6 settembre 2014

Chi è Stato?

Oggi tra il tanto inchiostro profuso nella vicenda di Davide Bifolco, il diciassettenne napoletano morto ieri a causo di un colpo sparato da un carabiniere, mi ha colpito l'editoriale di Antonio Polito, direttore del Corriere del Mezzogiorno dal titolo "Dalle parte dello Stato":
[...] Come la gran parte dei napoletani, però, non vogliamo che quel carabiniere sia usato come capro espiatorio di un male più profondo, di tutto ciò che non funziona nel rapporto tra lo Stato e la nostra società meridionale, specialmente a Napoli. [...] Non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che i carabinieri cercavano un latitante, e l’hanno individuato a bordo di quel motorino su cui viaggiavano tre persone, che non si è fermato all’alt, e anzi ha ingaggiato un lungo inseguimento, opponendo una resistenza e rappresentando una minaccia per le forze dell’ordine. Non vogliamo illuderci che tutto sarebbe andato per il meglio nella vita di quel povero ragazzo, da lui stesso descritta su Facebook, immersa in una sub-cultura intrisa di relazioni pericolose e di valori malintesi, all’ultimo respiro, se solo non si fosse imbattuto in un posto di blocco notturno. Non vogliamo tollerare che nelle nostre strade la violenza sia di casa, che ogni notte si spari, qualche volta con i kalashnikov come in zona di guerra. [...] Ed è per questo che pretendiamo che lo Stato di diritto sappia giudicare ed eventualmente punire i suoi servitori che sbagliano. È per questo, non per vendetta, che chiediamo giustizia per la morte di Davide Bifolco. E la chiediamo in nome di chi porta con dignità e serietà la divisa, non di chi ancora ieri su quella divisa ha sputato.
Caro direttore Polito,
chi Le scrive è uno che ogni santo giorno sta dalla parte dello Stato. Con convinzione.
Però, sa bene anche Lei, che a Napoli stare dalla parte dello Stato significa avere la "libertà" di poter tenere alla larga "l'altro Stato".
E una volta che hai fatto la scelta, c'è un altro grosso problema. Lo Stato te lo devi andare a cercare, alle volte addirittura immaginare. Lo sa perché? Perché lo Stato da questi parti spesso non c'è o ancora peggio quando c'è lo fa in modo sbagliato.
Nessuno vuole il capro espiatorio.
Ma lei dovrebbe sapere altrettanto bene che la reazione del Rione Traiano è di pura rabbia contro uno Stato percepito solo come vessatore. Rione Traiano (che il sottoscritto conosce molto bene essendo nato e cresciuto a poca distanza) è da cinquant'anni ritenuto "quartiere a rischio", un ghetto, e oggi si presenta uguale se non peggio. E lo Stato in questi cinquant'anni cosa ha fatto per migliorare il Rione Traiano?

La morte di Davide Bifolco ha messo a nudo due enormi problemi.
Il primo. La (ormai acclarata) decadenza della città di Napoli frutto di un impoverimento del territorio economico, politico e soprattutto culturale. Impoverimento che sta generando veri e propri ghetti di povertà e di sottocultura in quartieri popolari come Rione Traiano, Scampia, e tutta l'area est (Barra, Ponticelli, San Giovanni dove in questi giorni si sta svolgendo l'ennesima guerra tra clan) pronti a diventare serbatoi di manovalanza per "l'altro Stato".
Il secondo. La risposta inefficace dello Stato. Sono anni che la soluzione adottato dallo Stato per affermare la sua presenza sul territorio, è esclusivamente "repressiva" e "militare".
Si è scelto lo scontro.
Mentre poi l'azione "preventiva" basata in investimenti su Scuola, Formazione, Lavoro, Centri Sociali, Cultura, beh, semplicemente non esiste.

Per carità. La legalità è un valore assoluto. Ma va coltivata.
E il giorno che lo Stato entrerà nel Rione Traiano non solo con le volanti di carabinieri e polizia, ma anche con un esercito di insegnanti, operatori sociali, di opportunità culturali, allora forse potremmo "illuderci che tutto sarebbe andato per il meglio nella vita di quel povero ragazzo".

p.s. Direttore, giusto per curiosità, ma la divisa di cui le invoca la dignità e serietà è la stessa indossata nella scuola Diaz, a Bolzaneto, nella cella di Cucchi e per strada con Aldrovandi?


0 commenti:

Posta un commento