31 dicembre 2013

2013's Abstract (ovvero, in estrema sintesi)

Indubbiamente l'evento più importante dell'anno per il sottoscritto, è stato il cambio di lavoro.
Nuova azienda, nuove mansioni, nuovi colleghi, nuove sfide.
Quindi, il 2013 lo ricorderò con affetto per aver tenuto fede al mio motto.

Però è anche vero che sol di lavoro non si vive, e allora ecco le belle scoperte di questo 2013 per quanto riguarda musica, libri e cinema. Non proprio una classifica. Diciamo i "best five". I migliori cinque.
(come potevo esimermi dalla liturgia delle classifiche di fine anno, come!!??)

Musica
La musica quest'anno ha avuto un ruolo particolare. L'arrivo a Febbraio in Italia di Spotify, ha cambiato abbastanza il modo in cui ascoltare musica e mi ha permesso di ascoltarne tanta nuova, suggerita da amici o scoperta per caso.
In ogni caso, quest'anno lo ricorderò per i seguenti dischi (che non sono necessariamente usciti nel 2013, sono mie scoperte musicali):
Libri
Quest'anno ho letto un poco meno. Ma almeno c'è un buon motivo. Viaggio molto di meno grazie al nuovo lavoro e quindi ho meno tempo "morto" da colmare con la lettura.
Ciò nonostante, quest'anno ho letto buone cose, tra cui spiccano:
Cinema
Il cinema quest'anno è stato frequentato principalmente per vedere film adatti anche alle due minorenni di casa.
Quindi la nostra visione di film "normali", è stata ancora molto legata all'homevideo o alla paytv.
Per quest'anno i cinque film che ci hanno fatto innamorare sono:
E questo è quanto.
Avrei messo almeno altri dodici dischi, un paio di libri e cinque film, ma la legge delle classifiche è ferrea.
Già mi son sottratto abilmente all'esercizio dei posti numerati. Questi sono i primi 5 in ordine vario.

Però una piccola summa del 2013, anche attraverso questo blog, la vorrei dare elencando i 5 post di pinellus.it più letti in assoluto di quest'anno:


29 dicembre 2013

Retrogaming in a Browser

Mammamia che bello.

C'è questo progetto spettacolare di cui ignoravo l'esistenza.
Si chiama JMESS. (http://jsmess.textfiles.com/) Ed è un emulatore universale scritto in Javascript che gira nei Browser.
(e già qui dovreste alzarvi dalla sedia per una standing ovation).

Poi ci sono questi santi dell'Internet Archive, il cui scopo è di preservare la memoria sulla storia di software/hardware/internet andato in pensione.

Adesso. Fate 1+1 e avrete i più famosi giochi delle console anni 80 (Atari, Colecovision et similia) nel vostro Browser.

Seguite il link e preparatevi ad un bel viaggio nel passato (solo per veri Nerd)
https://archive.org/details/consolelivingroom

27 dicembre 2013

Buoni Propositi Natalizi

Se, come il sottoscritto, avete figli in età scolare, capirete ancora meglio quello che voglio dire.

In questi giorni, se non sei proprio un pezzo di merda, egoista, insensibile e stronzo, avverti un momento di buonismo.
Non foss'altro per lo scambio dei regali con i propri cari, lo stare insieme in famiglia.
C'è del bene che entra in circolo nelle vene. Insieme ai trigliceridi e al colesterolo delle abbuffate agonistiche di questi giorni.

Voglio dire, anche quando arriva il momento in cui le mie figlie e i miei nipoti declamano le loro poesie o cantano le canzoncine a tema natalizio, arriva quel clima di serenità, di riconciliazione con l'essere umano (nonostante l'immagine di quella signora che parcheggia in quinta fila per poi abbandonare l'auto e scomparire in una profumeria, sia ancora viva così come quella del signore che mi sorpassa sulla sinistra e mi fa il dito medio mandandomi a cagare perché ho osato fermarmi al semaforo rosso).
Via, tutto dimenticato.

Ma è proprio in questi giorni che dovremmo anche noi fare un poco di esercizio di "umanità".
Riscoprire i valori veri e darci dei buoni propositi.
Sì, buoni propositi. Come quelli che riempiono le letterine di Natale dei bambini.
"Prometto di".

