30 maggio 2015

Il Peggio della Campania.

Col tempo impari che le belle storie in politica non esistono. E se esistono sono esclusivamente di minoranza. Ma quando ti proponi al governo della cosa pubblica ci sono solo interessi e garanzie per quegli interessi. Tu stesso devi essere garanzia. Garanzia per lo status quo. Diversamente sarebbe rivoluzione. E non mi pare che all'orizzonte se ne scorga traccia.

Domani nella mia regione, la Campania (ex Felix), saremo chiamati al voto per scegliere i prossimi cinque anni di governo. Come detto, non c'è alcuna bella storia. Nessuna rivoluzione. Tutt'altro. I due schieramenti maggioritari (PD e Forza Italia) si sono talmente impegnati nel rinnovamento e nello svecchiamento da riproporre esattamente lo stesso schema di cinque anni fa: Caldoro vs De Luca. Ancora loro come nel 2010.

Di Stefano Caldoro non c'è molto da dire semplicemente perché in questi cinque anni in cui ha governato la Campania non ha fatto nulla (per riferimenti andate qui). O meglio, ha semplicemente gestito e certificato il più spaventoso arretramento e impoverimento della regione Campania degli ultimi trent'anni. Guardatevi attorno. Sanità, trasporti pubblici, ambiente, strade. Tutto è peggiorato. E Caldoro è stato il miglior garante possibile per gestire privatizzazioni selvagge (cfr. TPL campano) garantendo rendite acquisite e sottraendo servizi per i cittadini più poveri (cfr. Sanità pubblica).

"Quando il popolo avrà scelto il problema non si porrà più". Sembrerebbe una frase detta da Silvio Berlusconi. Invece l'ha detta qualche giorno fa Vincenzo De Luca poiché, in base alla legge Severino, risulta essere incandidabile (come saprete la legge Severino si applica solo agli altri e pare che non valga per il PD).
Ma che De Luca fosse impresentabile lo si intuiva anche senza magagne giudiziarie.

Vedete, su Vincenzo De Luca da anni aleggia il mito del grande sindaco, dell'illuminato amministratore che fa risorgere una città, integerrimo sceriffo con tolleranza zero. Qualcuno si spinge a definirlo persino grande statista. Ebbene, per "Vincezo 'a funtana" vale quanto già detto in passato per Gianfranco Fini: è nettamente sopravvalutato.
Senza voler togliere meriti evidenti ma riportando il tutto alle giuste proporzioni, basti sapere che la città di Salerno conta 135mila abitanti (Napoli ad esempio ne conta 990mila) su una superficie di appena 59km quadrati (la sola Giugliano ne conta 94km).

La politica di De Luca è vecchia. Ed è basata sulla costruzione del consenso attraverso il cemento, le clientele e una buona dose di populismo distillato in diretta televisiva su un'emittente locale.
(io poi personalmente lo ritengo anche proto-fascista, ma questa è una mia sensazione personale)

Di questa orrenda campagna elettorale dove si è parlato molto dei personaggi e poco dei problemi da risolvere, restano le belle storie di Marco Esposito con la sua lista civica MO! l'unico che abbia avuto il coraggio di parlare di Nuova Questione Meridionale, quella di Valeria Ciarambino del M5S per l'energia e la determinazione con cui ha cercato di riportare al centro della politica il bene comune, quella di Salvatore Vozza che è riuscito nell'impresa (ardua) di aggregare quel che è rimasto della sinistra in Campania. Ma come detto all'inizio, queste storie seppur belle lo sono in quanto minoritarie.
Verrebbe quasi da chiamarsi fuori. Dire "no, non voglio scegliere perché nessuno di voi mi rappresenta. Perché io, noi tutti meritiamo qualcosa di più di un ectoplasma o di un capuzziello!".
E allora forse vale la pena provare a investire un poco del nostro tempo in una bella storia.
Chiamarsi fuori è impossibile. Se la Campania voterà De Luca la Campania sarà De Luca, esattamente come per molti anni l’Italia, che ci piacesse o meno, è stata Berlusconi. Paradossalmente i partiti che da anni gestiscono con grande controllo i nomi degli eleggibili sono l’altra metà della nostra debolezza. Nel caso di De Luca (ma anche di altri candidati imbarazzanti del PD in giro per l’Italia) la retorica della rottamazione esce rottamata come di più non si potrebbe. E questo perché molto spesso non ha saputo imporre un metodo semplice a prova di elettore scemo: mettere in lizza candidati migliori.
(Mantellini - Gli elettori)


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