[...] Noi, napoletani e napolisti, ci riconosciamo nella sua tendenza verso un calcio esatto, rigoroso, scientifico, fatto di studio dell’avversario e di rispetto, senza scaramanzie. Un calcio analitico che scruta l’immantinente e che a quello si attiene. Un calcio che studia i fenomeni naturali, nella riconduzione di ragionamenti complicati a movimenti semplici, essenziali. Il calcio di Rafaél Benítez Maudes predica il raggiungimento della conoscenza e del risultato attraverso la ragione del gioco collettivo. Una ricerca che richiede fatica e applicazione, che esige impegno e serietà, che scarta le scorciatoie e nega il ricorso al miracolismo oleografico. Ci riconosciamo nella sua opera di introduzione della cultura del presente nella nostra storia, dei principi di modernità nel corpo delle nostre prassi. In lui distinguiamo il più grosso innovatore presente sulla panchina del Napoli dai tempi di Luis Vinicio. Noi, napoletani e napolisti, apprezziamo la curiosità con la quale il signor Rafaél Benítez Maudes si è calato nella vita della nostra città. Curiosità verso la sua storia, la sua arte, la sua filosofia di vita. Ammiriamo l’empatia con la quale ha scelto di calarsi per intero in un ambiente, nella città-mondo, nelle sue tradizioni, così recuperando e riattivando in noi il forte legame linguistico e culturale con le antiche radici spagnole.Bellissimo manifesto pro Rafa "Rafiluccio" Benitez sul sito de Il Napolista
Per tutti questi motivi, da oggi sentiamo di poterci dire rafaeliti.
29 settembre 2013
Sì, sono un Rafaelita
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