17 ottobre 2012

Era ferrea dal 1911

Walter Veltroni dice che non si ricandida (grazie, eh!), Massimo D'Alema dice che lui si ricandida ma solo se (!!) lo chiede il Partito. Livia Turco dice che "Per me Veltroni doveva rimanere, Franco Marini deve rimanere, D’Alema deve rimanere, la Bindi deve rimanere".
Leggendo queste dichiarazioni fatte da persone che stanno in parlamento da minimo vent'anni mi è tornata in mente una legge che ci fece studiare il nostro grande prof. dell'Orientale, Sir.Percy Allum:

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La legge ferrea dell'oligarchia, formulata nel 1911 dal politologo tedesco Robert Michels nel suo libro Sociologia del partito politico, teorizza che tutti i partiti politici si evolvano da una struttura democratica aperta alla base, in una struttura dominata da una oligarchia, ovvero da un numero ristretto di dirigenti. Questo deriva dalla necessità di specializzazione, la quale fa sì che un partito si strutturi in modo burocratico, creando dei capi sempre più svincolati dal controllo dei militanti di base. Con il tempo, chi occupa cariche dirigenti si "imborghesisce", allontanandosi dalla base e diventando un'élite compatta dotata di spirito di corpo. Nello stesso tempo, il partito tende a moderare i propri obiettivi: l'obiettivo fondamentale diventa la sopravvivenza dell'organizzazione, e non la realizzazione del suo programma.
[...]
(fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_ferrea_dell'oligarchia)

p.s. semplificando al massimo, Beppe Grillo su questa cosa ci sta portando avanti un movimento che vale il 16% nazionale.

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