24 dicembre 2014

Natale 2014. Istruzioni per l'uso.



E insomma:

  • La Tombola. Al simpatico guascone che all'estrazione del primo numero griderà "Tombola!!", potrà essere asportato uno dei due padiglioni uditivi a morsi.
  • Se all'apertura del banchetto qualche commensale insiste per osservare un minuto di silenzio per i due Marò, siete autorizzati a scappare senza salutare.
  • Inviare dettagliato resoconto delle portate del proprio cenone via whatsapp o su facebook, è assimilabile ai disturbi della personalità. Concentratevi sui vostri cari. Un paio d'ore di offline vi farà solo bene.
  • Dire "Felici Saturnalia!" al posto di "Buon Natale!" per fare i tipi che snobbano le tradizioni cristiane, vi metterà solo a rischio di badilate dietro la schiena.
  • Le lucine di natale intermittenti con la musichetta sono belle. Ma solo per 12 secondi. Poi interviene il fenomeno della frantumazione testicolare. Spegnere o silenziare.
  • Solo se vi sedete a tavolo alle 18:30 e riacquistate la posizione eretta verso le 23:45, potrete chiamarlo "Cenone". Diversamente è una normale cena.
  • Alla richiesta insistente di vostra madre di scendere per partecipare alla funzione di mezzanotte in chiesa, potrete presentare regolare certificato medico di non idoneità o in alternativa esibirvi nella mossa dell'onda energetica di Goku e sperare che funzioni.
  • Il cappellino da BabboNatale no. No! Appellatevi alla "Dichiarazione universale dei diritti umani"
  • La pagliacciata del travestimento da Babbo Natale per far felici i bambini, risparmiatevela. I bambini hanno già capito chi siete guardandovi negli occhi.
  • In questi giorni evitate di pesarvi. Eviterete inutili depressioni.
Auguri, ne abbiamo bisogno.


21 dicembre 2014

Gigantesca seduta di psicoanalisi collettiva

Prima quando leggevo queste cose, mi innervosivo, mi amareggiavo. Ma che schifo questo internet!
Adesso, invece, leggo queste cose con estremo divertimento. Perché adesso una cosa mi è molto chiara. Questi siamo noi.
Internet, e in particolare i social network, hanno solamente rivelato le cose esattamente come sono.
Può dare sicuramente fastidio. Sorprenderci. Come ad esempio questo genio illuminato.


Ecco alla fine io ho elaborato la mia personale teoria che sui social network ogni giorno va in onda una gigantesca seduta di psicoanalisi collettiva.
Internet è semplicemente un mezzo. Una levatrice. Che ci aiuta a partorire e a portare alla luce cose che normalmente, e in presenza di una relazione dal vivo, difficilmente verrebbero fuori.

Dai leoni da tastiera ai complottisti invasati, dai vanesi ai tuttologi, dai food addicted alle fashion selfiste, dai qualsiasi cosa "time" agli entusiasti utilizzatori compulsivi di vocali "ooooo" "eeeeeee" "aaaaaa".
Siamo noi. Siamo così. Ed è bello specchiarsi e ricordare che la nostra struttura biologico neuronale è in grado di elaborare tutto ciò.

p.s la fonte di questo commenta è questa pagina che dovete seguire assolutamente.


18 dicembre 2014

POH-TAAA-TOH-OH-OH

Una giornata tipo.
Tipo ieri. Sera.

La Riccia che si è buttata in questa avventura molto rischiosa di suonare un pezzo al piano durante la recita di Natale. Ieri le prove. Ancora incertezze. Poca organizzazione. "Hai messo in conto che potrebbe andare male?". "Sì, e lo faccio per divertirmi". "Sicura?". "Sì."

La Bionda con mal di testa e una latente influenza. Dormita pomeridiana e poi la piscina. Il faccino pesto con un bel paio di occhiaie foriere di malanni."Mi fa male la testa". "Io direi di tagliarla". "Papà...."

Nina che per tutto il giorno si è esibita in una efficace imitazione della trottola. Spedizione del libro "Minuti Montati", le due nane a scuola, le due nane in piscina, le due nane coi compiti, la Tari alla posta, la spesa al supermercato, più altre mille varie ed eventuali. Alla fine le tocca pure il recupero rifiuti umani presso l'uscita autostradale di Nola.

