2 giugno 2012

ICT Spending Review

Caro Ministro Giarda,
di seguito mi permetto di dare qualche piccolo suggerimento su come risparmiare qualche soldo nella P.A. alla voce ICT (campo che bazzico ormai da 15 anni):

1) Gli investimenti ICT sono strategici. E su questo non ci piove. Rendiamoci però conto che negli ultimi 10 anni questa voce di spesa è stata spesso utilizzata come "spesa di comodo" per far transitare mazzette e favori. Perchè? Perchè l'ICT è un campo ancora poco conosciuto in cui gli addetti ai lavori hanno facilmente le mani liberi causa un'oscurantismo misto ad ignoranza di quasi tutti i dirigenti della P.A.
Come risolvere? Nella P.A. è necessario avere personale qualificato che sappia governare e valutare gli investimenti ICT sia Hardware che Software.
(è scandaloso che ancora oggi in molte aziende pubbliche la gestione ICT sia esternalizzata e affidata a società private)


2) Riuso. Questa è la parola magica che deve diventare legge negli investimenti ICT.
Focalizzare l'attenzione sulla funzione del software (function) se si vuole realmente creare un riuso.
L'esperienza della Bacheca del Riuso in Campania, è stata cosa buona. Poi per effetto di quello che ho spiegato nel punto 1, tale Bacheca si è rivelata un veicolo monopolistico a vantaggio di alcuni "soliti noti"

3) SaaS. Software As A Service. Se ne parla ormai da qualche anno.  Nella P.A. dovrebbe essere "La Regola". Prima ancora di adottare una soluzione software, andrebbe richiesto come requisito base la possibilità di esporre all'esterno i servizi per chiamate remote in modo trasparente (Web Services, RPC etc.).
Al concetto di SaaS è legato anche quello di cloud computing che potrebbe in alcuni casi far risparmiare anche in architetture hardware inutilmente ridondate.

4) Costo Standard. Mettiamoci d'accordo ad esempio su quanto costa una soluzione CMS. E quali debbano essere i minimum requirement. Se facessimo un bella analisi storica di quanto gli Enti Pubblici hanno speso per un CMS, avremmo cifre dai 2.000 Euro fino a svariati milioni di Euro. Per le stesse, identiche "funzionalità".
Ricordo ancora che la soluzione "portal" di un noto colosso dell'informatica (magica parola che agli albori del 2000 era un totem nella pubblica amministrazione) era quotata solo "licenza" (quindi da aggiungerci il progetto) 85milaeuro.
Questi mega progettoni con super architetture ultra integrate piene di supercazzole maturate antani, non hanno quasi mai prodotto nulla in termini di benefici alla P.A. e ai cittadini.
E allora diciamo ad esempio che un CMS (con tutti i fiocchettini e orpelli) non dovrebbe costare più di 10milaeuro.

5) Open Source. Sicuramente. Ma attenzione, che Open Source richiama ancora il punto 1. L'Open Source nella P.A. deve essere affiancato da una competenza interna. Persone che sappiano gestire e seguire i vari progetti. Altrimenti Open Source si rivela un boomerang di costi.

6) Più che un punto, una domanda seria. Ma è mai possibile che ancora oggi vedo in alcune aziende pubbliche faraonici progetti di Document Management System e poi quell'azienda non ha manco la PEC o peggio ce l'ha ma non la usa?

7) Siti Web. La legge Stanca ha solo rotto le palle ai Web Designer e dato l'occasione a molti enti pubblici di spendere più soldi per adeguare i loro portali.
Sicuramente l'accessibilità è cosa buona. Ma la vera accessibilità che manca ancora è quella dei servizi.
Gli Enti pubblici devono investire per creare interfacce pubbliche ai loro dati e servizi.
Ipotizzare un accesso libero o in alcuni casi a pagamento.

8) A pagina 30 di questo documento che vi invito a leggere c'è una bella immagine di come anche sull'ICT questo paese sia profondamente diviso. Ma questa volta senza nord-sud, c'è una distribuzione a macchia di leopardo delle eccellenze.
E se affiancate questi dati con quelli di spesa, capirete che nel settore ICT più che una sforbiciata sarebbe necessaria un poco di competenza.




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