29 agosto 2012

Riaccendete un poco i riflettori?

Buonasera,
scusate se disturbiamo. Siamo abitanti del quartiere Scampia. Eh, sì quello con le Vele, la droga, la camorra e tutto quanto.
Vedete, da qualche mese si è intensificata l'attività criminale nel quartiere ed è successo che per l'ennesima faida tra clan, per terra son rimasti già in sei.
Ora, sempre senza dare disturbo, sulla scorta dell'esperienza dell'ultima faida tra i Di Lauro e gli Scissionisti, noi vorremmo dare un piccolo suggerimento.
Dovete sapere che nel 2004, quando arrivammo a quasi un morto al giorno, arrivarono a Scampia anche le televisioni dalla Scandinavia e dal Giappone.
Improvvisamente per le strade del rione si riversarono centinaia di poliziotti e carabinieri, blindati e armati che se qualcuno fosse arrivato senza sapere nulla, avrebbe potuto pensare ad un colpo di stato.
Le televisioni di tutto il mondo fecero così vedere che a Scampia lo Stato era presente.
Peccato che pochi minuti dopo la partenza delle troupe giornalistiche, se ne andarono anche i figuranti dello Stato.



Però una cosa buona si ottenne. La faida finì. Ma mica perchè lo Stato aveva riconquistato il territorio alla legalità. Tutt'altro. La faida finì perchè con tutti quei posti di blocco, televisioni, giornalisti e politici in passerella, non si vendeva manco più un grammo di cocaina e i tossici cominciavano ad acquistare la roba a Barra.
Così, per amore degli affari, le famiglie in guerra decisero che la faida poteva dirsi conclusa, baci sulle guance e piano piano si ripresero il controllo delle piazze di spaccio. Lo Stato, a telecamere spente, riprese a voltare la faccia dall'altra parte.

Detto questo, il nostro suggerimento per non dover arrivare a contare i morti in doppia cifra è di riaccendere subito un poco i riflettori.

E visto che poi ci troviamo con la luce accesa, affrontiamo il problema, seriamente.
Siamo stanchi di essere solo il quartiere delle Vele, della droga, della camorra e tutto quanto.
Siamo stanchi di aver timore a dire che siamo di Scampia per vedere la faccia del nostro interlocutore cambiare.
Siamo annoiati dai collegamenti televisivi in diretta da Scampia con il solito giornalista vestito come Peter Arnett dal Golfo che vuol farsi riprendere con dietro alle spalle le Vele ("oh, ma si vedono le Vele?") o dall'ennesimo servizio sui tossici che si fanno le pere nei giardinetti del quartiere.
Saturi di notizie gonfiate ad hoc come "il coprifuoco a Scampia" (manco fossimo Kabul).

No, signori, non è mettere la testa sotto terra. I problemi ci sono. Certo. Eccome.
Ma non sono una specificità antropologica di Scampia.
Scampia è un quartiere di Napoli.
Scampia è Italia.

Cominciamo a raccontare che c'è anche l'altra Scampia.
Quella di Mirella, Franco e del Gridas. Quella di Chiara e del Mammut, di Ciro e R.A. Quella dell'infaticabile Aldo e dei ragazzi di Legambiente. Quella dei ragazzi di Chi Rom...e Chi No. Di Rosario, Lena e la Marotta&Cafiero. L'ArciScampia con Mister Piccolo e il Centro Hurtado con il suo centro per l'avvio al lavoro.
Scampia è viva e gioiosa.
Ma questo, ahinoi, non fa notizia.

E allora riaccendete un poco i riflettori, giusto il tempo per far scappare i ratti, poi magari, girate i riflettori un poco sulla Scampia vera. Quella di tutti i giorni.

E soprattutto, lo Stato.
Lo vorremmo sentire non solo la sera con le sirene delle volanti che sfrecciano su Via Bakù o quando si devono sfrattare gli inquilini abusivi delle case popolari.
Lo Stato lo vorremmo sentire tutti i giorni. Nelle scuole dei nostri figli con insegnanti adeguatamente supportati a fronteggiare i casi "difficili". Nelle strutture, adeguatamente manutenute non solo quando arriva Papa Wojtyla. Nel supporto alle attività delle varie associazioni che da anni operano sul territorio. Nel facilitare la nascita di attività lavorative e imprenditoriali sul territorio.
Vorremo capire il progetto dell'Università a Scampia perchè si è arenato.
Vorremmo sapere qual'è il destino delle altre Vele ancora in piedi.

Vi aspettiamo.
Anche Lei, Signor Sindaco.
Sarebbe bello se Lei, oltre al Lungomare, riuscisse a liberare anche Scampia.
Liberarla dai suoi mostri e dai pregiudizi.

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