Il rifiuto umano da recuperare sono io. Scaricato a volo, verso le sette e mezza di sera, dall'auto del collega con cui ho condiviso una entusiasmante (...) giornata nel casertano in uno stabilimento industriale a fare report e query sui dati del personale. Ho la testa pesante, gli occhi me li sento incavati fin dietro la nuca.

Ci sediamo a tavolo. Tutti e quattro. Ognuno di noi ha stampato sulla faccia la propria giornata. Ci raccontiamo fatti e aneddoti, tra una forchettata di spinaci e una costoletta di maiale.
A differenza di altre sere, però, siamo tutti un poco mosci, ogni tanto un sospiro.
"Papà!!" "Ch'è?!" "Dimenticavo! Dobbiamo farti vedere una cosa!"
Nina prende il notebook, lo mette al centro del tavolo e vediamo tutti insieme, vicini, un video su youtube.
Improvvisamente iniziamo a ridere tutti e quattro. A crepapelle. Sul finale ridiamo fino alle lacrime. E tutte le nostre stanchezze, gli affanni e gli acciacchi scompaiono in un momento.
La giornata trascorsa adesso è solo un ricordo. Siamo noi quattro insieme. Il resto non conta.

p.s.
Il video è questo:




15 dicembre 2014

Eleganza Italiana

No, non è uno scherzo. Questa cosa che vedete, e per la quale l'unico aggettivo che mi viene in mente è "ciarpame", rappresenta la "mascotte" per Expo Milano 2015.




13 dicembre 2014

De Cum Servàre

Premessa. Errare è umano. Certo. Ma un buon corollario, oltre al già noto sul perserverare, potrebbe essere "ma dipende da quanto mi rompi i maroni".
Premessa due. Siamo nel 2014 avanti cristo, mandiamo sonde sulle comete, abbiamo srotolato e mappato tutto il DNA e siamo in piena prima Era Digitale. Gli amanuensi non sono tollerati.

Interno casa. Sera. Di ritorno dal lavoro dopo una giornata passata a risolvere problemi. E non mi chiamo manco Wolf. Apro la porta ed entro. Nel mentre mi esibisco nel classico gesto dello sfilamento della mia borsa a tracolla, da sotto al gomito con lo sguardo, avverto una presenza anomala sul muretto d'ingresso.
Una busta bianca. Grande. Quasi quadrata. Zoom immediato 400x sul logo stampigliato sull'angolo alto a sinistra.
Una "E".
"Porcocazzo!". Sì, è proprio una "E". Anzi, è proprio quella "E".
Il terrore provato è pari all'arrivo della Santa Inquisizione di Tomás de Torquemada, dei sette flagelli d'Egitto.
Istintivamente, serro le natiche con una spasmo immediato dei muscoli, allungo la mano tremante sul muretto d'ingresso e, sollevata la busta bianca, ho la certezza.
Equitalia.
Mentre farfuglio una serie di bestemmie sottovoce, con la mente cerco di andare a ritroso nel tempo. Come quando da piccolo, improvvisamente, nei momenti di pace e calma, mia madre urlava "Gianlucaaaa!!!!" e io cercavo di ricordare quale guaio avessi fatto e occultato, per capire se scappare o meno.
Faccio un veloce ripasso. Canone Rai. Pagato, e anche sempre (che mi danno pure del cojone). Bollette quasi tutte domiciliate proprio per evitare disguidi. Tasi, Tares, Tarsu e Taccivostra le ho pagate fino all'ultimo centesimo. Multe? Cazzo! Vuoi vedere che è una multa?

Apro il plico e la prima cosa che mi salta subito agli occhi è un numero. In grassetto. Ho quasi un mancamento. Cinquecentoventotto.
Le natiche adesso sono saldate. I pensieri vanno veloci. Cosa ho fatto? Calma. Leggiamo.
Duemiladieci. Mancata riscossione. E' il Comune di Napoli. Sì, è proprio una multa.
Ma com'è possibile? Ho sempre pagato tutto. Leggiamo bene.
Mancata riscossione di una multa del 2010 dell'importo di 135 Euro (che con penali e spese varie è arrivata alla considerevole cifra di 528 Euro)
Rileggo per ben quattro volte. Oh! Io questa multa l'ho pagata!!

