16 maggio 2015

Il Napoli allo specchio.


E' stata dura. Una bella mazzata. Una secchiata di acqua ghiacciata sulle nostre teste. Un dolore acuto. Una fitta persistente. Guardarli inzuppati d'acqua, impotenti, mediocri e attorniati da una bolgia slava festante. Mentre noi nelle nostre case facevamo finalmente i conti con la realtà che, come sempre, si palesa nel modo più violento e crudele.
Il compito del vincitore è di far festa. Quello di chi perde è chinare il capo umilmente e guardarsi impetuosamente allo specchio. Nudo.

Era nell'aria. Questo lo posso dire con sicurezza. Sì, ce lo sentivamo tutti che non sarebbe stata gloria. In #CurvaCasaGiglio l'atmosfera era tesa. Gonzalo Higuain ha sul piede la prima netta palla gol della partita. Normalmente ci sono delle urla di accompagnamento, di incitamento. In quell'azione, invece, nessuno dei presenti ha proferito parola. Abbiamo visto il tiro del Pipita miseramente infrangersi sulla saracinesca ucraina in silenzio, con un sospiro finale. E ognuno dentro sé ha capito come sarebbe andata.

Io adesso ne sto scrivendo. Perché adesso mi sto riprendendo. Sto pian piano elaborando. Io che dopo il Wolsfburg e il sorteggio col Dnipro ero sicuro sicurissimo di poter assistere dopo ventisei anni ad una nuova impresa della mia squadra del cuore. Io che nel 1989, quando Ciro Ferrara insaccò alle spalle di Eike Immel su azione di calcio d'angolo, non avevo ancora la barba.

E allora, quindi, ci tocca. Da sconfitti e con l'approssimarsi della fine di una stagione che possiamo tranquillamente definire fallimentare, dobbiamo guardarci allo specchio e dirci tutto. Con franchezza e tranquillità.

Io però alle solite disamine tecniche/tattiche, vorrei fare una mia personale considerazione. Una cosa che è nata mercoledì sera vedendo la (bella) partita disputata dalla Juventus sul campo del Real Madrid.
Fine partita. Uno stremato Buffon raggiunge i microfoni di Mediaset accompagnato da una bellissima donna bionda sorridente. Ma chi è? Vado a leggermi l'organigramma societario della Juventus 2014/15 . Porca misera. Quanta gente. Nell'Area Comunicazione ci sono più persone che giocatori in panchina.
La bella bionda dovrebbe essere tale Enrica Tarchi, direttore ufficio stampa.
Allora vado a vedermi l'organigramma societario del Napoli 2014/15. L'area comunicazione è formata da sole due persone: Nicola Lombardo e Guido Baldari. Che quest'anno si sono distinti per aver fatto toccare al Calcio Napoli uno dei punti più bassi sul piano della comunicazione. Dall'imbarazzante presentazione a Dimaro fino al prolungato silenzio stampa di questo periodo.
Un disastro. Diciamocelo.

Poi se andiamo a vedere l'Area Direttiva salta maggiormente all'occhio una sostanziale differenza. 
La Juventus (ma anche Milan e Inter) è una vera e propria azienda. Articolata. Ci sono nomi e cariche in quantità. Ci sono ex calciatori come dirigenti (cosa bellissima che a mio modesto avviso da un forte segnale di appartenenza alla maglia). Possono vantare i servigi dell'avvocato Giulia Buongiorno per la giustizia sportiva (vedi caso Conte). 
Il Napoli si avvale di tal Mattia Grassani che, oltre a non essere in organico, non è stato capace manco di impedire l'assurda punizione a Rafa Benitez per la frase di Parma.
Il Napoli appare come una media impresa a conduzione familiare. Certo, con i conti in regola e una sana gestione. Ma non comparabile all'organigramma delle "strisciate".

Inoltre il Calcio Napoli non fa nulla per rendersi simpatica. Per accattivarsi giornalisti, federazioni sportive e tifosi.
Non conosce la "captatio benevolentiae". Quest'anno addirittura abbiamo avuto il fuoco amico dei giornalisti "napoletani". Cito ad esempio quel cialtrone di Raffaele Auriemma che quest'anno si è distinto per una inspiegabile crociata anti-Rafa. Il famoso #SpallaASpalla non c'è stato. Mai.
In queste condizioni, converrete con chi scrive, creare "l'ambiente" diventa impresa praticamente impossibile. E senza un ambiente sano e sereno, statene pur certi, non arriveranno manco i risultati.

E credo che di queste considerazioni si dovrebbe far tesoro per ripartire l'anno prossimo con lo spirito di gettare le basi per costruire non soltanto una grande squadra, ma soprattutto una grande società sportiva capace di inorgoglire chiunque abbia la fortuna di indossare quella stupenda maglia azzurra.
Forza Napoli. Sempre.


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