Io ci ho pensato.
E sono giunto alla conclusione che il mio proposito sarà (è) di convincere tutti che i CIE (gli ex CPT), sono una barbarie che un popolo civile non dovrebbe più tollerare.
Chiudiamo questi cazzo di CIE.
Sono campi di concentramento. Non c'è altra definizione.

L'esercizio da fare è porsi la seguente domanda: "Ma a me, piacerebbe essere portato in una struttura che è a tutti gli effetti un carcere, anche se io non ho commesso alcun reato, ed essere trattato come una bestia?".
Se a questa domanda la risposta è "NO", allora il mio proposito è anche il vostro.
Troviamo alternative civili e umane per gestire il flusso (inevitabile) di immigrazione nel nostro paese.
I CIE vanno chiusi. Punto.
La Bossi-Fini abolita. Punto.
I barconi ricolmi di gente al largo delle coste italiana, vanno aiutati e portati in salvo. Punto.
I Lager (sì, sono Lager e sono l'anello finale del processo di esplusione e ci muoiono centinaia di immigrati rimpatriati) in Libia, Tunisia, Egitto,Turchia, Ucraina e Bielorussia vanno chiusi. Punto.

Stiamo parlando di vite umane.
Capisco che cani e gatti possano generare infinita tenerezza e voglia di protezione.
Ma la stessa empatia nelle vicende del cane Dudù, mi piacerebbe che si avesse anche sulla sorte di queste persone.

Cominciamo col chiudere i CIE. Chiediamolo a gran voce.
Parlatene con amici, parenti, passanti. Convincetevi e convincete gli altri.
Siate contagiosi. Il razzismo è solo paura per ciò che non si conosce.
I nostri figli saranno orgogliosi di noi e di questo paese.

(Auguri a tutti, in ritardo, ma di cuore)

24 dicembre 2013

La Faccia degli Accordi

Quando ascoltavamo insieme la musica non la ascoltavamo semplicemente: la vivevamo. Vuol dire mimarla, sentirla sulla e con la pelle (senza essere ribelle), anticipare ogni fill di batteria, i fiati, gli assoli di chitarra, i giri di basso, fare la “faccia degli accordi”. È difficile spiegare cos’è la faccia degli accordi. Un accordo alterato di estrazione jazzistica genera un’espressione del volto ed una postura del corpo molto diverse da quelle del sol minore nell’intro di Shine on You Crazy Diamond dei Pink Floyd. Un buon esempio è il suono “vox humana” del Mellotron usato dai Genesis: si mima con la bocca che dice “oooooh” e le mani protese con le dita larghe. Recentemente con Elio e Jantoman abbiamo stabilito che il vero cultore dei Genesis si riconosce dalla capacità di fare quella faccia lì.
Faso degli EELST già lo stimavo a pacchi. Dopo aver letto questo bellissimo racconto sul grande Feiez, adesso lo amo proprio.

23 dicembre 2013

Iene

Anzi, Le Iene.
Programma televisivo di intrattenimento e di informazione che ha dato vita ad un pericoloso fenomeno.

Penso che anche a voi sarà capitato durante quelle chiacchierate informali tra amici o colleghi la famosa frase "L'hanno detto anche a Le Iene" o "L'ho visto a Le Iene".
Bravi loro, tanto di cappello. Son riusciti, quelli de Le Iene, a crearsi questa aurea di fonte attendibile, infallibile. 
L'infallibilità pontificia portata in un programma televisivo.

E finché ci troviamo nell'esercizio di smascherare cialtronate e piccole miserie del nostro paese, il tutto può risultare anche carino e divertente.
Altro è quando l'attenzione de Le Iene si catalizza su casi di cronaca più delicati.

Sul caso Stamina i nostri eroi de Le Iene sono entrati con la delicatezza di un elefante in un negozio di cristalli. Giulio Goria ha dato vita ad una battaglia mediatica a botte di immagini di bambini sofferenti con occhi persi nel nulla. Prendendo le parti del fantomatico protocollo Stamina e paventando complotti internazionali tesi a boicottarne la sperimentazione e l'utilizzo in Italia. Senza un minimo di dubbio sulla bontà di una cura ideata da uno laureato in lettere e filosofia.

