6 ottobre 2013

Fenomenologia delle Emergenze (o campana di Gauss)

Emergenza.
Fateci caso. E' la parola più utilizzata in questi anni balordi di vita nella nostra terra. La Campania.
Emergenza rifiuti, emergenza criminalità, emergenza rifiuti tossici, emergenza disoccupazione.
C'è sempre un fatto. Eclatante. Che è stato sottaciuto o sottovalutato.
Che per una serie di motivi "riemerge". Riemerge nell'attenzione e coscienza dei cittadini, dei giornalisti, dei politici.

Attenzione.
Il problema oggetto della emergenza non è che si è palesato in quel momento. E' qualcosa che nei casi migliori cova una storia silenziosa di almeno venti anni.
Ed ecco l'iter emergenziale
Per comodità descriveremo il grado di attenzione all'emergenza prendendo a prestito la campana di Gauss.
Comincia un crescendo di attenzione. Per le più disparate motivazioni. La stampa e le televisioni cominciano ad accendere le loro luci.
Manifestazioni tutti i giorni. Iniziative di vario genere. Profusione di articoli, commenti, pareri.
Si raggiunge così l'apice della campana gaussiana. L'attenzione è massima.
Inizia anche la fase più misera, quella che io chiamo "Un posto al sole".
Tutti a sgomitare per avere il loro momento di gloria grazie all'emergenza palesatasi ormai a livello nazionale.
Proposte da più parti, promesse dei governanti, task force, leggi speciali.
Poi i fari si spengono, la stampa e la televisione si occupano di nuove cose, tutti le attenzioni scemano.
La vita va avanti.

La caratteristica intrinseca dell'emergenza è di portare soluzioni di breve periodo, di facciata, spolverate di circostanza.
L'emergenza è la negazione stessa di politiche strutturate e di lungo periodo.
Si tende a risolvere il problema non in forma sistemica. Le soluzioni adottate in molti casi risultano essere a beneficio di qualcuno che nei momenti di emergenza sa bene che ci esce sempre qualcosa di buono per i propri affari.

Finita l'emergenza resta la vita quotidiana, quella di sempre.
Quella stessa quotidianità che ha fatto da incubatore al problema oggetto dell'emergenza. Pronta ad accogliere nuovamente nel suo ventre lo stesso e identico problema, magari peggiore di quello appena passato.

E quando ne hai viste tante, dal Terremoto alle faide di Scampia, dai rifiuti a Napoli e provincia alla Terra dei Fuochi, ti rendi conto che la cosa di cui forse avrebbe più bisogno la nostra terra, è la normalità.
La normalità di dover risolvere problemi nati la mattina e risolti la sera.
La normalità di non doverci portare sulle spalle un fardello di recriminazioni e di nodi mai sciolti.
La normalità di essere tutti liberi di scegliere il nostro destino. Libertà sopratutto economica.

Normalità che diventa terreno arido per tutti gli sciacalli che in questi anni si sono spartiti le povere spoglie di questa terra che un tempo era "Felix".
Adesso, tuttalpiù, è "Exterminati".



0 commenti:

Posta un commento