28 gennaio 2016

Di marmi coperti e presbiopia

Nei primi giorni di Marzo del 2013, Mahmoud Ahmadinejad, il predecessore dell'attuale presidente dell'Iran Hassan Rouhan, viene ritratto in una foto mentre consola (con molta partecipazione) la madre dell'appena defunto presidente del Venezuela Hugo Chavez. 


La foto, se guardata con i nostri occhi, rivela un momento molto commovente di un uomo che consola una madre anziana che ha avuto la sfortuna di sopravvivere al proprio figlio. Ahmadinejad, inoltre, ci rivela un lato della sua personalità molto tenero. 

Riguardatela bene quella foto perché quello scatto ad Ahmadinejad è costato la non rielezione a Presidente dell'Iran. Motivo? Guardate le mani del leader sciita. Vengono strette da Angers Clerics, madre di Chavez, ma soprattutto "donna". 

Quell'immagine in Iran ha fatto letteralmente infuriare i conservatori religiosi che hanno immediatamente abbandonato il loro leader dichiarandosi non più disposti ad appoggiare la ricandidatura di Ahmadinejad affinché si comprendesse meglio quel che le leggi dell’Islam vietano. "Noi sappiamo che nessuna donna può essere toccata a meno che non stia annegando in mare o che abbia bisogno di cure mediche” ha dichiarato un membro dell'Associazione dei Chierici Militanti.
(fonte: http://iranpulse.al-monitor.com/index.php/2013/03/1506/iranian-media-clash-over-ahmadinejads-embrace-of-chavezs-mother/ )

Insomma pare proprio che il popolo iraniano abbia ancora qualche problemino con il genere femminile. Capirete allora l'incubo di Hassan Rouhan di vedersi immortalato con in secondo piano sode chiappe marmoree femminili o con lo sguardo rivolto ad ammirare la perfetta tenuta gravitazionale di due seni con in bella mostra irti capezzoli.
Per lui significherebbe ripercorrere la stessa sorte toccata al suo predecessore.
Il metodo Boffo non è nostra esclusiva. 

Adesso. Altra piccola nota a margine. L'Iran, con le dovute proporzioni (Castaldi docet), è una teocrazia così come lo è il Vaticano. 

Ad esempio "Le donne che entrano nella Città del Vaticano sono tenute ad indossare gonne nere che non espongano la zona sopra al ginocchio ed abiti scuri; la lunghezza delle maniche delle camicie dev'essere sempre oltre il gomito. È invece proibito alle donne indossare pantaloni, e sono consentiti solo gioielli "semplici" e non troppo vistosi. Le scarpe devono essere scure e chiuse, mentre sono libere di indossare o meno un cappello o un velo nero che copra i capelli e la parte superiore del viso. Non possono in alcun caso indossare abiti che tengano braccia e ginocchia scoperte.

Insomma, voglio dire, non è che da queste parti ci sia tutta questa apertura mentale. E se e per un atto di cortesia e "tranquillità" assecondiamo una richiesta del nostro ormai amicone (oh, è venuto a proporci affari per 17 miliardi di euro, che famo? Lascio?) di oscurare momentaneamente quelle statue di "donne" nude per non avere rotture di palle a casa sua, io non ci trovo di nulla di "enormemente" scandaloso o clamoroso. 

Come sempre la nostra presbiopia ci impedisce di vedere che stiamo additando una "momentanea" censura di cortesia dimenticando che nel nostro paese abbiamo dei medici fanatici che si rifiutano di far abortire le donne; che ad oggi non c'è una legge che riconosca le unioni tra persone dello stesso sesso perché il Vaticano non vuole; che se vuoi morire in pace senza accanimento terapeutico, non puoi perché contrario alla volontà di Nostro Signore; il crocifisso in classe è obbligatorio e l'ora di religione cattolica te la devi sciroppare comunque. 

Allora. Vero, quelle statue coperte sono veramente brutte. Ma va capito, non dico giustificato, il motivo. Però, specularmente, mi aspetterei egual offesa quando è il Vaticano a comportarsi come e peggio dell'Ayatollah iraniano.
Ad esempio, per quanto mi riguarda, il Family Day di sabato prossimo è l'equivalente di un rullo di pittura rossa passato su "Le Sette opere di Misericordia" di Michelangelo Merisi da Caravaggio.


