30 settembre 2014

Hello Ello

Per non farci mancare nulla, abbiamo un altro social network.
Ello. La cui ambizione è quella di creare un'alternativa a Facebook e Twitter basata esclusivamente sulla connessione e comunicazione.
Di seguito il manifesto:



Insomma, io ci sono. Ovviamente mi trovate con l'account @pinellus


28 settembre 2014

A-b-normal

Mica sempre ci imbrocchi. E' un lavoraccio. Educare ed essere genitore.
Ci provi, fai di tutto per dare esempi, strumenti e consigli per accompagnare la crescita di questi nanerottoli che in poco tempo te li ritrovi con le tette accennate (se son donne) o con la peluria sotto il naso (se son maschi). Poi potresti anche avere entrambe le casistiche, ma questo è un altro discorso.
Insomma, dicevo, è difficile. E nessuno ha la ricetta magica.
Poi però alle volte capita qualcosa. Quelle combinazioni strane.
Tipo che stai seduto in una sala di un cinema, insieme a moglie e figlie.
Ultimo film di Daniele Ciprì, La Buca.
In una scena del film c'è un fotografo strabico, abbastanza somigliante a Marty Feldman.
Alla fine della scena, Ciprì conferma questa somiglianza con una piccola citazione.
Viene inquadrato per qualche secondo un barattolo con dentro un cervello con un etichetta riportante la scritta "Abnormal".
Ecco, in quel momento la primogenita riccioluta seduta accanto a me, si volta e mi dice a bassa voce:
"Come Igor in Frankenstein Junior!"
Ecco. In questi rari momenti, hai un poco, ma dico un poco, la conferma che forse la strada è quella giusta.

27 settembre 2014

iPhone Curvy

Sulla storia degli iPhone 6 Plus che si piegano (noto come Bandgate).






Cattolici, ma che fine avete fatto?

Sta accadendo da un poco di tempo a questa parte, discutendo di avvenimenti di cronaca o di politica, di ritrovarmi sempre più spesso a dover rinfacciare ai miei interlocutori la loro fede. Quella cattolica.
E a dover rimembrare loro i valori evangelici e i sette doni dello spirito santo.
Io che da anni ho abbracciato la ragione, il Sapere Aude!, matrimonio civile e la prole non battezzata (ma siete Testimoni di Geova? No, siamo degli ottimi cittadini laici non credenti).

Ma cosa vi hanno fatto? Cosa vi è successo, amici cattolici. Quand'è che avete perso la Pietas?
Guardate che non ci fate una bella figura. Anzi, date ogni giorno conferma di quanto la scelta laica sia di netto più dignitosa e credibile della stanca liturgia di parole e promesse svuotate di ogni significato.

Muore un ragazzo di diciassette anni e l'unica cosa che sapete dire è "se l'è cercata, senza casco, in tre sul motorino e non s'è fermato al posto di blocco!". Manco a fingere prima un minimo di dolore.
Si ribaltano barconi di immigrati al largo delle coste italiane. Centinaia di morti tra cui molti bambini: "Ma cosa vengono a fare qui? Già siamo in troppi e il lavoro è poco. Ognuno a casa propria".
Incendiano un campo Rom. Qui riuscite a stento a trattenere la ola e le lacrime di felicità. "Hanno fatto bene, "i zingari" rubano i bambini e puzzano".
Viene ucciso un vostro concittadino da un rumeno? Tutti col forcone in mano pronti a fare giustizia. Viene ucciso un rumeno da un vostro concittadino. "Uno in meno".

Oh, guardate che il vostro Amministratore Delegato dice tutt'altro. Come chi? Il palestinese di Nazaret col padre falegname e la madre vergine. Eh! Quello messo in croce dai romani che dopo tre giorni non s'è più trovato (io qui mi fermo).
Il "Peace&Love" è una sua invenzione. Mica dei freakettoni?
E anche il suo Vice, di bianco vestito che la domenica lo trovi affacciato a una finestra di Piazza San Pietro, anche lui, dice tutt'altro.
Dice che prima di tutto un cattolico (ma questo vale per tutta la cristianità in generale) deve amare il suo prossimo.
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.
Giovanni 13:34-35
Questo è Giovanni, il cocco di Gesù, non Bob Marley o John Lennon.
E non voglio manco arrivare a quel fatto di porgere l'altra guancia che m'è parso sempre abbastanza eccessivo. Ma comunque rende bene il senso.