Flashback:Ottobre 2010. Nina a Ostuni per lavoro. Io a casa ad accudire le due pargole rispettivamente di cinque e tre anni. La mattina le accompagno a scuola. E' tardissimo. Scelgo di andare a lavoro direttamente con l'auto. L'ufficio è al centro di Napoli. Quel giorno è attivo il divieto di circolazione per tutte le auto non EuroIV o non a gas. Divieto che è stato completamente rimosso dalla mia mente. All'altezza del Maschio Angioino, un vigile urbano mi ferma per un promemoria e, nonostante le mie suppliche, mi appioppa un verbale di 135 Euro (e dire che io di solito viaggio solo con i treni).

La multa il giorno dopo viene pagata.


Ma certo! L'ho pagata! E adesso questi cosa vogliono?
La mia unica speranza ha un solo nome. "Nina!!". Le chiedo con sguardo supplichevole se abbiamo da qualche parte conservate le ricevute dei pagamenti.
Nina ci pensa, poi, senza dire nulla, scompare in camera da letto. La sento rovistare.
Riappare dopo poco tempo, avvolta in una luce abbagliante, si odono canti angelici, mentre sorridendo viene verso di me sventolando la ricevuta di un bollettino postale.
Con estrema attenzione confrontiamo il numero del verbale sul bollettino con quello riportato sulla cartella esattoriale di Equitalia. Coincidono. A limone!
"Siiiii!!!!" Se avessi avuto un DJ personale in quel momento gli avrei chiesto di passare "We Are the Champions" dei Queen.
Avverto un graduale rilassamento dei glutei.

Il lieto fine di questa storia consiste in una mezza giornata persa da Nina per andare in un ufficio dei Vigili Urbani di Napoli a contestare la riscossione.
In questo ufficio Nina ha avuto modo di verificare che il nostro non era l'unico caso. Anzi.
Che questi errori di errata trascrizione dei pagamenti di multe da parte dei Vigili Urbani di Napoli, sono all'ordine del giorno. E sapete perché? Perché nel 2014 questi signori le trascrizioni le fanno ancora a mano.

Detto questo, cari lettori, il mio consiglio, dal profondo del mio cuore, è il seguente:
Non buttate mai nessuna ricevuta di pagamento. MAI!!


Un anno pessimo

Raccontare questo 2014 grazie alle immagine scattate da vari photoreporter in giro per il mondo.

2014: The Year in Photos, January-April - Part I
2014: The Year in Photos, May- August - Part II
2014: The Year in Photos, September-December - Part III

Io scelgo questa immagine per raccontare un mondo che ci sembra lontano ma che è poco lontano da noi. E per ridimensionare, prima a me stesso, i lamenti per il nostro quotidiano.





6 dicembre 2014

L'uomo è l'unico essere vivente che assume latte dopo lo svezzamento.

Dipende da come poni la domanda. Se sei bravo anteporrai una premessa del tipo "C'avete mai fatto caso che...". A quel punto hai in pugno la tua platea. Hai insinuato nelle stanche menti di questo inizio millennio un ragionevole dubbio.
"C'avete mai fatto caso che siamo gli unici esseri viventi ad assumere latte anche dopo lo svezzamento? Eh!? Per giunta di un altro mammifero!? Eeehh!!??" E allora vedi i volti delle persone illuminarsi. Le loro sinapsi hanno appena eseguito una velocissima scansione delle (scarne) conoscenze etologiche e zoologiche. 
No. In effetti. C'ha ragione! L'Elefante, l'Unicorno, Winnie the Pooh, non assumono latte dopo lo svezzamento. Cazzo! Vero! C'ha ragione! Come ho fatto a non pensarci! (*)

A questo punto, se sei bravo e capisci che il fianco ormai è scoperto, parte l'affondo.
"Il latte è veleno! Lattosio, pus, sfruttamento delle mucche! Basta latte!".

E così può capitare che nel 2014 Avanti Cristo, queste affermazioni vengano prese come "verità rivelata", senza che nessuno interrompa questa sequela di cazzate dicendo;

"Vero, siamo gli unici esseri viventi ad assumere latte anche dopo lo svezzamento, ma se è per questo siamo anche gli unici a cagare in un manufatto di ceramica preposto allo scopo, ad aver inventato mezzi di trasporto che volano, a cuocere i cibi e a scrivere un sacco di fregnacce su un elaboratore elettronico connesso in una rete di collegamento a livello planetario! Allora??".