Le Iene però hanno ottenuto un grande risultato. Grazie anche al loro interessamento, il Ministero della Salute ha avviato il 15 maggio 2013 la sperimentazione. Le Iene sono infallibili.

Oggi che sul protocollo Stamina sta calando tristemente il sipario (così come accadde con l'allora Metodo Di Bella) e che addirittura la rivista Nature definisce "fiasco" la sperimentazione avviata dal Ministero della Salute sul metodo ideato da Vannoni, ci si aspetterebbe un meaculpa da parte de Le Iene.

Ma come saprete, l'infallibilità è un dogma. E Le Iene non possono fallire o chiedere scusa.
Avanti con la prossima battaglia, il prossimo complotto, il prossimo dolore in prima serata.
Son pur sempre Iene.


15 dicembre 2013

Io odio il 68


Delle due l'una. O il '68 è stato "levatrice" di una società gravida del berlusconismo (semi cit. Karl Marx) o il '68 era talmente loffio che non ha saputo impedire la discesa in campo di Berlusconi (semi cit. Elias Canetti).

14 dicembre 2013

Dal 1969 ad oggi

Ieri sera al Cineforum del Gridas abbiamo visto un interessante documentario: "Tutto il resto è Malacqua" (qui il trailer) presentato dallo stesso autore Giuseppe Pesce.
Il documentario ha come protagonista Nicola Pugliese, giornalista e scrittore napoletano, autore di un libro culto degli anni 70 (a me fino a ieri sconosciuto). Il libro si chiama per l'appunto "Malacqua" e ha un sottotitolo stupendo: "Quattro giorni di Pioggia nella città di Napoli in attesa che si verifichi un Accadimento straordinario" (qui l'edizione Pironti, unica attualmente esistente).

Dalla visione di questo documentario/intervista, è uscita la figura di questo scrittore eccezionale il cui primo libro (Malacqua, per l'appunto) attirò addirittura l'attenzione di Italo Calvino il quale lo sponsorizzò presso le edizioni Einaudi per la pubblicazione.
Il libro in questione trae spunto da una tragedia avvenuta a Napoli nel 1969 a via Aniello Falcone; dopo alcuni giorni di pioggia intensa, la montagna frana portandosi con se un palazzo. Muore (fortunatamente) solo una persona.

Ma una cosa durante la visione (e la discussione successiva con Giuseppe Pesce) mi ha colpito. Tanto.

Nel documentario si vedono alcuni momenti di quella tragedia. I pompieri all'opera, la voragine, la gente senza più casa. Giuseppe Pesce è riuscito ad inserire questi video tratto dal TG dell'epoca, scavando negli archivi storici RAI.
Si vede ad un tratto una signora che piange disperata tenuta per le braccia da un pompiere.
E' la moglie del signore morto nel crollo di via Aniello Falcone.
Quel pezzo di video con la moglie in lacrime (ci spiegherà Pesce) non è mai stato trasmesso dai TG.
Il giudice all'epoca ne vietò la messa in onda per rispettare il dolore della vedova.

Sì, anche io quando l'ho sentito, non ho afferrato subito.
Quindi, ricapitolando, nel 1969, in un TG non vengono mostrate le immagini delle lacrime e della disperazione di una donna, per rispettare il suo dolore.
E adesso il mio tormento è capire bene cosa ci è successo (a noi tutti) dal 1969 ad oggi.

12 dicembre 2013

Ucci Ucci sento odor di Fascistucci

Credo che sia giunto ormai il momento di prendere fermamente e totalmente le distanze dal Movimento 5 Stelle e dalla inesorabile deriva squadrista abbastanza preoccupante.

Tutto nasce da questa idea di Beppe Grillo: http://www.beppegrillo.it/2013/12/giornalista_del_giorno_maria_novella_oppo_lunita.html

L'articolo incriminato è questo: http://frontedelvideo.com.unita.it/tv/2013/12/03/chi-o-che-cosa-si-nasconde-dietro-i-capelli-di-casaleggio/

La risposta dei "cittadini" a cinque stelle:




Poco da perdere

Questo post mi è rimasto in canna (o come diciamo a Napoli, 'ncann') da domenica scorsa. Mi dispiaceva non fargli vedere la luce.


