29 giugno 2014

Calcio: Istruzioni per l'uso



1. Sorridete. Il Calcio è un gioco. Infatti si dice "Gioco del Calcio", non "Guerra del Calcio" o "Intossico del Calcio". Siate gioiosi, tutti. Anche voi, cari calciatori. Sorridete quando entrate in campo. Certo, con agonismo. Ma trasmettendo serenità e positività.

2. Le parole, cari addetti ai lavori. Sì, parlo con voi. Proprio con voi che questo sport lo raccontate sui mezzi di informazione. Le parole. Termini come "più cattiveria", "fame", "furto", "vergogna", "vendetta". Calma. E' uno sport. Anche se leggendo alcuni giornali, sembra di assistere ai raduni dei FightClub.

3. Essere tifoso non significa essere esonerato dagli indubbi benefici dei progressi civili e sociali degli ultimi duemila anni. Invece pare proprio che nei nostri stadi l'estetica predominante sia quella del neolitico.

4. Il tifoso dell'altra squadra non è un ladro. Né tanto meno stitico. Nella maggior parte dei casi la sua paternità è certa. Non è un sodomita, non è meticcio (o meglio non lo è più di noi). Ed è inutile invitarlo ogni volta a pratiche di sesso orale con ampi gesti (portando le braccia prima in alto e poi in basso verso l'inguine). Inoltre vi informo che l'ultimo caso di colera in Italia risale al 1973 e che i vulcani non hanno alcuna proprietà detergente né possono dare seguito ad alcuna esortazione ad esplodere per via verbale.

5. E' divertente prendere in giro il tifoso di un'altra squadra ed essere presi in giro a propria volta. Ma senza perdere di vista la misura delle cose. Non si può diffidare di qualcuno solo perché è tifoso di un'altra squadra.

6. Pensate se un giorno accadesse che andando a vedere al cinema l'ultimo film di Scorsese venissi aggredito a bastonate dai fan di Werner Herzog poiché in completo disaccordo con i miei gusti in materia di celluloide.
O magari che andando a vedere un concerto di Riccardo Sinigallia arrivassero i fan degli Escrement a cagare ovunque e a spaccare ogni cosa perché la loro musica è meglio.
Allo stadio si va per divertirsi. E da qui nasce la prossima considerazione.

7. Basta con l'enfasi del "dodicesimo uomo". Il tifoso che aiuterebbe con il proprio incessante supporto la propria squadra a vincere. Sicuramente è bello e coinvolgente incitare la propria squadra. Ma non è determinante. E non è obbligatorio.

8. La patente di tifoso non la rilascia nessuno. Tanto meno quelli che si auto proclamano "veri tifosi" perché loro seguono la squadra da sempre e soffrono per la maglia. Ecco. Volevo dirvi, cari "veri tifosi", di stare sereni. Perché non c'è alcun riconoscimento ufficiale della vostra vita votata ai colori di un club di calcio. E purtroppo manco l'INPS pare che autorizzi il riscatto degli anni della vostra militanza.

9. La Coerenza. La Mentalità. La Curva. Stronzate. Sono stronzate. E quello che accade ogni domenica fuori i nostri stadi non ha alcun senso. Prendersi a sassate o bastonate a vicenda o essere caricati dalla polizia in assetto antisommossa può avere una giustificazione se vivessimo nella Striscia di Gaza o nel Kurdistan turco.

10. Questi dieci punti sono la mia personale riflessione sulla morte di Ciro Esposito. Ciro è morto e noi non abbiamo potuto far nulla per impedirlo. Ma possiamo sicuramente fare qualcosa per impedire il prossimo Ciro Esposito. E possiamo cominciare da noi. Nel nostro piccolo. Spezzare la catena di trasmissione dell'odio che ha portato il 3 Maggio 2014 ad avere in una strada di Roma scontri tra tifoserie avversarie e un uomo armato di pistola sparare contro un ragazzo di 33 anni.

0 commenti:

Posta un commento