Tutto questo cinismo, ditemi, qui prodest?
Ché i giri attorno al sole son contati, ricordatevelo. E considerando che di noi resterà un flebile ricordo (a meno che tu non sia un premio nobel o un pino daniele), domando: non sarebbe saggio tramandare ai posteri un'immagine di noi gentile?
Considerando anche che grosso modo non ce la passiamo poi malissimo, dai ammettiamolo, nati e cresciuti in tempi buoni e di pace, tutto questa aridità e beffardìa, veramente, non trova una mensola su cui poggiarsi.
E poi ci sono le transaminasi. Badate che col fegato non si scherza.
Essere partecipi di qualcosa, avere il rispetto dell'altro, ci rende migliori, ci fa gentili. Ci trasforma in esseri umani moderni. Capire che la nostra piccola storia personale non è il tutto ma è parte (piccola, mi dispiace) di una storia collettiva ben più grande e più importante, ci aiuta a ritrovare il senso delle cose e le giuste proporzioni.
Ci può aiutare, ad esempio, ad apprezzare due ragazze ventenni che si adoperano in missioni umanitarie all'estero e a non chiamarle "stronzette sprovvedute" quando veniamo a sapere che sono state fatte prigioniere; aiuterà sicuramente a non vomitare sentenze o commenti sprezzanti su una piazza di Napoli gremita di persone che vogliono così ricordare un loro amato artista scomparso; servirà a guardare con più serenità e con la giusta attenzione alla nostra politica interna.
Che poi io, personalmente, a vent'anni ero qualcosa di molto simile ad un avannotto pescato con l'ausilio di esplosivi (cfr. nu pesce piagliat' ca' bott') e sapere invece che ci sono due mie concittadine che a quell'età si interessano di temi come la solidarietà e gli aiuti umanitari, a me può far solo piacere e mi rincuora per il futuro.
Poi, ovvio, per mia naturale indole al pessimismo (non cinismo!) penso che sarà anche vero che siamo tutti Charlie Hebdo, ma è vero anche che siamo tutti (o quasi) una banda di stronzi.
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