Se beviamo il latte anche dopo lo svezzamento da più di duemila anni, magari, dico magari, forse centra il fatto che nel Neolitico i nostri avi capirono gli indubbi vantaggi della domesticazione degli animali e dell'allevamento favorendo così la selezione naturale umana di individui con un'alta tolleranza al lattosio?
E che magari il latte ha rappresentato per secoli uno degli alimenti più completi e più facilmente reperibile per l'uomo?
E che, magari, non è un caso che tra i nativi americani ci sia una intolleranza al lattosio pari al 100% considerando che non hanno mai allevato bovini?

Ho sempre più la certezza che gli indubbi benefici del progresso in un epoca di pace, abbiano generato una quantità notevole di idioti privi di qualsiasi lume della ragione.
Il cui numero, negli ultimi tempi, soverchia, e di molto, i vantaggi.

(*) Proprio per la precisione, questa cosa che siamo gli unici esseri viventi a bere latte anche da grandi è anche una stronzata bella e buona. Le formiche allevano gli afidi, cocciniglie o bruchi per poterne poi bere il loro nutriente latte (la melata!) quando gli pare e a qualsiasi età. W le formiche!


Campania Analogica 2014

In base al rapporto Censis 2014, in Campania quasi il 50% della popolazione, tra i 16 e 74 anni (quindi anche tra i cosiddétti "nativi digitale", non ha MAI UTILIZZATO un Computer. Poi dicono che non esiste una Questione Meridionale... (via Mantellini)

4 dicembre 2014

Le Belle cose

Belle cose. Ieri sera al Modernissimo ho partecipato alla presentazione della graphic novel "L'Arte della felicità". Qui potete leggere dell'evento.
Io ero uno dei quattro "blogger", questa categoria residuale che a breve sostituirà il panda nel logo del WWF, chiamati a raccontare la propria visione di Napoli. Grazie ad Alessandro Chetta che ogni tanto ci fa incontrare "de visu" per sfatare il "On the Internet, nobody knows you're a dog".

Belle cose. Poter abbracciare Gigi Scialdone che è apparso come una visione mistica mentre mi rammaricavo con Marino Guarnieri della sua assenza. "Ma non eri in Messico?". Gigi è ovunque.
Dopo la presentazione "ufficiale", nella quale ho apprezzato l'intervento di Maurizio De Giovanni, è toccata a noi quattro "blogger" raccontare la nostra visione parziale di Napoli.
Tra obelischi imbrattati, biciclette pieghevoli e pasta alla genovese, io ho scelto di leggere un mio vecchio post per raccontare "L'Arte dell'infelicità del pendolare".

Belle cose. Nell'attesa poter prendere un caffè con Luca e visitare la sede di Buzzoole mentre su via Roma scorreva un esiguo corteo di studenti che manifestavano contro il JobsAct (appena approvato)
Ma la giornata resterà memorabile per essere stato testimone casuale di un momento stupendo.

Piove. Tanto. Mi riparo sotto il cornicione del Modernissimo. Aspetto che arrivi gente. Sono in anticipo. Arrivano anche due ragazzini di corsa. Lei con cappuccio, piercing sotto il labbro inferiore, rossetto deciso. Lui pantaloni sopra la caviglia, scarpe lucide e capello rasato tranne nella parte centrale dove invece parte un mega ciuffo biondo.
Sono vicinissimi. Posso sentirli chiaramente.
Lui - Nient' te lo volevo dire. Mi piaci.
Lei - Ma ssì scem'??
Lui - Da quando ho visto la tua foto su Feisbùc aggio ditt' "Uà troppa bella", poi ne hai messa un'altra è ho detto "Uà chest' 'over' fa'" e allora ti ho voluta incontrare.
Lei - [ride]
Lui - E chest'è. Mi piaci. Te lo volevo dire. Mo lo so che staje penzan' "Chist' pare 'o pesce".
Lei - No, quann' maje... 
Lui - Allo'?
Lei - ..e che t'aggia dicere?
Lui - Niente, mo te l'ho detto. Pooo, penz' caaaaaa, [squillo del suo cellulare] Aspè...Pro', pro', Lucià?

