Nel giro di un mese siamo tornai a discutere di politica.
Ecco il pacchetto "Italicum", nato dall'accordo tra il PD e ForzaItalia (vedi il punto #9 per un commento)
Alcuni appunti:
#1 Porcellum Annacquato. Alla fine l'accordo raggiunto conserva l'attribuzione dei seggi su base nazionale (quindi i collegi elettorali non serviranno praticamente a nulla). Listino bloccato (anche se corto) e stessa logica di attribuzione della legge precedente.
Nonostante la Corte Costituzionale abbia messo in guardia dalle storture provocate dal premio di maggioranza, la nuova proposta lo reintroduce facendo un pastrocchio tra soglie di sbarramento, doppio turno e percentuale minima. Nella sostanza una coalizione o partito con il 35% dei voti avrebbe in regalo un premio di 18%.
Si poteva fare peggio del Porcellum e pare proprio che ci siano riusciti.
#2 Riforma del Senato. Forse la vera novità del pacchetto di riforme è il superamento del bicameralismo.
Una sola camera. La garanzia di governabilità, più che dalla legge elettorale, sarà garantita da questa riforma. (condivisibile e auspicabile).
#3 Preferenze. Le abbiamo abolite con un referendum. Era il 1991. Il meccanismo delle preferenze, dopo 50 anni di utilizzo, aveva generato mostri. Al sud era uno strumento in mano al clientelismo mafioso, al nord era l'architrave dell'oligarchia correntizia nei partiti.
Adesso tutti hanno nostalgia e invocano il ritorno delle preferenze.
O siamo un popolo con memoria corta o siamo in mala fede.
#4 Libertà di scelta (finta) dell'elettore. A difesa di questo ritorno di fiamma sulle preferenze, viene impugnata la tremenda clava della "libertà di scelta" per l'elettore (o il popolo, che fa più impatto).
Come se la possibilità di mettere tante crocette su più nomi, ci rendesse finalmente liberi di scegliere.
No. E' un falso mito. Dice "ma con il listino bloccato i nomi sono scelti dai partiti". Sì, vero. Ma anche con le preferenze il listino sarebbe scelto dai partiti. Si potrebbe intervenire con una preferenza per smuovere l'ordine di lista. Ma è poca roba.
#5 Libertà di scelta (vera) dell'elettore. La vera libertà per un elettore, è di scegliere un programma politico di governo (che sia di un solo partito o di una coalizione). Sapere con certezza chi è il proprio parlamentare di riferimento sul territorio (deputato di collegio). Dopo cinque anni di governo poter rivotare e decidere se ridare o meno fiducia a quel progetto politico.
#6 Riforme organiche. Però il punto fondamentale, a mio avviso, è l'errore che stiamo portando avanti dal 1991. Modifichiamo la legge elettorale senza affrontare una seria riforma costituzionale sulla forma di governo. Abbiamo avuto leggi elettorali, dal referendum Segni in poi, che hanno introdotto di fatto una sorta di "premierato" (l'indicazione del premier sul simbolo della coalizione) ma la Costituzione continua a recitare che il primato di scelta del governo è del parlamento.
#7 La mia preferenza. Io sono per il SemiPresidenzialismo con maggioritario a doppio turno sul modello di quello francese. E' una mia idea maturata durate gli studi universitari. Vale quel che vale.
(il Prof. Percy Allum sarebbe fiero di me...)
#8 Abolizione Province. Torna l'idea di abolire le Province. Adesso è di moda. A me ricorda tanto il tormentone ICI. Via l'ICI! E poi ci siamo ritrovati quel costo spalmato in altri balzelli.
Però una cosa io non l'ho capita. L'abolizione delle Province è uno dei primi punti nel programma del M5S. Perché su questo punto i grillini non hanno dato segnali di apertura?
#9 Forma e sostanza. Il pacchetto è il frutto di un accordo tra PD e Forza Italia. Scadalo! Ma come? Con Berlusconi?
Allora. Partiamo dal punto che le riforme istituzionali, in particolare una legge elettorale, vanno decise ad ampia maggioranza. Sono le regole del gioco. Non c'è nulla di scandaloso a cercare il massimo consenso. Anzi. Auspicabile.
In tutto questo slancio di riforme, ancora una volta, il M5S è "non pervenuto".
Ma tanto lo sappiamo tutti che quelli del M5S sono i migliori.
Chi non fa nulla ha sempre ragione. Giusto?
#10 Che poi. A valle di tutto questo parlare di sistemi elettorali, scorpori, collegi ed altro, la verità è che qualsiasi legge elettorale o forma di governo, non potrà mai regalarci una buona classe dirigente.
Quella la dobbiamo pretendere e coltivarla noi tutti nel nostro quotidiano.
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