3 novembre 2015

Beneventum, 1985

3 Novembre 1985.  Fa freddo a Benevento. Pioviggina e fa freddo. A Benevento fa sempre freddo. Credo che sia un fatto mentale. Per chi viene, come noi, da Napoli, la città di Benevento è "'ncopp' 'a muntagna". Quindi fa freddo, a prescindere.

Stadio Santa Colomba. Sono con mio padre. Seduti sulle scomode gradinate della tribuna centrale. E' domenica pomeriggio e siamo qui per guardare un partita. Il Benevento, squadra locale, contro la Cavese, compagine salernitana. Quasi un derby.
In realtà a me e a mio padre non frega nulla di questa partita. Ma comunque siamo costretti a stare qui, su questi spalti, 'ncopp 'a muntagna. Amor familiare, come dice papà. Mia cugina, versante paterno, è sposata da qualche anno con un calciatore. Un difensore, mezza pippa, cresciuto nella primavera del Calcio Napoli con la speranza di fare il grande salto in Serie A. Oggi è seduto sulla panchina del Benevento Calcio. Noi da sopra lo salutiamo con la mano ogni volta che si gira o quando si alza per fare riscaldamento.

Sappiamo tutti che manco oggi giocherà, ce l'ha annunciato mia cugina venendosi a sedere sconfortata accanto a noi. Dice che l'allenatore è uno stronzo e che finita questa stagione il marito deve trovarsi un'altra squadra che non lo mortifichi come questa. Io ho solo undici anni ma mi è già chiaro che in realtà il marito di mia cugina è un pezzo di legno senza alcun talento e che il suo culo conoscerà tante e tante altre panchine.
Quindi siamo qui, in questo stadio mezzo vuoto a guardare uno schifo di partita tra due scarsissime squadre di serie C1.
Ma sia io che mio padre nelle nostre orecchie abbiamo un auricolare. Questo auricolare e collegato ad una radietta AM/FM. Questa radietta è collegata su "Tutto il Calcio Minuto per Minuto". Tutto il Calcio Minuto per Minuto ci sta raccontando "La Partita". "La Partita" è Napoli-Juventus.
Non siamo i soli. Attorno a noi quasi tutti guardano il campo del Benevento ma ascoltano la radiocronaca delle partite di Serie A. Tutti, non solo noi, attendono il miracolo allo Stadio San Paolo. Il miracolo di Diego Armando Maradona.

Inutile e superfluo ricordare cosa rappresenti per un tifoso meridionale la partita con la Juventus.
Ogni tanto un signore seduto sulla panchina del Benevento si gira, mi guarda e con le dita della mano racchiuse a cono mi fa cenno per sapere a che sta la partita del San Paolo. Io rispondo con due cerchi fatti con pollice e indice di entrambe le mani. Zero a zero.
Quasi alla fine del primo tempo mio padre smozzica una bestemmia. Espulso Bagni insieme a Brio. Sugli spalti dello stadio di Benevento si rumoreggia. Finisce il primo tempo al San Paolo. L'arbitro fischia anche qui. Sugli spalti dello stadio di Benevento si parla solo di Napoli-Juventus.
Comincia una pioggerellina più fitta. La temperatura si abbassa ancora. Mi stringo accanto a mio padre, legati dal filo degli auricolari. Ricomincia la partita qui e anche l'altra via etere.
Mia cugina ci informa di aver saputo da suo marito che forse l'allenatore del Benevento ha deciso di farlo giocare. Manco lo finisce di dire e il Benevento prende gol. Niente da fare. Mia cugina cade in depressione. Poco dopo il Benevento pareggia. Esultiamo un poco tutti applaudendo in modo composto, ma siamo tutti con la testa al San Paolo.

Arriva il settantesimo minuto. La radiolina ci racconta di Maradona atterrato in area. Rigore, urla qualcuno. No, punizione a due in area. Quello che è successo dopo è pura poesia.
Il ragazzo argentino di Lanus da posizione impossibile, su punizione, mette il pallone in rete. Dalla radio a stento si sente il commento del radiocronista coperto dal boato del San Paolo.
Tutto lo stadio di Benevento, appresa la notizia, si esibisce in un tremendo boato. Io grido istericamente abbracciato a mio padre.
In campo i giocatori delle due squadre si fermano. Guardano smarriti la panchina e gli spalti. Il pallone viene buttato fuori. Dalla panchina del Benevento si alzano tutti, girati verso di noi chiedendo cosa sia successo. Tutti gridiamo "Maradona!!". Abbracci e applausi anche dalla panchina. Attorno a me tutti in festa.
Intanto la partita riprende. Ma ormai non esiste altra partita all'infuori di quella di Fuorigrotta che volge al termine.
Triplice fischio. Benevento-Cavese, 1-1; Napoli-Juventus, 1-0.

Oggi son trent'anni esatti da quel giorno. Mia cugina in seguito divorziò dal calciatore, il quale calciatore si confermò una pippa, il Benevento finì terzultimo ma fu ripescato perché la Cavese venne retrocessa causa totonero, il Napoli finì terzo in campionato ma cominciò il cammino che portò due scudetti e una coppa Uefa sotto il Vesuvio, a Benevento fa freddo, Maradona è sempre meglio di Pelè.



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