21 luglio 2017

In attesa che si verifichi un Accadimento straordinario


Quelli erano quattro giorni di pioggia a Napoli. Li raccontò in modo superbo Nicola "Nick" Pugliese.
La pioggia. Quella che da queste parti manca da circa sei mesi. Fa caldo. E ci siamo accorti che il Vesuvio aveva (aveva) degli alberi. Tanti. Li abbiamo visti in cielo, sublimati in denso fumo bianco. Ci siamo ricordati che il Vesuvio è un Parco Nazionale. Che c'era l'Oasi degli Astroni. Natura protetta. Poco e male.

L'angosciante constatazione del "collasso di quelle protezioni materiali e culturali cui si affida una comunità per difendersi dalle forze che la minacciano". Emergenza, sempre e comunque. Siamo tanti, e non sappiamo (più?) come stare insieme.
E questo caldo manco aiuta. Fiacca il fisico e la mente. Che viene voglia di abbandonarsi al caso.

Ma perché non piove? "Deve" piovere! Un segno dal cielo. Lo sguardo verso l'alto, o puntato in uno specchio, occhi che si fissano, come quelli di Andreoli Carlo mentre si rade «perché lui sapeva bene quanto fosse attaccato alle sue pietre, a questa vita desolata e grigia del mare in ottobre»

E poi, arriverà la pioggia a placare quest'angoscia, a pulire aria e terra.
«E la finzione allegra del fatto collettivo si era trasformata adesso in dura constatazione di solitudine. E questo restava, della città impagabile, questo soltanto, e l’ombra d’un passato scolorito e la retorica che pretendeva di essere poesia, e nulla, e nulla, e quale città diversa avrebbe vissuto un giorno?, quale città?»

7 luglio 2017

Castelli di Sabbia

Se andate qui https://goo.gl/maps/axj13WM6an42 , potrete farvi un un'idea di com'era ad Aprile 2016 lo stato del palazzo di Rampa Nunziante a Torre Annunziata la cui parte posteriore oggi alle 6:30 del mattino è venuta giù miseramente.
Di seguito alcuni screenshot presi da StreetView:








6 luglio 2017

Prendere sul serio

Oggi l’obbligo contro cui ribellarsi [...] è quello di non prendere mai nulla sul serio. Il «farsi una risata» come risposta a tutto, l’essere sempre ironici per non mostrarsi mai troppo coinvolti in nulla, perché coinvolti equivale a vulnerabili, e dunque ironia sempre, cinismo e disincanto, non devi dare mai l’impressione di credere fino in fondo a quel che dici. Soprattutto, fai vedere che ti stanno sul cazzo gli «intellettuali». Risulta molto più facile se adotti l’espediente di chiamare «intellettuali» tutti quelli che ti fanno sentire vulnerabile. Chiama «pippone» qualunque cosa scrivano o dicano.
(da: La corazzata Potëmkin, la rivolta e i «necrotweet» su Fantozzi)



3 luglio 2017

Mai! Non ci avrete mai! Forse

Abbigliamento di Filini: berrettone Sherlock Holmes con penna alla Robin Hood, poncho argentino di una sua zia ricca, scarpe da tennis con sopra galosce, carte topografiche e trombone da brigante calabrese. Fantozzi: berretto bianco alla marinara di sua figlia Mariangela, giacca penosamente normale stretta in vita da gigantesca cartucciera da mitragliatrice residuato dalla seconda guerra mondiale, fionda elastica, siero antivipera a tracolla, gabbietta con canarino da richiamo e gatto randagio da riporto subito fuggito durante le operazioni di partenza.
(da http://www.ilpost.it/enricosola/2017/07/03/paolo-villaggio-scrittore/)



Paolo Villaggio (Genova, 30 dicembre 1932 – Roma, 3 luglio 2017), che era serio.

2 luglio 2017

La Messa Laica di Vasco Rossi

Che bello Vasco.
Mi ricorda sempre la mia stupenda adolescenza, mentre tutti ascoltavano la sua musica che di solito era in combo con U2 o Eros Ramazzotti, io e i miei amici scoprivamo roba tipo i Faith No More, Anthrax, King Diamond, NOFX, Tankard, Helloween.  
Vasco cantava Brava Giulia mentre io passavo le serate al Tien'A'Ment ad ascoltare dal vivo Contropotere, The Fuzztones, Randagi e a iniziare timidamente ad esibirmi live.

Vasco Rossi ha scritto (poche) bellissime canzoni. Come tanti altri artisti. Quello che invece ho da sempre mal digerito è la sua "Chiesa". Suo malgrado, Vasco Rossi ad un certo punto si veste da santone. Andare ad un suo concerto diventa come per un musulmano andare a La Mecca. Questa cosa lo ha reso ai miei occhi insopportabile, un'omologazione da cui stare lontani.

La ribellione borghese anni 90 in Italia passa per Vasco. L'atto più rivoluzionario che si possa immaginare nella provincia italiana è ascoltare "il Blasco", fumarsi una canna, farsi un tatuaggio e disimpegnarsi dalla politica perché è tutto una merda. Più omologati degli omologati. Ecco, forse più che il Signor Rossi, non sopporto i suoi fan, specie quelli più accaniti.

"Come? Non ti piace Vasco Rossi??" quasi come fosse impossibile o da eresiarca non gradire l'eroe di Zocca.
Vagli a spiegare che sì, alcune canzoni sono proprio belle, le ascolto con piacere ma che però c'è proprio tanto di meglio e che a me pure gli U2 non hanno mai detto nulla.

Forse è quella stessa malattia di cui parlava Nanni Moretti in Caro Diario "Io credo nelle persone. Però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre d'accordo e a mio agio con una minoranza."
Quella minoranza che ieri sera se n'è fregata dell'ennesima messa laica officiata da Vasco Rossi ma che se capita in radio "Liberi Liberi" l'ascolta con piacere.