31 marzo 2013

Il pozzetto fecale

I coniugi Trinchese arrivano con cinque minuti di ritardo alla riunione del condominio di Corso Umberto 5.
Una riunione spinosa, si deve votare il nuovo amministratore di condominio, approvare l'esercizio ordinario e i lavori urgenti strutturali.
Alla riunione che si svolge nell'androne del palazzo, questa volta sono presenti quasi tutti. 
Pasquale Trinchese nota con un certo stupore anche la presenza del Ramaglia, l'impiegato delle Poste del terzo piano che a memoria d'uomo non aveva mai presenziato ad una sola riunione.
Ramaglia, come del resto quasi tutti gli inquilini di Corso Umberto 5, ha sempre firmato la delega di voto all'avvocato Pisani, elegante cinquantenne con abbronzatura itterica quattro stagioni, vera eminenza grigia del palazzo e noto traffichino di basso cabotaggio.
Questa sera però la riunione è di fondamentale importanza. Il pozzetto fecale dell'ala nord, a seguito di un intasamento, ha esondato allagando di liquami l'appartamento a pian terreno dell'Armando Sica, compromettendo anche l'intera colonna fecale.

C'è brusio e nervosismo. I soldi in cassa sono pochissimi. Anche perché il vecchio amministratore, il ragioniere Peluso, 78enne, sei mesi fa è deceduto. E alla sua morte si è scoperto che il Peluso aveva utilizzato i soldi della cassa condominiale, ben venticinquemila euro, per pagarsi il meglio delle mignotte di alto bordo e regalarsi gli ultimi scampoli di felicità.
Peluso è stato ritrovato esanime in una camera d'albergo, nudo, con ancora la coca nel naso e il sorriso sulle labbra. A chiamare la polizia tale Tatiana Perez, venezuelana di un metro e venti per venti chili di tette.

Si comincia. A presiedere la riunione c'è il Pisani in virtù della sua esperienza.
Improvvisamente il Ramaglia estrae dalla sua borsa una webcam e un notebook. Tutti chiedono cosa stia facendo. Ramaglia chiede di poter filmare e mandare in diretta web streaming la riunione sul suo Blog per una questione di trasparenza.
"Ma a chi vuoi che interessi la nostra riunione di condominio?" chiede Russo del secondo piano.
"Avete paura della trasparenza, eh? Cosa avete da nascondere, eh?" rintuzza piccato il Ramaglia "Avete portato questo palazzo allo sfascio, anni di incuria e di ruberie. Ma adesso basta! La musica deve cambiare. Vogliamo gente nuova, vogliamo onestà!".
"Ma tu dove cazzo stavi che non ti abbiamo mai visto ad una riunione? Eh?!" sbotta il Russo che, forte della sua stazza con aspect ratio 16:9, si avvicina a testa bassa al Ramaglia.
Trinchese interviene subito a sedare il muflone del secondo piano e salvare il Ramaglia da morte certa.
Si trova un accordo. Ramaglia potrà riprendere ma indirizzando la webcam sul pavimento per questioni di privacy.

Prende la parola Ambrogio Zanussi, proprietario di due appartamenti al quinto piano e dell'intera mansarda dell'ultimo piano che è anche la sua abitazione.
Zanussi chiede che venga messa a verbale la sua volontà di distaccarsi dal condominio e di potersi gestire autonomamente. Dichiara con orgoglio di essere il maggior contribuente delle casse condominiali e fa espliciti riferimenti agli inquilini dei primi piani definendoli lassisti e incivili. Poi si alza la signora Zanussi che rincara la dose esprimendo il suo profondo disgusto per gli sgradevoli odori di cucinato provenienti dai piani bassi.
Trinchese, sentitosi chiamato in causa in quanto condòmino dei piani bassi, prende la parola. Prima ricorda al Zanussi l'impossibilità di un federalismo condominiale e successivamente lo invita calorosamente a risolvere a stretto giro eventuali problemi di stipsi. Russo si unisce all'invito ed è pronto a caricare. Gli animi si scaldano.

