22 aprile 2020

Immuni e Democrazia

La cosa più stupida e irresponsabile da fare in questo momento è scherzare o buttarla in battute facili sulla questione privacy dell'App Immuni.

Peggio ancora è fare parallelismi con i dati rilasciati sulle piattaforme di servizi online (social, b2c, mail etc.)
La battutina viene facile. È vero, quotidianamente rilasciamo centinaia di informazioni ai colossi dei BigData.
Queste però sono profilature marketing orientend e se chi le colleziona abusa dei miei dati posso ricorrere alle leggi del mio Stato che mi difendono.

Immuni è un App governativa, alias LO STATO (quello che ci dovrebbe difendere), i cui dati non è (ancora) chiaro dove staranno, chi li gestirà e con quale perimetro.
Le informazioni che collezionerà (fate bene attenzione) attengono al nostro stato di salute e con chi abbiamo avuto relazioni di vicinanza.
L'architettura e la strategia di storage scelta è quella centralizzata (non distribuita).
Tradotto: avremo una banca dati governativa piena zeppa di dati di tracciamento sociale e sulla salute dei cittadini.
(se fossimo in un cartoon di robot anni 80 adesso ci sarebbe un lampo con tuono e una risata satanica del cattivo di turno)

Ancora più dubbi arrivano da questa affermazione di Arcuri (quello che ha scelto l'App):
«sarà necessario che questa applicazione si possa connettere al Sistema sanitario nazionale in modo che le autorità sanitarie possano intervenire rapidamente, e non dovrà fornire semplici avvisi agli utenti».
Uhm. Se il Sistema sanitario nazionale dovrà intervenire, sarà necessario sapere "dove" e soprattutto da "chi".
Ma il presidente Conte e la ministra Pisano giurano e stragiurano che l'App non invierà dati personali dell'utente.
Huston, abbiamo qualche incongruenza.

Ok. Il fine, mi direte, è ben più nobile del mezzo. Quest'app sembra a tutti gli effetti essere LA SOLUZIONE.
Installo l'App, Taaaaaac, accendo il Bluetooth, Taaaaac e siamo agilmente in Fase2 (quasi Fase3).
Vi ricordo, giusto per memoria, che questa è una Pandemia. L'App Immuni senza personale sanitario e tamponi a tappeto è utile quanto la trama in un film porno.
(diceva il vecchio saggio che se tutto quello che hai è un martello, ogni problema ti sembrerà un chiodo)

Ma poi, cosa potrebbe mai andare storto in un'App gestita dal Governo italiano? Perché mai avere dei dubbi?
(se non si è capito sono sarcastico, e anche molto)

Già in Olanda, un'App analoga ha messo in chiaro (per errore, sicuramente) i dati sensibili di circa 200 utenti.
https://www.ansa.it/sito/notizie/tecnologia/internet_social/2020/04/20/in-olanda-falla-app-tracciamento-covid_57d6cb0f-8653-4bde-84e0-cb1db4440cab.html

Quindi, facciamo i seri.
L'App ci può aiutare? Sicuramente.
Ma prima di utilizzarla, noi come cittadini liberi e coscienziosi (non primati saltellanti con pollice opponibile) dovremmo pretendere alcune cosine molto semplici:
  • Codice Open Source.
  • Decentralizzazione del dato (no alla banca dati centrali, sì allo storage solo sui device secondo il protocollo DP-3T).
  • Trasparenza massima sulle modalità di funzionamento e di tracciamento/retantion delle informazioni.
Per chi volesse approfondire vi lascio il link della lettera aperta del Nexa Center for Internet and Society del politecnico di Torino che sottoscrivo in pieno.
https://nexa.polito.it/lettera-aperta-app-COVID19

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