizia a smaniare. Dobbiamo partire. E' tardi. Martina dà l'ultima razione di tetta alla piccola Alessandra. Giovanna è già Luna. Ed ecco anche Rigoberta. Mirella con la grancassa reclama attenzione. Gianni scandisce i nomi di tutte le associazioni e scuole presenti. Tantissime.
Si parte. "E la Gru? Chi la porta?". Eccomi. Sul percorso tanti sorrisi e tanti saluti. Saverio che mi vuole dare il cambio per spingere la Gru; Massimo che mi sfotte perché faccio foto con lo smartphone "Vengono mosse!"; Ciro che mi avvolge nel suo abbraccio; Carlo con cui parliamo delle trappole del PD. Alessandra che dorme nel suo carrozzino mentre tutt'attorno è un continuo di tamburi e fischietti. Siamo tanti, tantissimi. Sorridenti. Felici. Soprattutto asciutti. San Ghetto ha intercesso per non far piovere. 
E' vero. Non c'è nessun Genny Savastano o Ciro Di Marzio. Non ci sono bicchieri di piscio o sparatorie a tutto spiano. Nessuna cocaina o inseguimenti. E quindi a molti potrà risultare noioso.
Mi dispiace, ma Scampia è altro. 
E per le strade di Scampia, oggi, c'è solo colore, calore, ritmo, musica, risate, bambini di tutte le età. C'è la gioia di stare insieme e di condividere. Ci sono persone vere, storie bellissime da raccontare.
Fatevene una ragione. Il male non abita in un quartiere. Il sole illumina tutti.
E a dar retta alle previsioni meteo, specie quelle dei telefonini, si rischia di restare chiusi in casa.

Update:
Un foto racconto personale lo potete trovare qui.
Lo stream su Instagram qui.


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