Voglio dire, rendetevi conto di cosa siete diventati.
Cattivi, col sangue agli occhi, accidiosi, competitivi, senza amore. Pronti a camminare sul cadavere dei fratelli pur di raggiungere i vostri scopi.
Se oggi dovesse arrivare il MegaPresidente (cosa per me alquanto improbabile, ma invece per voi molto plausibile in quanto esplicitamente riportato nel vostro manuale utente ufficiale), io non credo che avrebbe tanto da gioire.
"Cristo! Cos'hai combinato?!"
"Dio, ma lo sai che non si bestemmia..."
"Ma no, chiamavo a rapporto mio figlio. C'è qualcosa che non va. O il manuale utente è stato scritto in modo troppo ostico oppure qui abbiamo un serio problema di followers"

p.s.
Mi son tolto lo sfizio di fare finalmente io una bella predica moralista ai cattolici.
Sì, siete messi proprio male.

24 settembre 2014

Prego il mio caro io

Stamattina tal Naz Üzel mi manda un messaggio privato su facebook:





Il Post scriptum

Il Post, giornale di informazione online che seguo con assiduità fin dalla sua nascita, ha deciso di moderare i commenti ai propri articoli.
a occhio diremmo che si potrebbe trattare di circa il 30% di quelli pubblicati abitualmente finora – l’obiettivo è concentrare la scelta sui commenti “in topic” intorno all’articolo, a scapito delle conversazioni dispersive tra i commentatori e dei commenti meno interessanti – ma immaginiamo che la premoderazione contribuisca ad alzare presto questa quota: disincentivando perditempo passeggeri e stanziali e premiando informazioni e competenze utili a tutti.
Un plauso ai ragazzi de Il Post. Sicuramente attività molto onerosa ma, da qualche tempo, andando a leggere i commenti in calce agli articoli, era evidente la nascita dell'ennesimo "circoletto pickwick" dopo i fasti dei blogger, di splinder e compagnia bella.
Scovare commenti utili e intelligenti era diventata attività abbastanza onerosa (anche se il sistema degli up-vote di Disqus aiuta molto)
Viceversa, se volete continuare a leggere commenti inutili e idioti, basterà andarsi a leggere quelli agli articoli de Il Fatto Quotidiano.

22 settembre 2014

Profilazioni


Ma voi, onestamente, ci state capendo qualcosa?
Io no. O forse non ho voglia di capire. Perché quando di giri attorno al sole ne hai collezionati tanti, cominci ad avere quella caratteristica espressione da rottura di cazzo che ti porta a fare la tara di qualsiasi input proveniente dall'esterno.
Utilizzando come firewall una spessa barriera la cui unica regola è "non devono essere stronzate o rotture di palle".
Accade allora di diventare il peggior incubo degli esperti di marketing e di profilatura.
Quelli, per capirci, che pensano di aver capito tutto di te.
"Hai visto/fatto/ascoltato/comprato ultimamente questo, allora sicuramente potrebbe piacerti anche quest'altro"
No, ciccio, hai cannato. Io non mi faccio profilare così facilmente. Specie da quel servizio di musica per bulimici che se ascolto Daniele Silvestri mi propone come "simile" Kekko dei Modà. Che si chiama proprio così. Kekko (tutto con le Kappa come Kossiga) dei Modà. Mal dei Primitives.

Ma non era questo il punto.
Il punto sono le Riforme. Abbiamo capito. Ci avete convinto. Dobbiamo fare delle Riforme. Anzi, "Le Riforme". Entità metafisica. E il sospetto che "Le Riforme" siano l'equivalente del "pluralismo aziendale", è forte. "Faremo questo", "modifichiamo insieme quello" ma tu sai benissimo che solo e soltanto a te toccherà.