26 gennaio 2016

Nola, le SmartCity e la Macchina Finale

18 Gennaio 2016. Il Comune di Nola si autoproclama prima Smart City dell'area nolana. Caspiterina. Addirittura "Città intelligente"?
Vado a leggere la motivazione e si parla della presentazione di un'applicazione per smartphone, detta volgarmente "App". Ma quindi, mi domando da profano, cosa c'entra un'App con una città intelligente? Amico Wikipedia, tu cosa mi dici?
La città intelligente (dall'inglese smart city) in urbanistica e architettura è un insieme di strategie di pianificazione urbanistica tese all'ottimizzazione e all'innovazione dei servizi pubblici così da mettere in relazione le infrastrutture materiali delle città «con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita» grazie all'impiego diffuso delle nuove tecnologie della comunicazione, della mobilità, dell'ambiente e dell'efficienza energetica, al fine di migliorare la qualità della vita e soddisfare le esigenze di cittadini, imprese e istituzioni.
Oh, ecco. Quindi questa App dovrebbe "migliorare la qualità della vita". Bene. Proviamo.
Passo 1, scarichiamo l'App. Cerco "Comune di Nola" sul PlayStore di Google. Nulla. Ma come? Ah, ecco svelato l'arcano. Il Comune di Nola ha pensato bene di utilizzare un'applicazione preesistente, tale FlagMii che sul sito si presenta come "l'app per farti trovare subito dal 118".
Sono confuso.
Approfondisco e scopro che questa App rivende un servizio di "Avvisi e allerta ai cittadini". Scarichiamo. Installiamo. Mi si chiede una conferma del mio numero tramite SMS. Fatto.
Vado nei canali di notifica. Tra i tanti comuni (quindi siamo in buona compagnia) trovo anche Nola.
Mi iscrivo. Dai, mi dico, non è stato tanto difficile. Ok. E adesso?


Mi sento Smart! Smart ai massimi livelli. C'è un link. Clicco.


Ricapitolando. L'App del Comune di Nola in realtà non è un'App. E' un canale di un'applicazione che fa tutt'altro.

Volendo chiamare le cose con il loro nome, mi verrebbe da dire che questo canale "monodirezionale" di comunicazione aperto dal Comune di Nola è semplicemente un modo per fare pubblicità e propaganda delle iniziative comunali. Ad oggi mi son arrivate un paio di notifiche di eventi e mostre.
Al contrario, io non posso comunicare nulla all'amministrazione. Non posso ricercare numeri utili, segnalare guasti o problemi, fissare un appuntamento. Nulla. Dici, ma perché cosa vorresti fare? Una cosa tipo questa: https://sensor.comune.bolzano.it/

Allora mi è ritornata in mente questa storia. Nel 1952 il noto matematico e ingegnere statunitense, Claude Shannon, sulla base dei suggerimenti dello scienziato Marvin Minsky, realizzò una cassettina di legno con un interruttore su una faccia. La chiamò la "Macchina Finale".
Se si azionava l’interruttore partiva un insistente e fastidioso ronzio. Lentamente il coperchio si alzava e ne veniva fuori una mano meccanica che disattivava l’interruttore e si ritirava nella cassettina.
Arthur Clarke al riguardo scrisse: "C’è qualcosa di indicibilmente sinistro in una macchina che non fa nulla, assolutamente nulla, eccetto spegnersi".


17 gennaio 2016

Figli e figliastri

Pensateci. Motorola che negli anni 90 era "la" telefonia mobile, oggi non esiste più. Così come Nokia. Puf! Scomparsi. Nel giro di un decennio. Fagocitati dal metabolismo accelerato della silicon valley.
Cambiamenti velocissimi. Paradigmi stravolti. Eppure oggi per noi è normalissimo poter inviare una mail dal nostro smartphone seduti su treno lanciato a 300km/h. Solo dieci anni fa sarebbe stato impensabile (ci sarebbe da capire se questa innovazione abbia apportato reale benefici, ma questo è un altro discorso)

Innovazioni, dicevamo, che nel nostro paese, nonostante il nostro status di provincia dell'impero, vengono recepite senza grossi scossoni. Siamo passati dal tastierino numerico allo schermo touch da un giorno all'altro. E' stato abbastanza semplice.

Eppure. Eppure c'è un ingorgo ancora oggi nel dibattito politico in Italia sul riconoscimento delle unioni civili. Che diventano un problema lessicale. Non possiamo chiamare matrimonio l'unione di due persone dello stesso sesso. Perché? Perché ci dicono che il matrimonio è sacro. 
Onorevole, ma lei non ha già divorziato due volte? Cosa c'entra? Lei è un provocatore!  
Matrimonio è solo quello col pisello e la patonza. Vai con l'acrobazia linguistica, sennò chi lo sente il cardinale. Le chiamiamo “formazioni sociali specifiche”. Va bene così? Sì, però come la mettiamo con l'adozione del figliastro? L'adozione di che?? La "Stepchild adoption"! Ah! E parlate chiaro. 
No, comunque no.
Troppi cambiamenti. Già abbiamo subito lo stress del passaggio dallo scheumorfismo al flat design dell'iPhone, figurati adesso le adozioni ai ricchioni. Onorevole, si chiamano gay. E io che ho detto?

Senta, però adesso basta con 'sta rottura di palle delle unioni civili, mi dica invece, lei è riuscito a scaricare le nuove emoji per whatsapp? Dicono che basti digitare "Subcomandante Marcos" ed esce la faccia di Gennaro Migliore.