6 ottobre 2016

Perché voterò NO

Ho cercato con calma di elaborare una mia idea su questa riforma costituzionale e il relativo referendum.

Come sempre in un clima estremamente polarizzato e con presenza di ultras in entrambi gli schieramenti, ragionare e capire diventa impresa ardua.
C'è un pasticcio enorme. A cominciare da un dato di fatto. A tanti non è chiaro che il sistema elettorale è una cosa e le riforme costituzionali altro.
Ma andiamo con ordine.

Il Totem
La nostra Costituzione sta diventando, suo malgrado, un Totem. Un Totem brandito a convenienza dai vari schieramenti a seconda della convenienza contingente. Ad esempio in questo momento a schierarsi in difesa della Costituzione troviamo gente come Salvini e Brunetta che in legislature passate proposero modifiche molto simili e anche più estreme.
Anche il M5S si è speso in un lavoro di tutela della Costituzione riprendendo vecchi slogan sulla "Costituzione più bella del mondo" e la retorica della "democrazia" quando il loro movimento non ha uno straccio di organizzazione democratica e i rapporti interni sono demandati al diritto privato.
Il mio pensiero, da umile ex studioso di sistemi costituzionali, è che la nostra Costituzione non è perfetta, non è "immodificabile" e la sua stesura è avvenuta in un momento storico preciso (il dopo guerra post fascista) e con forze politiche ormai scomparse (DC, PCI, PSI).

La nostra Costituzione può essere modificata. Anzi, sarebbe auspicabile farlo, specie per la seconda parte riguardante l'ordinamento della Repubblica.
«Ho letto il progetto della nuova Costituzione. È una vera alluvione di scempiaggine. I soli articoli che meriterebbero di essere approvati sono quelli che rendono possibile emendare o prima o poi quel mostro di bestialità»
Gaetano Salvemini - 1947
Come modificare la Costituzione
Quindi, dopo 70 anni, è sicuramente buona cosa una revisione, fare un tagliando alla Costituzione.
Ma come? Non certo con una legge ordinaria votata a maggioranza assoluta da un solo partito.
Le regole repubblicane, che sono poi le regole del gioco politico. devono essere ampiamente condivise con il maggior numero dei partiti.
E quale cosa migliore di un'assemblea costituzionale di scopo, votata dai cittadini in base ad un programma di riforme definito? Oppure, non volendo esagerare, una commissione bicamerale ad hoc in cui non ci sia alcun diktat governativo (cfr. Boschi)

La Riforma «Renzi-Boschi»
L'impianto della riforma non è tutto da buttare. Il superamento del bicameralismo "simmetrico" è un tema discusso da almeno trent'anni. Oggettivamente avere due camere che fanno la stessa cosa (e si rimpallano il processo legislativo), è abbastanza inutile. Aggiungiamo che in questi ultimi anni l'instabilità politica e il "pork barrel" nostrano, è stato alimentato proprio da governi con maggioranze asimmetriche nelle due camere.
"Due Camere che la pensano in modo identico sono inutili, mentre due Camere che la pensano in modo diverso sono dannose" (cit. abate Sieyès)
Inoltre, rispetto alla Riforma Berlusconi del 2006 (quella sì, che virava pericolosamente nell'autoritarismo), questa riforma riguarda pochissimi punti.
Certo, c'è molto fumo sulla composizione di questo "nuovo" Senato, ma sostanzialmente la riforma va in una direzione giusta.
E allora? Qual è il problema di questa riforma?

Renzi
Il vero problema di questa riforma ha un nome e un cognome: Matteo Renzi.
Ha sbagliato tutto. Tutto.
Dalla forzatura in fase di votazione in parlamento al fatto di aver legato il destino del proprio Governo all'esito del Referendum confermativo. Dal non aver cercato il più ampio consenso nelle forze politiche al colpo di mano sull'elezione di Mattarella che di fatto ha fatto saltare il famoso Patto del Nazareno.
Il suo progetto sembrava perfetto. Cavalcare quel 40% delle europee che lo aveva accreditato anche senza passare da un tornata elettorale e intascarsi anche il merito di aver fatto le riforme.
Adesso, complice un palese fallimento delle sue politiche economiche che non hanno fatto registrare alcun miglioramento, ecco che il Governo Renzi è diventato il vero ingombro sulla strada delle riforme.

Italicum
Giusto per ribadire il mio pensiero. L'Italicum è una brutta legge elettorale e se possibile peggiore della legge Calderoli (aka Porcellum). Ma la legge elettorale non centra nulla con le riforme costituzionali (ricordo a tutti che la legge elettorale è decisa e votata dai parlamentari stessi e in Costituzione non vi è alcun accenno ad essa).

E dopo?
Il mio vero incubo è il dopo. Cosa ci aspetta in caso di (probabile) vittoria del No?
Sicuramente la sfiducia di un governo Renzi debolissimo e quindi o un nuovo governo provvisorio o probabili elezioni. Con uno scenario surreale.
Perché il Senato verrebbe eletto con il Porcellum e la Camera con l'Italicum. Un pasticcio enorme.
Che andrebbe sanato con una riforma dello Stato "organica" e "condivisa" portata avanti con lo stesso spirito unitario del dopo guerra.

La Costituzione non è la Panacea
Ovviamente qualsiasi buona riforma costituzionale con annessa ottima legge elettorale non ci mette a riparo da nulla.
La nostra Costituzione (quella che dite essere bellissima!) non ci ha messo a riparo dallo stragismo, dagli anni di piombo, da Gladio, da Tangentopoli, dalla P2, da Berlusconi e dalle altre assurdità del nostro paese.
Non ci ha messo al riparo dalla mediocrità imperante nel nostro parlamento. Mediocrità incarnata pienamente dal Movimento 5 Stelle e dal falso mito che tutti i "cittadini" possono sedere in parlamento (poi quando si devono scrivere le leggi, devono pagare un consulente in materia).
Non ci mette al riparo dai mostri creati da noi stessi.

No. Voterò No. Perché le regole si scrivono insieme e soprattutto con un mandato elettorale.
Perché in questo modo il fine ultimo è la vittoria di una parte, quella di Renzi, in un scenario di conflitto distruttivo permanente.
Voterò No. Senza fare drammi e senza la retorica "dell'ultima possibilità" o del salvacondotto dell'emergenza.


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