Sono quasi le ore otto del mattino quando lo sguardo di Jorge Mario Bergoglio in arte Papa Francesco scorge il Vesuvio dall'oblò del suo elicottero. La primavera, stamattina, si è annunciata regalando una temperatura mite e un cielo libero. Prima tappa della giornata è Pompei. Atterrato, saluta i pochi fedeli accorsi e si concede un breve e privato momento di preghiera nel santuario mariano della Vergine del Rosario. Il tempo è poco. C'è subito una riunione importantissima con i vertici dell'Ente religioso "Santuario Pontificio della Beata Maria Vergine di Valle di Pompei".
Bergoglio non ama i giri di parole. Va dritto al punto. "Fratelli, avete beni e depositi bancari da far impallidire una multinazionale. Fatturate utili annuali da capogiro. Negli anni avete accumulato un patrimonio immobiliare, esentasse, che ormai la città di Pompei è praticamente vostra. La mia Chiesa non è questo. Esigo quanto prima un piano di dismissione degli immobili superflui e non utili alle opere di carità e vi invito già da oggi ad occuparvi esclusivamente delle persone bisognose".
Poi, uscendo dal Santuario e rivolgendosi ai fedeli riuniti in piazza, Papa Francesco invita alla preghiera e aggiunge "Attenzione all'idolatria, cari fratelli. Il confine è sempre labile!".
A questo punto entra dentro la basilica, percorre tutta la navata centrale e, al cospetto del quadro della Vergine, strappa un rosario di oro e madreperla appeso come adorno. Tornato fuori dal santuario, Francesco dona il prezioso oggetto ad una vecchia indigente tra il tripudio della folla.
Il tempo è poco. Bergoglio rimonta sull'elicottero. C'è Scampia che lo attende.
Un cenno di ok dal pilota e il velivolo bianco si stacca da terra. Bergoglio guarda con una punta di tristezza lo scempio del territorio dell'agro-nocerino che dall'alto si descrive pienamente.
Pochi minuti ed ecco alla sinistra il Monte Somma con le sue pieghe verdi. Papa Francesco aggrotta l'ampia fronte quasi a volerlo imitare. E' giunto il momento. L'elicottero è quasi sopra Santa Anastasia.
Monsignor Fabián Pedacchio Leaniz porge nelle mani di Francesco una scatoletta di plastica con una antenna e al centro un pulsante rosso. I due si guardano negli occhi. La scatoletta emette un breve fischio. "E' collegata, Santità. Quando vuole." Bergoglio senza esitazione preme il pulsante rosso. L'elicottero ha un sobbalzo, centrato in pieno dall'onda d'urto di un'esplosione. Francesco si affaccia dal suo oblò e guarda in basso. Lì dove un tempo c'era il Santuario della Madonna dell'Arco adesso c'è un grosso fungo di fuoco. "Amen".
Sono da poche passate le ore nove. Papa Francesco è finalmente arrivato a Scampia. Nella Piazza detta del "Mammut" c'è tanta gente ad attenderlo. Un coro comincia ad intonare una canzone in onore del Papa che adesso sulla macchina "papale" sta raggiungendo il palco.
Lo accoglie il Cardinale Crescenzio Sepe con un discorso "Santità, grazie per essere venuto per questa visita pastorale. Anche i ciechi..."
"Basta. Basta. Basta" lo interrompe Francesco "Egregio Cardinale, noi, in data odierna, ci siamo degnati di venire in questa misera piazza, al cospetto di lei che, sebbene danaroso, è un disgraziato..."
Il Cardinale è basito. In tutta la piazza si ode solo un sommesso brusio. Bergoglio gli sorride, gli da un paio di schiaffetti e dice "Crescé, è Totò. Miseria e Nobiltà. Una citazione!".
La piazza è in delirio. Applaude. Ripete il suo nome ritmicamente. A questo punto però Papa Francesco si fa serio. Prende il microfono, attende che la piazza si silenzi.
"Io non posso obbligare nessuno. La vita ognuno la vive come crede. Però sia chiaro che nella mia Chiesa non c'è spazio per chi uccide, per chi lucra sulla disperazione e per chi vende morte. Proprio qui, a Scampia, voglio ribadire ciò che ho detto a Sibari. I mafiosi sono scomunicati, out, fuori. Niente comunioni, battesimi, matrimoni o funerali per chi si è macchiato di peccati mortali. Chiaro?!"
A questo punto si gira alle spalle, scorge una Vela. Guarda il parterre di politici. "Ma cosa state aspettando ad abbattere questo scempio? Eh?! Io stamattina in pochi secondi ne ho fatto saltare in aria uno simile. Se vi serve una consulenza, chiedete pure!".
Poi il tema del lavoro "Un segno negativo del nostro tempo è la mancanza del lavoro per i giovani. La criminalità si combatte anche dando alternative e libertà. Libertà dalla povertà e dalle clientele politiche!", spiega. "Il capitalismo ci sta rubando il futuro. La finanza mondiale ci sta negando la felicità. Marx in fondo, al netto di quella cosa sull'oppio dei popoli, non aveva scritto tutte fregnacce!"
Ore dieci e quaranta. Piazza del Plebiscito. Papa Francesco officia la Santa Messa. Parte l'omelia: "Basta con questa raffigurazione folkloristica di voi napoletani tutti sorrisi e manduline! Ritrovate la vostra dignità come comunità. Mi appello in particolare alla parte più avanzata della società di questa terra. Politici, medici, avvocati, insegnanti, insomma, ci siamo capiti. A voi dico: siate contagiosi, non escludete arroccandovi. I problemi atavici si risolvono affrontandoli e non lasciandoli per strada. Ci vorrà tempo. Ma è un patto generazionale. Vi auguro di poter essere orgogliosi di questa terra non solo per le bellezze naturali ma anche per l'operato dei suoi figli. Io pregherò per voi ma voi un poco di impegno ce lo dovete mettere, eh!"
Ed ecco alla fine il pranzo al carcere di Poggioreale. Pranzo con i detenuti.
Bergoglio si lascia riempire il bicchiere due volte di un ottimo vino rosso di Gragnano.
Nello sparecchiare il tavolo, uno dei detenuti fa cadere una posata a terra. Gli scappa un'imprecazione "Mammt!". Bergoglio intercetta quella parola. Si volta di scatto. "Ehi, stai offendendo mia madre??" manco finisce di dirlo e già parte con un pugno dritto sul naso del povero detenuto che cade a terra tra il fracasso dei piatti rotti. Setto nasale rotto. Il detenuto è una maschera incredula di sangue.
Ci vogliono dieci persone per mantenere il furioso Papa che continua a ripetere "Non mi offendete la mamma eh! Non mi offendete la mammaaa!!!"
Finalmente viene sedato con una iniezione di Immobilon.
A questo punto viene legato e rimesso sull'elicottero. Direzione Vaticano.
p.s.
La cronaca della vera visita del Papa a Napoli la trovate qui.
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