16 novembre 2012

Invincibile (o quasi)

Se stasera sono qui (cantava Tenco). Se stasera sono qui, vuol dire che sono Invincibile.
Vuol dire che ho il fegato foderato di materiale indistruttibile.
Eppure pensavo di non farcela. Pensavo che sarei crollato molto prima.
Tutto parte dal tardo pomeriggio. E' mercoledì. 18:45.
Esco dall'ufficio già in ritardo sulla tabella di marcia. La vita del pendolare è un continuo incastro di orari, coincidenze, interscambi.
Arrivo trafelato alla stazione di Piazza Amedeo. Sento il classico "spiffffff" delle porte della metro (la mia metro!) mentre mi sto esibendo nell'epico finale di gara di Pietro Mennea a Mosca nel 1980.
Persa. Fanculo. Recupero un contegno e un decoro e con indifferenza, come se di quel treno appena partito non me ne fregasse nulla, mi accomodo ad aspettare il prossimo. Rosico (sì, sì).
Fortunatamente aspetto poco. Guardo l'orologio e mentalmente ripercorro tutta la sequenza degli orari con relative tolleranze. Tutto ok. Salgo sulla metro, inforco le cuffiette in cerca di relax, osservo la gente attorno.


Stazione di Montesanto. Mentre entriamo nella stazione, i Depeche Mode attaccano Home.
Martin Gore è ai gorgoglii finali, ma noi siamo ancora fermi. Riesco a sentire i "spiffff" delle porte che si chiudono e poi "spiffff", si riaprono. Fermi, siamo fermi.
David Gahan intanto mi dice "It's No Good", e io comincio a crederci. Scendiamo tutti dal treno a formare un grumo umano attorno alla testa del treno dove un macchinista armeggia animosamente con il quadro comandi. Alcune bestemmie lanciate da questo omone baffuto non le ho mai sentite prima. Chiediamo chiarimenti. S'è rotto! Adesso cerchiamo di far partire la motrice in coda, ci dice, per poi andare a marcia indietro verso Piazza Garibaldi. Nessuno di noi ha capito un cazzo ma, fiduciosi, attendiamo la magia.
Montesanto è anche la stazione più carogna. Piazza Garibaldi è abbastanza lontana per arrivarci a piedi, penso io. Meglio attendere l'aruspice baffuto.
Squilla il mio smartcoso. E' Danilo. "Oh, guarda, qui è tutto fermo" mi dice. "Dani, ma sei anche tu qui a Montesanto?" chiedo io. "Montesanto? No, no. Siamo alla Circumvesuviana e non ci sono treni in partenza".
Avverto un leggero tremolìo alle ginocchia, rido, nervoso, mi guardo attorno. Tutti con gli sguardi persi.
Baffone ritorna dalla motrice di coda con una faccia che anche senza parlare mi dice "Fattela a piedi, è meglio".
E sia. Riemergo in superficie e comincio a camminare veloce con andatura simil-marcia. Guardo l'orologio. 19:24. Il mio prossimo treno della Circumvesuviana è alle 20:02. Ce la posso fare. Ce la devo fare.
Con estrema scioltezza supero la Pignasecca e mi dirigo verso Piazza del Gesù.
Ci sono tanti giovani, tante persone a passeggio. Io marcio dritto. Ho solo un pensiero. Il mio treno, la mia casa, le mie donne.
Piazza San Domenico sfila via, San Gregorio Armeno piena di lucine e di bancarelle mi annuncia che siamo prossimi al Natale, Forcella è un caos di motorini e sigarette di contrabbando.
Dai, dai. Ci siamo quasi. Teatro Trianon, 19:42, Corso Umberto, Porta Nolana. Dai, dai.
Corso Garibaldi, eccola, la vedo. Stazione della Circumvesuviana. 19:52. Vaccadiunaboia. Ce l'ho fatta.
Sento caldo, un poco di fiatone. Scendo le scale. Mentre scendo, piano piano la situazione mi è sempre più chiara. Varchi aperti, nessuna partenza in cartellone. Merda.
Incontro Vincenzo, il suo sguardo mi anticipa già tutto. "Dicono che i treni vengono annunciati in base alla disponibilità". Porca miseria. Annunciano un treno. E' quello di Vincenzo. Ciao Vincè, spero di poterci rivedere in situazioni più piacevoli. Resto solo. Guardo gli altri viaggiatori. Siamo tutti stanchi, con il naso per aria in cerca di un segnale, di un presagio Nessuno sa niente. Mi avvicino ad un gruppetto di macchinisti della Circumvesuviana. "Scusate, ma il Sarno?". "Sentite non facciamo polemiche!". No, caro amico. Io non faccio polemiche. Non voglio fare nessuna stramaledetta polemica. Capisci? Io voglio tornare a casa mia e capire se questo stracazzo di treno partirà oppure no. Lo penso solo. Invece da bocca mi esce tra i denti solo uno smozzicato "...tronzi", e mi allontano.
"Attenzione, Treno diretto per Sarno delle 20:02 oggi è soppresso".
La voce dall'altoparlante mi arriva alla testa come un balsamo, ho voglio di dormire, di chiudere gli occhi, tranquillo è solo un brutto sogno.
Piano B. Abbiamo un Piano B? Dobbiamo avere un piano B! L'orologio della stazione segna le 20:13.
"Attenzione, Treno diretto per Nola delle 20:18 partirà dal binario 4".
Eccolo. Il Piano B. Salgo sul treno, mi siedo, parte? "spiffff". Sì, parte. Prendo dalla borsa Fred Vargas, relax.
Arrivo a casa e sono le 21:20.
Con una consapevolezza. Se stasera son riuscito a tornare a casa, sono Invincibile.
O quasi.

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