10 maggio 2015

Perché l'Italicum non mi piace.


Dal primo giorno di Luglio del 2016 (espediente renziano per allungare il brodo) entrerà in vigore il nuovo sistema elettorale della Repubblica Italiana denominato Italicum. Il silente Presidente della Repubblica ha firmato ed avallato la riforma. Proprio lui, autore di un'ottima legge elettorale maggioritaria con dei veri collegi uninominali che portava il suo nome.

Quindi, a me l'Italicum, dopo averlo vagliato attentamente, non piace. Ma per niente.
Vado ad illustrare il mio umile parere.
Dobbiamo prima partire dalla legge elettorale precedente, quella che abbiamo utilizzato poco tempo fa per eleggere un parlamento senza maggioranza. Ecco. Quella legge elettorale fa (faceva) talmente schifo da essere chiamata Porcellum. Ricordate?
E la più grossa porcata, a mio avviso, del Porcellum è stato l'aver dato alle segreterie dei partiti il potere assoluto di decidere i parlamentari con le liste bloccate (non a caso la Consulta è dovuta intervenire per abrogarle).
Liste bloccate che hanno portato a mio avviso ad un livello medio dei parlamentari a dir poco mortificante. Una pletora di soldatini delle varie correnti il cui unico compito è stato di ratificare le decisioni prese dai vertici dei partiti in altre sedi.

Ecco, con l'Italicum le cose non sono cambiate. Il capolista di collegio è scelto dal partito ("Capolista bloccato"). Capolista che sale in base alla ripartizione su base nazionale. Se restano briciole vengono pescati gli avannotti in base alle preferenze (giusto per tenersi buoni la Consulta).
E sulle preferenze, altro capolavoro. Le preferenze (due) sono valide solo se è stata indicata anche una donna (le quote rosa!! Donne ma ancora non vi ribellate a questo retro pensiero da WWF?)

Ricapitolando. Abbiamo semplicemente un PorcellumCorretto. Corretto perché è stato introdotto, per garantire la governabilità, un premio di maggioranza di 340 seggi se al primo turno una lista ottiene almeno il 40%. Altrimenti il premio lo si vince in un ballottaggio (secondo turno) al quale sono ammesse solo le due liste più votate.

Un arzigogolo creato per: a) favorire i due partiti più grandi a destra e sinistra polarizzando la scelta su quest'ultimi; b) assecondare questo ritorno di inizio secolo all'Uomo Forte; c) depotenziare il parlamento; d) creare nei fatti un forte premierato.

Il tutto senza affrontare una seria e organica riforma costituzionale.


Insomma, avevamo l'occasione, dopo il parare della Consulta, di lasciarci alle spalle un decennio di mediocrità, potevamo riportare al centro della politica la rappresentanza territoriale e far retrocedere le stanze delle segreterie partitiche.
Abbiamo avuto, invece, solo la garanzia di avere un governo "forte" subito dopo le elezioni.

Voi vi accontentereste? Io no.


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