Invece no, non c’è nessun problema di regole. Non c’è per il semplice motivo che nella valutazione etica dei contenuti la usuale metafora della rete Internet come luogo che tutti abbiamo usato almeno una volta, non funziona troppo bene. Se Internet fosse un luogo forse, entro certi limiti, avrebbe ragione Saviano: nei quartieri malfamati dove tutti possono finire, forse qualcosa si potrebbe/dovrebbe fare. Invece Internet per quanto riguarda i contenuti non è un luogo ma il risultato di una cartografia personale. Internet, come dicono alcuni fra quelli più colti di me che Eco Saviano e soci non hanno comunque mai letto, è il filtro. Più avanti si potrà discutere delle caratteristiche (e dei rischi) di questo filtro ma per ora accontentiamoci del fatto che la Internet che guardiamo, che seguiamo, le pagine che ci interessano, sono il risultato di una nostra personale scrematura. Lo sono, inevitabilmente, non potrebbe essere diversamente data la vastità dei contenuti disponibili. Se la Internet di Massimo Mantellini fosse un luogo, semplicemente i vicoli malfamati che tanto preoccupano i nostri migliori intellettuali non sarebbero segnati sulla mappa. In quella Internet lì, mi spiace, ma non c’è bisogno di alcuna nuova regola. In quella Internet, che è spesso la rete delle persone che la conoscono e che la amano, le parole di Eco, Boldrini e Saviano assomigliano ogni volta alla carezza del dittatore. Per questo causano sempre reazioni scomposte e automatiche.
Ogni volta che qualche intellettuale, politico, giornalista o conoscente, se ne uscirà con l'ormai diffusa filastrocca dell'Internet da regolamentare, voi andatevi a rileggere questo post di Massimo Mantellini che per quanto mi riguarda, sottoscrivo in pieno.
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