Adesso si azzuffano sull'articolo 18 che non frega un cazzo a nessuno. Perché un diritto o è universale o altrimenti è un privilegio. L'articolo 18 è un privilegio. O lo estendete a tutti o levatelo di mezzo e amen.
E chi oggi dovrebbe difendere i lavoratori ha la stessa credibilità e imparzialità di TuttoSport.

Insomma, io non ho sindacato e non ho l'articolo 18. Fate come vi pare.
Però oggi ho sentito Renzi dire che vuole portare la Pubblica Amministrazione sulla Nuvola. Nel Cloud. Ma che significa?
Se ti piace l'abolizione dell'articolo 18, allora potrebbe piacerti anche il Cloud della P.A.

No, non riuscirete a mettermi in un vostro "cluster".
Non mi farò segmentare da quattro sbarbatelli con la fissa per PowerPoint.
Io sono per l'abolizione di Kekko dei Modà. E anche di Biagio Antonacci.
Perché di mediocrità, in questo paese, stiamo lentamente morendo. Non certo per le mancate riforme o la poca flessibilità.
A supporto, ecco Padron Marchionne illuminarci con questo Quasi-Haiku
«L’Italia ce la farà, ma non so quando»

Se ti piace Marchionne, allora potrebbe piacerti anche il Tubo Tucker


Io insegno se imparo con te

Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
«Col tempo, ti insegnerò tutto»
Insegnami fino al profondo dei mari
«Ti insegno fin dove tu impari»
Insegnami il cielo, più su che si può
«Ti insegno fin dove io so»
E dove non sai?
«Da lì andiamo insieme
Maestra e scolaro, dall’albero al seme
Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te»

di Bruno Tognolini
da Le filastrocche della Melevisione
2011 Carlo Gallucci Editore

10 settembre 2014

Think different, but not bullshit

"One more thing..." Un'ultima cosa.
E tutti col fiato sospeso. Perché in anni passati dopo "One more thing..." sono uscite cose del calibro dell'iPod, iPhone, iPad. Capite?
"One more thing..." e tutti a immaginarsi un iCoso che avrebbe cambiato radicalmente il nostro modo di intendere la tecnologia.
E invece. Un orologio dal dubbio gusto estetico, virante sul tamarro nella versione oro, che non ha nulla di diverso dalle centinaia di SmartWatch provenienti dall'Asia.
iWatch. Anni di attesa. Il primo dispositivo totalmente immaginato, ingegnerizzato e realizzato senza l'apporto di Steve Jobs. E si vede. Si vede eccome.
Lieto ovviamente di essere smentito.
Ma i dubbi sono forti per un dispositivo che rappresenta un appendice/controller dell'iPhone, che dipende da quest'ultimo e che anche con uno sforzo sovrumano di immaginazione non aggiunge nulla di realmente "must have".
(magari sarò smentito dalle nuove generazioni che, grazie ai sensori di movimento e di accelerazione, imbastiranno feroci gare di velocità onanistica oppure con la condivisione della frequenza cardiaca potranno organizzarsi per raggiungere all'unisono l'orgasmo).

Resta la conferma dell'affanno di un'azienda che negli ultimi dieci anni è stata leader indiscussa dell'innovazione tecnologica, e che ora stenta a trovare un nuovo "think different".
Se poi addirittura la presentazione di un robot aspirapolvere riesce a darti maggiore emozione e a sorprenderti rispetto all'iWatch...

(in caso di successo improvviso dell'iWatch siete autorizzati a prendere questo post e a spiattellarmelo in faccia a piacimento)

6 settembre 2014

Chi è Stato?

