25 aprile 2016

Ecosistemi Software Napoletani ovvero l'incomunicabilità instituzionale.

Partiamo da una definizione tecnica.
Ecosistema Software. Cos'è?
defined as a set of businesses functioning as a unit and interacting with a shared market for software and services, together with relationships among them. These relationships are frequently underpinned by a common technological platform and operate through the exchange of information, resources, and artifacts.
In pratica è quella condizione secondo la quale un dispositivo elettronico lavora molto meglio (per volontà del produttore) se affiancato da altri dispositivi della stessa "famiglia".
Diciamo che il produttore agevola e ottimizza alcune funzionalità se queste sono consumate da dispositivi "amici".
Ovviamente questi agevolazioni sono alle volte semplici leve commerciali per "favorire" l'adozione di un dispositivo rispetto ad un altro.
Esempi di ecosistema sono quelli creati da Apple (MacOS, iOS), Microsoft (Windows 10) e Google (Android e Google's App).

Da ieri, con la venuta a sorpresa del Primo Ministro Matteo Renzi a Napoli (terza volta in un mese, record), abbiamo anche un altro Ecosistema. Quello del PD.

Vi spiego. Ieri arriva a Napoli il nostro baldanzoso Renzi e si fionda direttamente in Prefettura per sottoscrivere tale "Patto per la Campania" con il governatore De Luca.
La comunicazione funziona benissimo tra MatteOS e VecienzOS essendo i due OS (Operating System) dello stesso produttore. Il PD.
All'incontro però manca una figura fondamentale. Non c'è il Sindaco di Napoli. Non è stato invitato.

Perché? Perché a Napoli i cittadini hanno deciso di adottare per il governo del Comune un altro sistema operativo. Il GiginOS basato su standard diversi e tecnologia più Open.
C'è da sottolineare però che l'adozione di un altro OS è consentito ed è documentato dalle specifiche funzionali di base chiamate CI (Costituzione Italiana).
Questo GiginOS però non è molto supportato (e sopportato) da MatteOS. I due sistemi non dialogano e non si scambiano informazioni e spesso e volentieri vanno in crash se li si mette in collegamento.

Alle lamentele dei cittadini napoletani di questi continui mal funzionamenti, il MatteOS risponde che per un corretto funzionamento di tutto l'ecosistema, anche il Sindaco dovrebbe essere dello stesso produttore, cioè il PD.
E per aiutare il concetto, il MatteOS ha invitato in Prefettura, senza alcun titolo, tale Valeria Valente attuale candidata a Sindaco di Napoli per il PD.
Come dire, MatteOS ha mostrato a noi comuni mortali come gli garberebbe che fosse la prossima riunione istituzionale a Napoli. Un suggerimento, via!

Agevoliamo la foto a corredo.

A questo punto, considerando che MatteOS si è autoproclamato candidato Primo Ministro dopo una mirabile scalata interna al PD ed è arrivato a Palazzo Chigi senza passare per le urne (come nel Monopoli), si potrebbe anche ipotizzare che il prossimo Sindaco di Napoli ce lo scelga a sua gusto e piacimento, tanto il voto sta diventando una fastidiosa perdita di tempo, su Bagnoli ci ha messo un bel Commissario con poteri esecutivi. Ma in fondo che problema c'è?
Ci pensa MatteOS.

Ah, buon 25 Aprile a tutti.


3 aprile 2016

No-Triv: Io voto e voto Sì

Non perdete tempo nel leggere complicate analisi su quante piattaforme ci sono in Italia, a quante miglia dalla costa, quanti barili estraiamo dal mare, se il quesito è posto correttamente o meno.
Non ci prendiamo in giro.
Non ci capiremo mai un cazzo. Non avremo mai tutte le informazioni a disposizione per poter giudicare e farci un'opinione seria al riguardo.
(se poi proprio volete, per approfondire qui ci sono i Pro http://www.fermaletrivelle.it/ e qui i Contro che in realtà sono per l'astensione http://ottimistierazionali.it/)
Allora?
Allora la questione, sempre a mio modesto parere, è abbastanza semplice.
Il referendum in questione ha un valore strettamente simbolico. Con due dimensioni di analisi.

La prima dimensione: Il Nostro Futuro.
Il punto non è tanto le trivelle, il mare e tutto il resto.
Stiamo parlando della politica energetica da adottare in Italia per i prossimi anni. Parliamo del futuro nostro (poco) e dei nostri figli (un poco in più).
L'Italia non è e non è mai stata energeticamente indipendente. Il petrolio e il gas lo importiamo e quel poco che riusciamo ad estrarre non basterebbe per il fabbisogno di una sola regione.
La domanda che ci dovremmo porre è quindi: continuiamo su questa strada o magari sarebbe il caso di cominciare ad investire su fonti energetiche alternative e su una politica di sostenibilità e risparmio energetico?
È fuori dubbio che una vittoria del "Sì" con numeri importanti, avrebbe un impatto altissimo sull'agenda politica del paese. Molti politici comincerebbero a sgomitare per cercare di occupare questo inaspettato spazio politico e di consenso; magari si potrebbe tornare a parlare di ambiente in un paese senza più un partito ambientalista.

La seconda dimensione: Il Nostro Voto.
Non è banale. Un referendum è sempre un momento importante. Far fallire una chiamata diretta è una implicita ammissione di delega. Significa "Non mi frega una fava, fate il cazzo che volete". Da quel momento in poi però non avete più diritto di lamentarvi. Il vostro posto è il vestibolo dell'Inferno, sede degli ignavi.
Non dovete votare nessuna persona. Dovete esprimervi, siete chiamati a rispondere. Sì o No. Non importa cosa sceglierete. Sì o No. Ma andate. Votate. Alzate il culo e votate.
Se c'è qualcosa che in questi ultimi anni è mancata nel nostro paese in termini di democrazia, beh, siamo proprio noi e la nostra voce.
Usiamola.