Qualcuno prima o poi dovrà pur farlo.
E allora parto io.
Ci avviciniamo alla data fatidiche elezioni regionali in Campania di Maggio 2015.
Lasceremo finalmente alle nostre spalle il vuoto cosmico della Giunta Caldoro di cui non ricorderemo nulla se non l'incapacità di andare oltre l'ordinario e la capacità di complicare le cose semplici.
Così, come un peto umido sganciato nello spazio, la Giunta Caldoro andrà via senza far alcun rumore, ma lasciando dietro di sé una scia marrone (wow che metafora!).
Rumore che invece stanno facendo, e tanto, nel PD per decidere il candidato Presidente in vista di una certa e scontata vittoria elettorale alle prossime regionali e del ritorno trionfante ai posti di comando a Via Santa Lucia.
La corsa in questo momento è a tre: Vincenzo De Luca, Andrea Cozzolino e Gennaro Migliore.
Dei primi due grosso modo già sappiamo qualcosa. De Luca è l'acclamato Hugo Chávez di Salerno, sconfitto proprio da Caldoro alla scorsa tornata elettorale, battitore libero con pericolose incursioni nell'autoritarismo e nel culto della personalità; Cozzolino, eurodeputato, nato e cresciuto all'ombra di Antonio Bassolino, resosi celebre soprattutto per il pasticciaccio brutto delle primarie PD per il candidato a sindaco di Napoli del 2011, quando il nostro portò a votare anche i cinesi pur di avere l'incoronazione (pasticciaccio che poi portò alla candidatura di Morcone-Chi??).
Gennaro Migliore, invece, sembrerebbe assurgere al ruolo del terzo che gode tra i due litiganti, in virtù anche dell'appartenenza alla corrente dell'attuale maschio alfa all'interno del PD.
Ma chi è Gennaro Migliore?
Migliore nasce politicamente con Rifondanzione Comunista, mettendosi in luce nei comitati provinciali napoletani per una spiccata attitudine nel fiutare la corrente giusta (veniva definito "Migliore di nome e migliorista nei fatti"). Infatti egli, in coppia col sodale Peppe De Cristofaro, si aggancia subito al treno bertinottiano. Dai Giovani Comunisti, organizzazione di cui diventa il primo segretario, al Parlamento passando per il Chiapas (!!) in un impeto "NoGlobal NoLogo Terzomondista TuteBianche". A seguito del collasso di Rifondanzione, punta sul cavallo vendoliano in SEL, e qui il non più giovane Gennaro, si distingue per le mirabili supercazzole da Capogruppo alla Camera contro il Governo Letta, contro le larghe intese e contro una modifica della legge elettorale che "penalizza la rappresentanza in nome del falso mito della governabilità" (oh ma queste cose sono molto condivisibili, mi direte. Eh, ma aspettate...). Poi, in una sera di giugno dell'anno scorso, Gennaro fiuta nuovamente la corrente giusta. Colpo di scena. Doppio carpiato con cufaniello finale, ed ecco Gennaro Migliore nella corrente di Matteo Renzi. Ta-daaaà!! E quindi diventa tutto bello, dalle larghe intese all'Italicum. Ed ecco per magia arrivare anche l'investitura come candidato "forte" del PD per le prossime elezioni regionali.
Capiamoci. Non ne sto facendo una questione di coerenza. Quando poi il sottoscritto pensa che essere coerenti non significhi stare fermi sulle proprie posizioni ma che la coerenza si misuri nel percorso e nella direzione naturale dei cambiamenti durante una vita.
Però, caro Gennaro Migliore, io l'unica coerenza, l'unico percorso e direzione che posso riscontrare nel tuo ventennale impegno politico, è quella di abile e scaltro uomo quattro stagioni, purché ci sia un buon tornaconto.
Sei fondamentalmente un burocrate, onesto, sicuramente, ma burocrate. Anche se adesso ti presenteranno come un giovane rampante in conformità alla narrazione vincente renziana.
Ma siamo proprio sicuri che la Regione Campania abbia bisogno di questo?
Lieto di essere smentito. Off course.
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