Oggi tra il tanto inchiostro profuso nella vicenda di Davide Bifolco, il diciassettenne napoletano morto ieri a causo di un colpo sparato da un carabiniere, mi ha colpito l'editoriale di Antonio Polito, direttore del Corriere del Mezzogiorno dal titolo "Dalle parte dello Stato":
[...] Come la gran parte dei napoletani, però, non vogliamo che quel carabiniere sia usato come capro espiatorio di un male più profondo, di tutto ciò che non funziona nel rapporto tra lo Stato e la nostra società meridionale, specialmente a Napoli. [...] Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che i carabinieri cercavano un latitante, e l’hanno individuato a bordo di quel motorino su cui viaggiavano tre persone, che non si è fermato all’alt, e anzi ha ingaggiato un lungo inseguimento, opponendo una resistenza e rappresentando una minaccia per le forze dell’ordine. Non vogliamo illuderci che tutto sarebbe andato per il meglio nella vita di quel povero ragazzo, da lui stesso descritta su Facebook, immersa in una sub-cultura intrisa di relazioni pericolose e di valori malintesi, all’ultimo respiro, se solo non si fosse imbattuto in un posto di blocco notturno. Non vogliamo tollerare che nelle nostre strade la violenza sia di casa, che ogni notte si spari, qualche volta con i kalashnikov come in zona di guerra. [...] Ed è per questo che pretendiamo che lo Stato di diritto sappia giudicare ed eventualmente punire i suoi servitori che sbagliano. È per questo, non per vendetta, che chiediamo giustizia per la morte di Davide Bifolco. E la chiediamo in nome di chi porta con dignità e serietà la divisa, non di chi ancora ieri su quella divisa ha sputato.
Caro direttore Polito,
chi Le scrive è uno che ogni santo giorno sta dalla parte dello Stato. Con convinzione.
Però, sa bene anche Lei, che a Napoli stare dalla parte dello Stato significa avere la "libertà" di poter tenere alla larga "l'altro Stato".
E una volta che hai fatto la scelta, c'è un altro grosso problema. Lo Stato te lo devi andare a cercare, alle volte addirittura immaginare. Lo sa perché? Perché lo Stato da questi parti spesso non c'è o ancora peggio quando c'è lo fa in modo sbagliato.
Nessuno vuole il capro espiatorio.
Ma lei dovrebbe sapere altrettanto bene che la reazione del Rione Traiano è di pura rabbia contro uno Stato percepito solo come vessatore. Rione Traiano (che il sottoscritto conosce molto bene essendo nato e cresciuto a poca distanza) è da cinquant'anni ritenuto "quartiere a rischio", un ghetto, e oggi si presenta uguale se non peggio. E lo Stato in questi cinquant'anni cosa ha fatto per migliorare il Rione Traiano?

La morte di Davide Bifolco ha messo a nudo due enormi problemi.
Il primo. La (ormai acclarata) decadenza della città di Napoli frutto di un impoverimento del territorio economico, politico e soprattutto culturale. Impoverimento che sta generando veri e propri ghetti di povertà e di sottocultura in quartieri popolari come Rione Traiano, Scampia, e tutta l'area est (Barra, Ponticelli, San Giovanni dove in questi giorni si sta svolgendo l'ennesima guerra tra clan) pronti a diventare serbatoi di manovalanza per "l'altro Stato".
Il secondo. La risposta inefficace dello Stato. Sono anni che la soluzione adottato dallo Stato per affermare la sua presenza sul territorio, è esclusivamente "repressiva" e "militare".
Si è scelto lo scontro.
Mentre poi l'azione "preventiva" basata in investimenti su Scuola, Formazione, Lavoro, Centri Sociali, Cultura, beh, semplicemente non esiste.

Per carità. La legalità è un valore assoluto. Ma va coltivata.
E il giorno che lo Stato entrerà nel Rione Traiano non solo con le volanti di carabinieri e polizia, ma anche con un esercito di insegnanti, operatori sociali, di opportunità culturali, allora forse potremmo "illuderci che tutto sarebbe andato per il meglio nella vita di quel povero ragazzo".

p.s. Direttore, giusto per curiosità, ma la divisa di cui le invoca la dignità e serietà è la stessa indossata nella scuola Diaz, a Bolzaneto, nella cella di Cucchi e per strada con Aldrovandi?