18 ottobre 2014

novecentonovantanove canali e tempi maturi

Siamo passati attraverso le inquisizioni, i roghi delle streghe, le rivoluzioni con ghigliottine, guerre, nazismo, fascismo.
Rendetevi conto che le donne in Italia hanno cominciato a votare nel 1946. E adesso a noi tutti ci pare impossibile impedire alle donne di partecipare alla vita politica della nostra res publica. Eppure, era così.
E che dire del Codice di Famiglia del 1865 nel quale veniva sancito che le donne non avevano il diritto di esercitare la tutela sui figli legittimi (sic!).
Passi da gigante, pensateci. Possiamo scegliere la nostra religione o rifiutarne una. Leggere un giornale tra tanti, un libro qualsiasi, guardare novecentonovantanove canali sul digitale terreste (un giorno vi racconterò di quando li ho visionati tutti). Ascoltiamo musica di ogni genere, opinioni di ogni sorta.
Tutte queste cose conquistate in secoli e secoli di lotte, di ricerca della felicità, vanno derubricate alla voce Libertà.

«io sono quando scelgo e, se non sono, non scelgo»
L'ha detto Karl Jasper, uno bravo, mica un Fabiovolo qualsiasi?
(sì, potete utilizzare questa citazione al primo appuntamento per fare colpo)
Poi possiamo discutere sulle sfumature ed effetti collaterali della libertà ai giorni nostri. Tipo Fabiovolo, appunto.
O sui rapporti di forza economici che limitano la nostra libertà. Roba marxista. Lasciamo perdere. Che poi perdiamo il filo del discorso.

Insomma. Siamo in grado, oggi, di ascoltare il nostro prossimo dichiarare di amare uno del suo stesso sesso senza farci il segno della croce. Siamo noi stessi liberi di scegliere di amare qualcuno del nostro stesso sesso.
Ci abbiamo impiegato tanto tempo, ma alla fine quasi (quasi) in tutti noi, è abbastanza radicata la convinzione che ognuno sia libero di esprimere la propria sessualità e di scegliere chi amare. Alla luce del sole, senza nascondersi. Senza temere di essere lapidato o bruciato sul rogo.
E' difficile crederci. Ma questa cosa è strettamente correlata ai novecentonovantanove canali del digitale terrestre.
Perché la libertà è una conseguenza del nostro pensiero. Del modo in cui questo pensiero si è formato.

"Pinellus! Che cosa banale e scontata hai scritto! Certo che è così"
Eh, no. Da noi, qui in Italia è sempre tutto più difficile. Sempre a causa degli indubbi benefici che abbiamo ad ospitare sul nostro territorio lo Stato Vaticano.
Mentre il resto dei paesi europei hanno ormai da tempo inserito nel loro ordinamento norme per il riconoscimento civile delle coppie gay, qui abbiamo ancora il dibattito aperto e persone che scendono in piazza per la tutela della famiglia "naturale" (manco fosse l'ultimo baluardo da salvare prima dell'inesorabile barbarie).
Ma per fortuna il "sentire" del popolo italiano è sempre un passo più avanti. Oggi il 70% dei cittadini è favorevole ai matrimoni gay.

I tempi sono maturi. Anche qui in Italia. Riconoscere pieni diritti civili alle coppie LGBT.
Oggi il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha trascritto i primi matrimoni gay contratti all'estero.
Un atto simbolico (verranno annullati). Ma un atto forte. Una rottura.
C'è una legge in Parlamento pronta per essere approvato su questa materia. Avanti. Cosa stiamo aspettando?
(ma voi siete a favore o contrari?)


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