Pisani interviene per riportare la calma ricordando a tutti di mantenere un certo decoro.
A questo punto s'alza il Ramaglia. Con voce da saccente ricorda a tutti i condòmini che il Pisani è veramente l'ultima persona che può utilizzare la parola "decoro". E comincia a snocciolare l'elenco delle mirabili imprese del Pisani: prolungamento abusivo del suo balcone di ben 3 metri successivamente condonato, due anni e mezzo di quote ordinarie e straordinarie non pagate, sodalizio con la buonanima del ragioniere Peluso, costante affidamento dei lavori di manutenzione del palazzo alla ditta del cognato del Pisani.
Pisani alza lo sguardo sul Ramaglia con estrema sufficienza. "E' solo l'invidia che vi fa parlare. Io ho fatto solo il bene per questo condominio. E gli altri inquilini lo sanno! Lo testimonia il fatto che anche stasera ho con me quattro deleghe di voto. Questa sera mi batterò strenuamente per far restituire a tutti quanti le quote straordinarie che abbiamo dovuto versare dopo la scoperta dell'ammanco nelle casse condominiali".
La signorina Calopresti, zitellona sessantenne del quarto piano applaude, malcelando un quasi orgasmo.

Trinchese e la moglie sono atterriti. La situazione sta degenerando.
Ormai tutti rinfacciano tutto a tutti. Anche Pasquale Trinchese si vede rinfacciare dalla Calopresti il suo eccessivo zelo nel curare il piccolo giardino condominiale: "Chi vi ha autorizzato?" "Ma per me è un piacere...".
Quando ecco il Sica, fino a quel momento in silenzio, ricordare con una certa veemenza a tutti gli astanti che l'appartamento invaso di merda è il suo e, per sottolineare il suo stato d'animo, conclude il suo intervento con un bel "Cazzo!" finale.
Il Ramaglia prende le difese del Sica e annuncia di volersi candidare come nuovo amministratore.
"Ma lei cosa ne sa di amministrazione condominiale?" chiede il Trinchese sempre più spaesato.
"Ho fatto un corso online e mi sono regolarmente iscritto all'albo apposito" dichiara il Ramaglia "e ho deciso che se mi voterete svolgerò il mio incarico di amministratore senza percepire compenso!".
Ovazione e applausi da mezza sala. Pisani è bianco in volto. Anche la Calopresti comincia a guardare il Ramaglia con occhi volitivi.

Trinchese si avvicina al Ramaglia cercando di capire quali siano le sue reali intenzioni. "Vaffanculo! Voi siete il vecchio. Con voi io non parlo" gli urla in faccia il Ramaglia ormai visibilmente esaltato dal consenso ottenuto. "Ma io veramente ho sempre partecipato a tutte le assemblee condominiali" gli ricorda mestamente il Trinchese.
"Ecco, vedete. Siete colluso con la vecchia gestione!" "Io?" sgrana gli occhi un incredulo Pasquale Trinchese "Ma se voi avete sempre dato delega al Pisani!?".

La signora Trinchese cerca di calmare il marito visibilmente scosso.
La votazione si conclude con la proclamazione del Ramaglia come nuovo amministratore condominiale.
Pasquale Trinchese è seduto sconsolato con la testa china tra le mani. Guarda con occhi sbarrati le sue scarpe e pensa seriamente di vendere l'appartamento e andarsene con la moglie in una villetta monofamiliare in montagna.
Mentre fantastica di queste cose, Trinchese nota un rivolo di acqua grigia lambire la sua scarpa destra.
A seguire tutto l'androne del palazzo viene inondato da un pressante olezzo di fogna.
La signora Sica esce dal suo appartamento al pian terreno urlando "Armando! Armando! Aiuto! C'è merda ovunque!".
La fecale sta allagando anche l'androne del palazzo.

Pasquale Trinchese e la moglie si alzano e mestamente risalgono le scale verso il loro appartamento.
Il Ramaglia attorniato dal resto dei condomini si guarda le scarpe completamente ricoperte di liquame.
"Signor Ramaglia dobbiamo urgentemente sturare il pozzetto fecale!" lo incalza Sparaco del terzo piano.
Ramaglia si gira verso Sparaco e con un'aria innocente e voce in falsetto dichiara:
"Cos'è un pozzetto fecale??"
Intanto sul Blog del Ramaglia vanno in onda le immagini del pavimento inondato di merda. Qualcuno trovatosi a passare per caso sul Blog clicca sull'iconcina "Mi piace".


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