12 maggio 2013

MetaBenjaminMalaussène©

Io viaggio molto. Per lavoro quotidianamente passo almeno quattro ore in attesa e su i mezzi pubblici. E quando non sono completamente immerso nelle mie letture, mi piace ascoltare i discorsi delle persone attorno a me e magari a volta intervenire in qualche discussione.

Ho notato da qualche tempo un leitmotiv, un tormentone, quasi un intercalare di tutte le discussioni. Lo senti ripetere in varie forme e sfaccettature. Lo si potrebbe riassumere così:
"E' tutta colpa dei politici".
Dal lavoro alla scuola, alla viabilità e sanità. Si comincia magari con un treno in ritardo, la gente comincia a borbottare, qualcuno impreca, si comincia a discutere e il finale è sempre lo stesso.
"E' tutta colpa dei politici".
E qualche volta scopri che i più incazzati poi sono quelli che viaggiano senza manco avere un regolare titolo di viaggio.

"E' tutta colpa dei politici".
Questa entità metafisica e sconosciuta, vaso di pandora, parafulmine per tutte le stagioni.
Abbiamo trovato il nostro MetaBenjaminMalaussène©.
La colpa è sempre dei politici.
Che in casi specifici, chi lo nega, è sicuramente vero.
Ma proprio mentre riflettevo su questo fatto di trovare il capro espiatorio di tutti i nostri mali nell'azione politica senza mai (e dico mai) per un momento farsi sfiorare da un dubbio sulla responsabilità personale, mi imbatto in questa lettura (il grassetto è mio):
“La visita di Michelle Obama al Mary’s Center comincia alle 2,45 del pomeriggio…Quando esce dalla classe…un ragazzo le chiede cosa si possa fare per migliorare la sicurezza nella comunità e racconta che qualche giorno prima un senzatetto è morto per la strada e la gente per ora è passata accanto senza far niente. Michelle prende l’occasione al volo per fare una lezione sulla responsabilità personale: “Il problema ha due facce: una è quella delle risorse, riguarda il sistema della giustizia e le forze dell’ordine, ma l’altra riguarda noi. Non ci possono essere leggi che obbligano le persone a fare cose giuste: non si può imporre a un papà di leggere le favole al figlio o di trattare il vicino con rispetto e decenza. A fare la differenza non sono i soldi che guadagni o il diploma che hai preso, ma la scelta che fai di essere cittadino attivo, coinvolto e responsabile. Nessun presidente e nessun sindaco possono ordinarlo, sono cose che vengono dai valori e dalla fede che abbiamo dentro. Spero che sia qualcosa di cui parlate quando venite qui, non solo di cosa avete bisogno o chi ve lo potrà dare. Dovete chiedervi: ma cosa posso fare, che tipo di cittadino sarò, che genitore ? E che cosa farò la prossima volta che verrà commesso un crimine ? Ci passerò accanto o chiamerò la polizia e mi farò coinvolgere ?”
Mario Calabresi - La fortuna non esiste


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