A questo punto Lei scappa sotto il cornicione del palazzo difronte. Lui la segue.
E io avrei voluto dirle "Ma bacialo! Cosa aspetti?! Che le belle cose non tornano!"


2 dicembre 2014

Che cos'è l'amore?

Che cos'è l'amore?
Non puoi dare una risposta univoca. Perché l'amore è qualcosa di non tangibile e non esterno da noi.
E' qualcosa di intimamente privato. Quindi, la domanda è errata.
Riformuliamo.
Cosa fa fare l'amore?
Qui forse una risposta univoca c'è. L'amore altera la percezione del mondo che ci circonda. Odori, suoni, luci, visi, sapori. L'amore altera le interconnessioni neuronali. Distorce il mondo. Lo dopa.
E ne ho le prove. O almeno, credo.
Perché quando stamattina son uscito dal bagno di fretta e furia (è tardi!!) con solo i pantaloni e a torso nudo, è accaduto qualcosa. Qualcosa di molto particolare.
Vedete, devo fare prima una doverosa premessa. Sulla mia struttura fisica dalla cintola a salire, la quale può essere descritta con vari aggettivi (anche coloriti), ma che sicuramente non può dirsi "muscolosa".
Ebbene. Dicevo. Esco dal bagno, mezzo ignudo.
Incrocio una delle figlie nel corridoio. Che mi guarda. Ed è proprio in questo momento che, secondo me, si realizza un'alterazione percettiva, un rilascio di dopamina.
"Papà, come sei muscoloso!"
Ditemi, ora, se questo non è amore, cos'è?

p.s.
A margine, c'è da aggiungere che la figlia si è guadagnata un doppio regalo per Natale nonché una bella visita oculistica, ché non si può mai sapere...


Segui Babbo Natale


Google ha attivato questa bella applicazione Google's Santa Tracker,
Ogni giorno, fino a Natale, come un calendario dell'avvento online, ci saranno cose nuove da scoprire.
Per i bambini di ogni età.
Menzione speciale per il Calendario e per le Tradizioni.

(via TheVerge)



1 dicembre 2014

Windows 8 schermata "attendere" all'avvio

L'acquisto di un portatile per la moglie con Windows 8.1 mi sta regalando gioie (poche) e dolori (troppi).
Ultimo in ordine temporale: All'accensione del PC, dopo aver eseguito il Login, compare il desktop e qualche istante dopo una schermata colorata (nel mio caso, viola, ma dipende dal tema prescelto) con una scritta al centro "Attendere", un pulsante in basso "Annulla" che non funziona e il puntatore che mouse che rotea, rotea, rotea...
Insomma tutto bloccato. "Marito, fa' qualcosa! Sei o non sei un informatico?".
Ok. Ecco cosa ho fatto per salvare il portatile della moglie e il mio matrimonio.
Premessa. Il problema è generato da OneDrive.

  1. Premete WinKey + r (vedrete sotto la schermata di "Attendere", apparire la finestra di "Esegui"
  2. Adesso "alla cieca" dovrete digitare quanto segue:
    taskkill /f /im restoreoptin.exe
    Quindi, premere Invio
  3. Adesso la simpatica schermata dovrebbe essere scomparsa. Non gioite. Non abbiamo fatto ancora nulla.
  4. Dobbiamo risolvere il problema di OneDrive. Quindi adesso premete WinKey + c. Dalla "Charm bar", cliccate su "Impostazioni".
  5.  In basso troverete il link "Modifica impostazioni PC". Cliccateci.
  6. Adesso cliccate su "Utenti".
  7. Cliccare su "Disconnetti" sotto il tuo username (quest'azione farà disconnettere il tuo account Live e ti permetterà di creare un account locale sulla macchina)
  8. Dopo aver creato un nuovo utente locale, procedere con un riavvio del PC.
  9. Loggarsi col nuovo utente createo.
  10. Tornare nuovamente in Impostazioni -> Modifica impostazioni PC -> Utenti
  11. Cliccare su "Passa a un account Microsoft" e seguite le istruzioni.
A questo punto, tutto è risolto, il modo vi sembrerà momentaneamente un posto migliore in cui vivere anche se qualche bestemmia a Terry Myerson credo sia dovuta.