Diario di bordo, Domenica 8 Dicembre 2013

"Mi scusi, mi saprebbe dire dov'è la sede del PD?"
Nola stamattina è piena di sole anche se il freddo ha presso possesso delle mie mani.
Il vecchietto con la coppola mi indica la strada in un vicolo angusto del centro storico. Ho lasciato l'auto in un parcheggio vicino la villa comunale. Strategico. Meglio camminare a piedi che incastrarsi con l'auto tra i vicoli nolani. (vecchio adagio nolano)
Cammino a passo svelto. In lontananza intravedo una folla di gente rumorosa e festante. Cazzo, penso, tutta questa gente per le Primarie del PD? Hanno fatto il botto!
Man mano che mi avvicino, capisco. Altro che Primarie. Altro che PD.
Tutta quella gente è per celebrare la Festa dei Gigli che ha finalmente ottenuto il riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità (sic!) da parte dell'Unesco.

Entro in questo muro umano festante e godereccio cercando di farmi largo. Mi vengono offerte graffe, dolcetti e spumante. In testa mi risuona inspiegabilmente una strofa di "Zappatore", quelle che recita: "uommene scicche e femmene pittate".
No, grazie. Gentilissimi ma ho fretta. Supero la calca con difficoltà e dopo cento metri ecco la sede del PD di Nola. Grigia. Piccola. Triste. Sì, non c'è dubbio. E' la sede del PD.

Ci sono quattro persone in fila in attesa di votare. Mi accodo diligentemente. Vicino al banco del segretario di seggio riconosco un consigliere comunale di Piazzolla (in quota PD). Mi riconosce anche lui e mi stringe la mano. Poi scompare.
Arriva un vecchietto che vuole votare ma non ha la scheda elettorale. "Vi ricordate almeno il numero di seggio?" "Eeeh! No!".

Arriva il mio turno. Scheda elettorale, carta d'identità e due euro. Metto la croce sulla scheda, la infilo nell'urna. Saluto i volontari del seggio. Buona domenica. Scappo a casa dalle mie donne.
Per poco non resto intrappolato con l'auto nei festeggiamenti nolani (maledetti voi e 'sti Gigli!).

Tornando a casa ci penso. Di nuovo. Perché questa volta sono andato? Perché?
Perché il PD è stato una merda. E' indubbio.
Ma il PD è un Partito. Non un essere umano. I Partiti sono fatti di persone. E le persone dentro un Partito non sono sempre le stesse (o meglio, non dovrebbero mai essere sempre le stesse).
Il PD che ho odiato, quello che mi ha fatto odiare la sinistra, era il PD di Veltroni, D'Alema, Rutelli, Bindi et similia.
Adesso in questo Partito sono arrivate nuove istanze (condivisibili) portate da nuove persone.
Il PD ha scelto di rinnovarsi nell'unico modo conosciuto dai paesi occidentali. Democraticamente.
(pensateci, quale altro partito in Italia rinnova la sua classe dirigente tramite congresso e voto popolare?)

Ho sentito molto vicine al mio pensiero le idee di Pippo Civati e di Fabrizio Barca. Ho immaginato una nuova sinistra con un PD che potesse guidare un cambiamento.
Il PD non è il mio partito. Sono però compagni di viaggio. In molti casi ce li troviamo seduti accanto.
Ecco. Io oggi ho votato per scegliere il miglior compagno di viaggio.
Abbiamo tutto da guadagnarci, ormai poco da perdere.

2 dicembre 2013

Un vero amico ti invita a cena

Like su Facebook:
1 Mettere “mi piace” a un tuo post non è bello. Soprattutto se sei l’unico. 2 Non dire laikare. 3 Un “like” sulla foto profilo di qualcuno è una forma sottile di rimorchio. 4 Ok, sei il “mi piace” numero cento: cosa vuoi, un premio? 5 Ricoprirti di like è troppo facile: un vero amico ti invita a cena.
(via Internazionale)

1 dicembre 2013