Ello. La cui ambizione è quella di creare un'alternativa a Facebook e Twitter basata esclusivamente sulla connessione e comunicazione.
Di seguito il manifesto:
Insomma, io ci sono. Ovviamente mi trovate con l'account @pinellus
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.Questo è Giovanni, il cocco di Gesù, non Bob Marley o John Lennon.
Giovanni 13:34-35
a occhio diremmo che si potrebbe trattare di circa il 30% di quelli pubblicati abitualmente finora – l’obiettivo è concentrare la scelta sui commenti “in topic” intorno all’articolo, a scapito delle conversazioni dispersive tra i commentatori e dei commenti meno interessanti – ma immaginiamo che la premoderazione contribuisca ad alzare presto questa quota: disincentivando perditempo passeggeri e stanziali e premiando informazioni e competenze utili a tutti.Un plauso ai ragazzi de Il Post. Sicuramente attività molto onerosa ma, da qualche tempo, andando a leggere i commenti in calce agli articoli, era evidente la nascita dell'ennesimo "circoletto pickwick" dopo i fasti dei blogger, di splinder e compagnia bella.
[...] Come la gran parte dei napoletani, però, non vogliamo che quel carabiniere sia usato come capro espiatorio di un male più profondo, di tutto ciò che non funziona nel rapporto tra lo Stato e la nostra società meridionale, specialmente a Napoli. [...] Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che i carabinieri cercavano un latitante, e l’hanno individuato a bordo di quel motorino su cui viaggiavano tre persone, che non si è fermato all’alt, e anzi ha ingaggiato un lungo inseguimento, opponendo una resistenza e rappresentando una minaccia per le forze dell’ordine. Non vogliamo illuderci che tutto sarebbe andato per il meglio nella vita di quel povero ragazzo, da lui stesso descritta su Facebook, immersa in una sub-cultura intrisa di relazioni pericolose e di valori malintesi, all’ultimo respiro, se solo non si fosse imbattuto in un posto di blocco notturno. Non vogliamo tollerare che nelle nostre strade la violenza sia di casa, che ogni notte si spari, qualche volta con i kalashnikov come in zona di guerra. [...] Ed è per questo che pretendiamo che lo Stato di diritto sappia giudicare ed eventualmente punire i suoi servitori che sbagliano. È per questo, non per vendetta, che chiediamo giustizia per la morte di Davide Bifolco. E la chiediamo in nome di chi porta con dignità e serietà la divisa, non di chi ancora ieri su quella divisa ha sputato.