27 aprile 2020

Congiunti e Mazziati

Domenica 26 Aprile, ore 20:20.
Il discorso era iniziato abbastanza bene.
“Dovremo convivere con il virus”. Esatto! Dobbiamo convivere col virus!
Ed è l’unica cosa veramente certa e incontrovertibile. Il Sars-Cov-2 (detto amorevolmente il Rompi Cojoni del Secolo) è la costante del sistema. Non essendoci ancora un vaccino e soprattutto non sapendo ancora un emerito cazzo su questo virus (occhio che chi afferma invece di saper qualcosa su questo virus è un pagliaccio), la cosa veramente certa è che da qui ad un tempo indeterminato la nostra esistenza terrena dovrà necessariamente fare i conti con il Sars-Cov-2.
Ma come?
Eh, come? Le aspettative sul discorso del Primo Ministro italiano per illustrare la ormai leggendaria “Fase 2”, erano tutte sul quel “Come”. O almeno la mia aspettativa era questa.
Le variabili del problema sono abbastanza chiare:
  • Il virus c’è e ce lo dobbiamo tenere.
  • Un Lock Down così restrittivo come nella Fase 1 non è pensabile poterlo portare ancora così a lungo perché magari non moriremo di Covid19, ma ci ritroveremo in un inferno sociale che il 1300 era il Paradiso Terrestre.
  • Bisognerà rivedere e/o abbandonare alcuni stili di vita Pre-Pandemia.
  • Questo virus ha una percentuale di letalità altissima nelle persone anziane.
  • In Italia le regioni maggiormente colpite sono quelle del Nord. Nel resto del paese i numeri dell’epidemia sono abbastanza sotto controllo.
Date queste variabili, il candidato cerchi una soluzione organizzativa ottimale per portare il paese dalla Fase 1 alla Fase 2.

Ooocchei. Qui ci vuole uno bravo. Uno specialista.
“Salve, sono Vittorio Colao, risolvo problemi”.
Oooh! Cazzo! Hanno preso Colao! Quello forte! Lo hanno messo a capo della Task Force (uanem’) per pensare ad una “soluzione organizzativa ottimale” della Fase 2. Sono tipo 48 capoccioni (i migliori!) capitanati da Colao, ai quali è stato chiesto di prestare allo Stato la propria intelligenza, chiudersi in uno stanzone (o almeno io così li immagino) con quelle lavagne enormi piene di equazioni differenziali, logaritmi e tutto il resto, a strizzarsi le meningi per analizzare tutte le complessità del Sistema e per uscire con una “soluzione organizzativa ottimale”.


(qui parte anche la musica epica, tipica dei film americani quando una Task Force avanza camminando con effetto rallentato, con sguardo truce ma determinato)

Adesso sarebbe il momento adatto per attaccare il pippone sulla strategia rivelatasi moooolto vincente di mandare in Parlamento una pletora di deficienti senza arte né parte (però honesti!) nel momento in cui stiamo gestendo la più grande pandemia della storia dell’umanità. Tant’è che abbiamo dovuto chiamare degli esperti e attualmente ci sono più Task Force che parlamentari.
E sorvolo sull’amara constatazione di un governo che può fregiarsi di avere come Ministro degli Esteri un semi analfabeta funzionale e come Viceministro dell’Economia una che in precedenza ha gestito un CAF. Ma non è questa la sede. Torniamo a noi.
Dopo il rituale sproloquio su quant’è bello e bravo questo governo, eccolo! Giuseppe Conte inizia a snocciolare la tanto attesa Fase 2. WOW!



E invece.


La Fase 2 è la Fase 1 più casa della suocera e camminata al parco. Insomma, una Fase 1 un poco meglio organizzata. E siamo ad appena 40 giorni di Lock Down.
Adesso immaginate il sottoscritto davanti al televisore di domenica sera con la bocca aperta e la mascella che casca a terra cercando di dire “Macumm’è??”
Iniziano ad affiorare le domande. Confuse. E l’organizzazione sanitaria? Io non ho sentito nulla. Tu hai sentito qualcosa? E i tamponi? Cazzo, ci vogliono tamponi!! La scuola?? Oh!! La Scuola!! E l’App?? L’App Immuni?? A che punto sta? Fammi sentire questo giornalista cosa chiede. Ma cosa cazzo me ne frega del campionato di Seria A!!

In casa è piombato il silenzio. Frenetici messaggi con amici e parenti. Si cercano sicurezze, si fanno domande, si bestemmia. La realtà però è sotto i nostri occhi.
Sarà lunga. Molto lunga. E a governare questo gigantesco problema ci sono personaggi la cui statura intellettuale e morale è pari solo a Sbirulino. Del resto, sono più di vent’anni che in questo paese non si prendono decisioni scomode, figuriamoci adesso col mare in tempesta. Abbiamo sotto gli occhi il disastro del federalismo all’italiana. Ogni regione per conto proprio. Beghe politiche per screditare questo o quello.


Nel mezzo noi, con la nostra pazienza, le nostre paure, la nostra ansia. Assistiamo inermi e non ci capiamo un cazzo. Assecondiamo misure sciocche e cerchiamo di autoconvincerci che invece siano giuste (cercando allo stesso tempo di giustificarle anche allo sguardo dei nostri figli). Ascoltiamo virologi (nuove star televisive) pontificare nel talk show di turno, quando neanche loro ci stanno capendo un cazzo. Perché la scienza non è mai esatta. La scienza è un metodo e quando è chiamata “esatta” non è perché fornisce certezze “teologiche” ma perché è in grado di quantificare le incertezze.


Sentiamo che in altri stati europei le scuole stanno riaprendo. Da noi no. Per noi la scuola è stato il primo degli inutili fastidi da eliminare. Abbiamo liquidato il tutto con “Se ne parla a Settembre”. Quasi come a dire “non ci rompete le scatole, abbiamo ben altro a cui pensare”. Come sempre lungimiranti. Noi sì che la sappiamo lunga.
E insomma. Per adesso abbiamo i congiunti.
Intanto, aspettiamo. Come una gravidanza. In attesa di un accadimento miracoloso.


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